Arrestati i banditi assassini

Arrestati i banditi assassini La tragica sparatoria di lunedì nella gioielleria di Villastellone Arrestati i banditi assassini 11 rapinatore ferito ad una gamba dall'orefice rivela i nomi dei complici che sono catturati tutti in poche ore, nel sonno • L'omicida, 22 anni, aveva ricevuto un telegramma dal fratello: «Papà morente, vieni subito»; ma il giovane partì per l'assalto alla gioielleria ■ Come fu compiuta l'aggressione - Partirono in tre su una «1100» che lasciarono a Sommariva - Si recarono a Villastellone con una «1500» rubata - Dopo la tragedia i fuggiaschi ebbero un incidente d'auto, litigarono tra loro, poi abbandonarono il ferito perché era d'impaccio ■ Arrestato anche chi nascose la pistola, un individuo che vive tra i trafficanti equivoci di Porta Palazzo ■ Piena confessione in carcere al magistrato I tre rapinatori che hanno ucciso l'orefice Franco Bottiero di Villastellone sono stati arrestati assieme all'uomo cui avevano affidato la loro pistola. Sono Aldo Colombi di 28 anni. Luigi Zitoli di 22, Cataldo Terrone di 24 e Simone Carlone di 34. Il primo, ferito dall'orefice con una rivoltellata, era stato abbandonato dai complici perché intralciava la fuga ed era stato catturato mentre si trascinava in cerca di un medico. Si è vendicato dei complici facendo i loro nomi. « Zitoli era con me nel negozio e lui simnito. Terrone ci aspettava in auto». Aldo Colombi è di Torino. Una giovinezza sbandata, ruba ex voto nelle chiese, poi rapina una donna con la pistola. Ha 19 anni quando viene processato. Una sentenza mite ed presto in libertà. Come vive da questo momento non si sa. Comunque non ha un lavoro. Si unisce con Mariangela Dettila detta Anna e ha due figli, che tiene in istituti. L'agosto scorso si trasferisce con la donna a Cherasco, in una stanza che una volta era la celletta dell'ex convento dei domenicani. Non fa amicizie, ciondola nei bar, lo vedono spesso prendere il treno per Torino. Luigi Zitoli è di Cotato di Bari. E' immigrato da un paio d'anni, abita in una misera stanza di via Cottolengo 27 con una conipaesana di 25 anni che aspetta un figlio tra pochi giorni. Chiediamo a una vicina che lavoro faccia lo Zitoli. < Macché lavoro — dice — Gino è un buono ci nulla ». Lunedì pomeriggio stava uscendo per la rapina quando gli è arrivato da Corato un telegramma del fratello: c Papà morente. Vieni subito. Dome- »iico>. Ha avuto qualche attimo di esitazione, poi è andato deciso all'appuntamento con il Colombi e il Terrone. Cataldo Terrone è anch'egli di Corato ed è venuto a Torino con il fratello Savino di 19 anni. Lavoravano nei cantieri ed abitavano all'albergo popolare di via Cigna 48. Tre mesi fa Savino è stato arrestato per furto. Ci dicono all'albergo: « Quel giorno Cataldo si disperò e pianse come un bimbo pensando al dolore che avrebbero provato i genitori rimasti a Corata*. Cataldo ha. una « 1100 » e diventa l'autista della banda. Simone Carlone e di Venosa (Potenza). Abita in corso Principe Oddone 80 con la moglie quattro figli: il primo di 10 anni, l'ultimo di uno. La figlia Antonietta dice: « Papà non ha inai avuto un lavoro fìsso*. Da un anno è a Torino e lo vedono andare, venire, ricevere visite di gente ambigua, lo trovano a Porta Palazzo nell'ambiente dei contrabbandieri di tabacco. I banditi, dopo il colpo fallito, gli hanno affidato 0 venduto l'arma, per liberarsene. Questa piccola banda di rapinatori si è formata in un bar di dubbia fama del vecchio centro. Chi era il capo? Colombi, più anziano, o Zitoli. il più deciso, l'unico armato? La polizia non lo sa e non si preoccupa di saperlo: la responsabilità di questo delitto è uguale per tutti e tre e prevede l'ergastolo. Piuttosto, si cerca di accertare se la tentata rapina di Villastellone è stata fa sola impresa della banda. Impresa che era stata preparata da almeno un mese. Infatti, !a moglie dell'orefice Bottiero ricorda che, verso la metà di novembre, il Colombi era venuto da lei per cambiare il cinturino dell'orologio. E più volte, nei giorni seguenti, il bandito aveva pranzato all'Osteria dei Cacciatori di Villastellone: ieri l'oste, Stefano Assoni, lo ha riconosciuto dal{la foto sui giornali. , Il colpo sembra facile. Si ! tratta di rapinare gente tranjquilla in una cittadina pacifi- 1 ca, di sera, con strade oscure 'e deserte. Viene studiata una Istrada favorevole per la fuga. : Lunedì pomeriggio i tre parj tono per Villastellone su due auto: la < 1100 * del Terrone e la « 1500 » rubata in via Verolengo al signor Pietro Cresci. Lasciano la prima auto a I Sommariva Bosco e proseguo- no con la seconda. A Villastellone, davanti all'oreficeria. Nessuno, in quella strada. Dai vetri appannati vedono il Bottiero, solo nel negozio, seduto al suo tavolo da orologiaio. Terrone resta al volante, Colombi e Zitoli scendono dall'auto, si guardano attorno mentre sollevano le sciarpe fino agli occhi, irrompono nel negozio e Zitoli estrae la pistola. Li vede il Bottiero, prende la rivoltella dal cassetto e spara per primo. Due, tre colpi fischiano alle orecchie dei banditi. Una reazione imprevista. Colombi e Zitoli perdono la testa. 11 secondo spara. L'orefice è colpito a morte, ma a terra negli ultimi istanti di vita — forse senza coscienza, ma per riflesso nervoso — continua a premere il grilletto fino a scaricare l'arma e i colpi colpiscono alla cieca, uno raggiunge il Colombi che sta scappando alla gamba destra j (Il percorso del proiettile cbel ha frantumato la tibia, è dal basso all'alto: segno dunque che è stato esploso quando il Bottiero era già a terra con! il cuore spaccato). La fuga è un « si salvi chi può >. Zitoli corre verso l'auto che già è avviata e vi balza sopra Ma Colombi azzoppato, non riesce, si trascina: « Aiutatemi > grida con rabbia e dolore. Zitoli lo afferra e lo tira a bordo. L'auto scompare mentre gente accorre ai colpi. Sono atterriti, hanno veramente perso la testa. Nervoso, il Terrone finisce con l'auto contro una palina del bivio Poirino-Carmagnola. Intanto, sulla macchina tutti e tre discutono, si irritano, litigano e si accusano a vicenda. Colombi implora che lo accompagnino a casa. «Morirò dissanguato. Ho bisogno di un medico » urla istericamente. Gli altri insistono: non è possibile. Il ferito capisce di essere di peso, sente che i due pensano soltanto a salvare se stessi. Quando gli dicono che lo lasceranno a Carmagnola e li potrà prendere il treno per Cherasco, risponde rasse guato che va bene. Si lasciano a Carmagnola. I due pugliesi vanno a Sommariva, abbandonano la <1500> e«cfsmzfcsRpd(rcdinffie11bduJdpvuspcdhacqNcod e tornano a Torino con la «1100». Colombi prende, l'accelerato per Cherasco. Ma la ferita lo fa soffrire troppo e scende a Bra per arrivare prima da un medico Lo vede zoppicante un operaio delle ferrovie, gli offre aiuto, ma il contegno del ferito lo insospettisce e avverte l'agente Risso della «Polfer», che capisce di avere tra le mani uno dei banditi di Villastellone. (Subito dopo il delitto, 1 carabinieri e il commissario del compartimento del Piemonte, dott. Pirella. avevano messo in allarme anche la polizia ferroviaria). Colombi è portato negli uffici della « Mobile » di Torino e affidato ai dottori Maugcri 111 mimmi mimmiiimiiiiimmi ii u e Sgarra. Per ore resiste all'interrogatorio, c Non conosco i miei complici — ripete —. Gente incontrata per caso ». Gli dice Sgarra: < Colombi, le conviene dirci chi ha sparato. Altrimenti sarà lei l'accusato ngrcldNìcdiouestomiadto». Ma.il ban- Ue a ca e ie e il oe ao e. ael e, o a fo ri dito resiste ancora. A tarda notte il commissario tenta un'altra strada: e Colombi, lei li difende, ma quei due non hanno esitato a sbarazzarsi di lei perché intralciava la loro fuga ». E Colombi nel letto dell'ospedale Maria Vittoria fa il nome dei complici. La polizia sorprende Zitoli addormentato. Lo porta via mentre la sua amica, Grazia piange per le scale: « Aspetto un bimbo. Conte farò soia/.». Il giovane confessa dì avere sparato, ma .dice che il colpo gli è partito, accidentalmente. In tasca ha ancora il telegramma del fratello. Il Ter-! rone viene trovato nel dormitorio di via Cigna e segue la polizia ancora pieno di sonno sembra non rendersi conto di quello che gli succede. « Io guidavo soltanto*. Anche il Carlone viene sorpreso mentre dorme e tenta di sbarazzarsi dell'arma nascondendola nel seno della moglie. Ora sono tutti e quattro in carcere (il Colombi vi è stato trasferito ieri sera dopo l'operazione). Ieri mattina è stata eseguita l'autopsia sul cadavere dell'orefice. Il colpo gli ha troncato l'aorta. Morte fulminea. Era un uomo di 37 anni. Uno dei partigiani superstiti della « Benedicta ». Commesso viaggiatore per parecchi anni, nel 1962 aveva rilevato quell'oreficeria per poter restare con la moglie Paola e la figlia Ornella. L'anno scorso era stato rapinato e il colpo lo aveva messo a terra. Per rifornire il negozio e tirare avanti aveva firmato cambiali. Non era ancora fuori dai debiti. Un nuovo furto lo avrebbe rovinato. E aveva comperato la pistola deciso a difendere il benessere della sua famiglia a tutti i costi. Mentre moriva ha ancora sparato e ferito uno dei banditi e ciò ha perso i suoi assassini Ma è morto quando «uniti iti mu immiiimmimiimiiimiii non era ancora riuscito a pagare i debiti per la precedente rapina, e ieri la moglie ci diceva tra le lacrime: < Ci sono le tratte, c'è il funerale. Venderò il negozio e tornerò a Novi Ligure con Ornella, cer- ìcherò un lavoro per farla stu UUare comevoleva suo padre ».« i1"" miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Luigi Zitoli ha^parato. Cataldo Terrone guidava l'auto. Simone Carlone ha nascosto la pistola. L'agente Risso ha catturato alla stazione di Bra Aldo Colombi Ald Clbi il it fit it ll'd Aldo Colombi, il rapinatore ferito, ricoverato all'ospedale VEDERE IN 13* PAGINA: Giovane folgorato mentre strappa i fili in una cabina elettrica per poi venderli. VEDERE IN 10l PAGINA: Giunto a Torino il terzo giovane accusato della rapina di Settimo.