Il prof. Amaldi e il «caso Ippolito» di Ippolito

Il prof. Amaldi e il «caso Ippolito» , LETTERE AL DIRETTORE , Il prof. Amaldi e il «caso Ippolito» Nell'atmosfera di «scandalo» (scrive l'insigne scienziato), si è creata una dannosa confusione tra fatti tecnici e politici Il vero problema è costituito dall'impiego giusto o sbagliato dei fondi ragguardevoli, che l'Italia spende per la ricerca nucleare Signor Direttore, Le scrivo per esprimere al Suo giornale la mia gratitudine come cittadino per l'atteggiamento di obiettività e correttezza assunto durante l'ultimo anno e mezzo nei riguardi del caso Ippolito, e delle vicende ad esso connesse attraverso cui è passato e si trova in parte tuttora il Cnen. Il Suo giornale, pur riferendo i fatti e le opinioni, spesso contrastanti, in modo completo e scrupoloso, si è astenuto dal l'esprimere giudizi affrettati, dall'uso di titoli sensazionali e di frasi offensive per chi non era ancora stato giudicato. In alcuni paesi, a dir la verità in molto pochi, questo comportamento ò considerato normale. Ma in questo caso mi sono ben reso conto che non è certo così da noi. Il fatto che c La Stampa » non abbia cercato di sfruttare la situazione per finalità politiche che nulla hanno che fare con le ricerche o il problema in questione, costituisce per molte persone, e per me in parti colare, un elemento di soddi sfazione e di speranza per l'instaurarsi, anche se lenta niente, di un costume miglio re nel nostro paese Oltre alle vicende di una >> più persone vi e infatti un problema generale, si dovrebbe anzi dire tutta una serie di problemi generali che per il paese sono di importanza ben maggiore. La loro soluzione non si ottiene certo né conlannando duramente, né dimenticando o * lasciando perdere », e tanto meno creando!confusione con il cercare di far passare per fatti politici quelli che sono in realtà fatti tecnici sul piano dell'amministrazione della ricerca pura e applicata fatta dallo Stato, sulla partecipazione ad Enti internazionali che operano in questo settore, e sulla necessità di riconoscere che lo spendere somme di denaro (non grandi rispettò a quanto si fa in altri paesi, ma tuttaltro che trascurabili nel quauro economico italiano) ad un ritmo tale da arrivare sempre in quarta o quinta posizione al traguardo tecnico • scientlhcopropostoci, è una torma di spreco che sfugge ai controlli contabili, ma è ben più grave di molte inadempienze formali. Questo è quanto desideravo scrìverLe da molto tempo e quanto ho detto, anche pubblicamente, un paio di settimane fa al Ridotto dell'Eliseo nei riguardi del Suo giornale. Colgo l'occasione pei in viarLe ì miei migliori .saluti, prof. Edoardo Arnaldi Konia, 2 dicembre 1964.

Persone citate: Amaldi, Edoardo Arnaldi Konia, Ippolito

Luoghi citati: Italia