I prezzi delle materie prime salgono sui mercati mondiali di Ferdinando Di Fenizio

I prezzi delle materie prime salgono sui mercati mondiali Dopo un lungo periodo di continui ribassi I prezzi delle materie prime salgono sui mercati mondiali In due mesi l'indice calcolato dalla Confindustria è salito del 3,4 per cento, influendo sui prezzi all'ingrosso ■ La tendenza al rialzo per i prezzi al consumo si va estendendo, dall'Italia e dalla Francia, a tutta l'Europa - Qualche vantaggio per le nostre esportazioni e la bilancia dei pagamenti Nel quadro dei prezzi, qualcosa di nuovo sta succedendo. Da qualche settimana, i prezzi delle grandi materie prime a mercato internazionale sono rivolti all'aumento, dopo mesi ed anni di ribassi. Nulla ben inteso di drammatico; e neppure di insolito. Ma s'aggiunge così un nuovo dinamismo ai molti, che si riscontrano in queste quotazioni, di grande importanza per le economie di mercato. E talune anticipazioni, avanzate perfino poco fa, meritano oggi d'essere riviste. Rifacciamoci ai dati. Rispetto ad un anno fa, l'indice dei prezzi delle grandi materie prime calcolato dalla Confederazione dell'Industria (che segue prodotti di particolare interesse per l'Italia) è aumentato del 3,4%. In agosto, sempre rispetto all'agosto dello scorso anno, esso era assolutamente stabile. Dove s'è manifestato questo improvviso aumento, negli ultimi due mesi? Non nelle materie prime per l'alimentazione: quivi si ha ribasso. Piuttosto, nelle materie prime per l'industria (4,7%, rispetto ad un anno fa) ed in questo quadro, nel gruppo dei metalli: il cui indice aumenta del 15%, rispetto al '63. Le materie prime tessili (cotone, lana, eccetera) i combusti bili e i carburanti sono in diminuzione. Gomma, pelli, cellulosa eccetera in lieve aumento. L'epicentro di questo mo vimento rialzista, determi natosi anche per eventi po litici che sono dinanzi al ricordo di ognuno (chi di mentica la crisi congolese, ad esempio?) riguarda prò prio: rame, stagno, zinco, mercurio. * * I produttori e gli stessi governi non restano inerti, beninteso. Per esempio, gli Stati Uniti hanno deciso di prelevare dalle loro scorte strategiche trentamila tonnellate di rame, per immetterle sul mercato. Decine di miniere di mercurio, chiuse da anni, nella repubblica stellata, si dispongono a riprendere la loro attività. Ciò non toglie, tuttavia, che i prezzi dei prodotti importati, per i principali Paesi industriali e trasformatori, risentano di questi nuovi eventi: sia pure con il consueto ritardo abituale in queste circostanze (un intervallo di 3-4 mesi è di regola ). Messo in moto poi, l'indice dei prezzi dei prodotti importati, ne risente subito l'indice dei prezzi in grosso, sul mercato interno. S'intende, prò quota. Per esempio, da noi, l'indice dei prezzi all'ingrosso, pubblicato su base 1953 dall'Istituto centrale di statistica, palesa in ottobre un aumento dello 0,7 % rispetto a settembre; e un aumento del 2,5 % in confronto al corrispondente mese del 1963. Fino a poche settimane fa, codeste variazioni, nell'intervallo di dodici mesi, non superavano l'I % o poco più. * * Tutto considerato, i prezzi al consumo (anch'essi manifestati dal consueto indice dell'Istituto centrale di statistica, su base 1953 ) manifestano minori sorprese. In ottobre, quell'indice ha raggiunto quota 142 con un aumento dello 0.4 % rispetto a settembre e del 5,7 % rispetto al corrispondente" mese del 1963. Siamo, per fortuna, al di sotto della scontata variazione del 6 %, per tutto l'anno. E quantunque alimenti più di una preoccupazione l'andamento dei prezzi dei servizi (7,4 % nel giro di un anno), come del resto l'andamento dei salari minimi contrattuali, che sono seguiti da altri indici, non è irragionevole sperare che l'anno si possa chiudere senza superare il traguardo previsto, di un aumento dell'ordine del 6%. Quanto al nuovo indice del costo della vita l su base 1961. anziché su base 1953) esso si uniforma, con qualche accentuazione originaria, all'andamento dei prezzi al minuto. In ottobre 1964 è a quota 122, con un anmrngdtlsdOsgt n , e aumento dello 0,6 %, rispetto al mese precedente; nonché del 6,2 % rispetto ad un anno fa. * * Quello che, in un certo senso, va sottolineato ( poiché ci reca qualche conforto, in queste circostanze) è la constatazione che segue. H movimento di rialzo dei prezzi, che ancora un anno fa sembrava limitato all'Italia ed alla Francia, si è andato indubbiamente generalizzando, negli ultimi mesi. Lo pongono in luce i raffronti fra i diversi indici nazionali: specie se i paragoni sono effettuati, come debbono, con qualche cautela. In Italia, abbiamo detto, l'aumento dei prezzi al consumo è dell'ordine del 6 % durante il 1964. Ebbene, in Olanda la variazione registrata è del 7,6 % ; in Belgio del 5 % ; in Gran Bretagna del 4,3 %, con sicura tendenza a salire, dopo l'aumento della protezione doganale e le restrizioni monetarie degli ultimi giorni. L'aumento dei prezzi al consumo è del 3.2 % nella Repubblica federale tedesca e perfino del 3 % in Isvizzera, nonostante la sua dura lotta per la stabilità monetaria. Non colpirebbe nel giusto, chi ritenesse che questi aumenti dei prezzi sono fenomeni che si manifestano soprattutto in economie non programmate. E' vero proprio il contrario. In Jugoslavia, l'aumento dei prezzi denunciato dalle statistiche Itsmsrnnaravpe"t M11 II 11 ■ 11111E11 i 1111111111 II 111111111M111111M111 è, durante il 1964, del 15% ed in Norvegia, altro siste ma economico strettamente controllato dal centro, questa variazione è dell'8,2 %. In un certo senso, per motivi del resto che sono già stati posti in luce ripetutamente, le programmazioni, specie coercitive, tendono a rendere più frequenti e pronunziati i processi inflazionistici. Comunque, ritornando ab avo, se era esatto affermare nel 1963, con grossolana approssimazione, che il divario fra l'andamento dei prezzi al consumo in Italia ed in Europa, era pari ad un 3-3'a % in ragione d'anno, questo divario (sempre fra l'Italia da un lato e l'Europa dall'altro) si direbbe ormai sceso a un 2 % circa, nel '64. Insomma, abbiamo fatto qualche progresso, neh'uniformarci al generale movimento dei prezzi sul nostro continente. I vantaggi di ciò li abbiamo subito, nel quadro delle nostre correnti di esportazione; potremo averli in seguito, nell'ambito di tutta la bilancia dei pagamenti, non appena si delineerà una ripresa per la nostra attività produttiva. Ferdinando di Fenizio