dei poveri di 50 lire

dei poveri di 50 lire dei poveri di 50 lire anche questo giovane si è ridotto sul lastrico. Lo scandalo a Roma A vivo, non si contano le denunce alla polizia e ai giornali: dì genitori, di spose, da parte degli stessi giocatori. Una diciottenne racconta del fidanzato giunto al limite della perdizione completa per via di quelle macchinette. Con toni ora violenti ora lamentosi si leva il coro delle madri: e narrano di figli che abbandonano gli studi, s'intruppano con individui pericolosi 0 turpi, diventano in poche settimane moralmente irriconoscibili. Il fatto curioso è che le slot machines sono proibite in Italia da almeno una quindicina di anni. Fu il dopoguerra a. portarcele, ma sollevarono tale e tanta indignazione che il Parlamento finì con l'occuparsene e le bandì da ogni luogo pubblico. Anche qui, tuttavia, fatta la legge, fu, subito trovato l'inganno: le macchinette vennero sistemate in luoghi non aperti al pubblico, quali sono le sezioni dei partiti, le associazioni private, i circoli culturali e ricreativi. In una città come Roma se ne trovano a ogni angolo di strada. Se non si sa quante sono in tutta Italia le slot machines e riuanto rendono fsi parla di miliardi di utili), si ha motivo per sospettare che il loro controllo sia nelle mani di un'organizzazione internazionale. Si dice che il ramo italiano sia gestito da elementi indesiderabili rimpatriati dagli Stati Uniti e che le quattro persone incaricate di sorvegliare la rete romana percepiscano ciascuna un compenso giornaliero di centomila lire. Tuttavia, la parte di gran lunga maggiore dei guadagni finirebbe nel portafogli di pochi capi attraverso una trafila di emissari, di uomini di paglia, e di giovani di malavita che hanno il compito di soffocare ogni tentativo di concorrenza e di far tacere chi potrebbe parlare (anche Angelo Bruscolotti sarebbe stato minacciato nella via da due figuri vestiti con elegan- I | | za e che viaggiavano a bor- i pa e . a o e a - o do di una macchina sportiva). Complessivamente è una fetta di vita italiana contemporanea. La compongono ingredienti diversissimi: per esempio, vi troviamo la cronica incapacità della legge di tenere il passo con coloro che si studiano di eluderla e la diffusione tra noi di modi delinquenziali che una volta erano tipici di altri continenti. Ma forse quel che più importa ò il fatto di costume: in realtà, le slot machines denunciano il propagarsi e l'approfondirsi anche fra gli italiani di quel senso di solitudine e di ansiosa insoddisfazione che caratterizza specialmente le società settentrionali e benestanti. Nel caso di queste macchinette il gioco diventa fine a se stesso, un modo per sottrarsi alla realtà, una sorta di ipnosi: il risultato, la vincita, è secondario. Per cui non esiste grado di affinità con le lotterie e il Lotto. E' solo il miraggio di una ricchezza grande e improvvisa, per quanto improbabile, che ci spinge ad acquistare il biglietto di una lotteria. E da Matilde Serao a Giuseppe Maretta la letteratura ci fornisce una vasta casistica di napoletani che si vendono magari il materasso pur di giocare al Lotto: tuttavia è gente che gioca al Lotto per vincere, per mutare la propria sorte, e intanto, in attesa dell'estrazione dei numeri, vive nella speranza, l'immaginazione si sbriglia libera, si fanno fantasiosi discorsi in famiglia, caldi discorsi con i vicini di casa ■ ■ ! ;i! i I! ìi! i l | jI j|I!IIIili!;C'è dunque nel Lotto iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiMiiiiiiiiiniiiiMiii qualcosa. di corale e di popolare, una trepida e pubblica attesa, è un lungo sabato del villaggio. Niente di tutto questo con le slot machines. <?i<i il giocatore lo vediamo solo: solo, muto, chiuso in se stesso. Ripete meccanicamente sempre gli stessi gesti per ore di fila; come un automa, sempre solo e muto. Anche se qualche colpo gli andrà bene, vincerà appena poche migliaia di lire, raramente riprenderà sia pure il denaro giocato. E' un comportamento irrazionale. La spiegazione può cercarsi solo nella sua condizione di individuo vagamente, misteriosamente insoddisfatto e murato in una sua irrimediabile solitudine: una specie di vuoto interiore, arido e ansioso. Per molti le slot machines hanno la funzione di stupefacenti: finché hanno denaro, vi restano legati come schiavi non curandosi di altro, neppure dell'avvenire o della famiglia. Per altri giovani. Invece, come dicono le madri, la sosta accanto alle. slot machines è, la tappa iniI ziale nel cammino verso | l'ozio, i delitti, vizi talora in| nominabili. Purtroppo, come sì diceva, non si tratta di casi isolati: le slot machines sono ceninola nella sola città di Roma, chi lo sa quante migliaia in tutta Italia. Rappresentano dunque un aspetto notevole di quella, che chiamiamo la civiltà di massa. Nel contempo prefigurano il pericolo forse maggiore, della società ora. in arrivo: una. società dove l'uomo sarà, sempre più solo; e più muto, più chiuso nella sua solitudine, senza altra evasione che non sia un abbrutimento. Nicola Adelfi Denunciati per gioco d'azzardo i gestori del circolo romano dove un giovane perse 4 milioni dove un giovane perse 4 milioni sifìcato in questi giorni il con frollo sull'attività dei cosiddetti «circoli ricreativi», in i molti dei quali funzionano apparecchi automatici che han- (Nostro servizio particolare) Roma, 12 dicembre. (r. s.i La polizia ha inten-| ■ no rovinato economicamente ■ moltissimi giovani. ! Tre persone sono state de;nunciate come tenutarie di casa da gioco: Angelo Proietti, Romualdo Coconi e Filippo Musumeci del Circolo « Liibertas», di corso Vittorio, ! dove appunto si recava a giocare il giovane sarto che nel volgere di due mesi perse ciri ca quattro milioni con le slot machines. Ventidue macchine di vario tipo sono state sequestrate. Il ministero dell'Interno ha infine inviato a tutte le queIsture una circolare in cui si ! chiede nuovamente di intenìsificare la sorveglianza sui icircoli «privati» in cui sono ! installati gli apparecchi autoi matici. I premi Etna di poesia alla Achmatova e Mario Luzi Catania, 12 dicembre, l La sovietica Anna Achmatova e Mario Luzi hanno ricevuto nel Salone dei Parla| menti di Castello Ursino i prejmi internazionali di poesia I « Etna-Taormina » da un milione l'uno, per i migliori poe ti straniero e italiano. La giujrìa, presieduta da Lorenzo Gi|gli, ha conferito il premio alI l'unanimità alla scrittrice ru !sa, per onorare i cinquanta Ianni della sua attività poetiIca e nella particolare circoIstanza della pubblicazione in i Italia delle sue raccolte antologiche; a Mario Luzi il preimio è stato attribuito per la ! raccolta « Nel magma », uscita ; quest'anno. I premi sono stati consegnati oggi pomeriggio, dal sottosegretario Salizzoni. alla presenza degli scrittori europei che nei giorni scorsi avevano ; partecipato a Taormina ai lajvori del Consiglio direttivo della loro Comunità. La Ach- matova non lasciava la Rus Uia dal 1913. iiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii