Johnson col programma della «grande società» vuole la costruzione di un'America più giusta di Alberto Ronchey

Johnson col programma della «grande società» vuole la costruzione di un'America più giusta NON FORMULA IDEOLOGICA, MA CONCRETO IMPEGNO DEL GOVERNO Johnson col programma della «grande società» vuole la costruzione di un'America più giusta il Presidente è deciso a continuare il «New Deal» e la «nuova frontiera», portando al benessere il «quinto sommerso» della popolazione - Con queste parole, gli americani indicano le famiglie «povere», con un reddito inferiore a due milioni di lire all'anno • Gli Stati Uniti già dedicano a spese sociali 43 mila miliardi di lire; ora miglioreranno l'assistenza, il risanamento edilizio, la cura delle zone depresse, l'aiuto alle scuole - Per lottare contro la disoccupazione, viene facilitato il pensionamento - Il « boom » economico offre i mezzi finanziari per questi piani; per la prima volta il governo ha l'appoggio anche dei capitalisti intelligenti (Dal nostro inviato speciale) New York, dicembre. Johnson ripete: Great Society. Che cosa è la « grande società»? Non una formula dottrinaria: le prospettive I mitiche sono prive di fascino I in questo paese. Great Society sarà l'America che già conosciamo, più lo sviluppo di aree depresse come gli Appalachi e le zone ex minerarie del Minnesota e del Michigan, la diffusione dell'assistenza sanitaria finan¬ IIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIlIMMIf lllllItlllllIflIllllllllIt ziata dai bilanci pubblici, la ricostruzione delle città secondo piani commisurati ai bisogni del 2000 (Pittsburgh e Filadelfia hanno già cominciato) e l'espansione della scuola gratuita secondo investimenti proporzionati al tasso di crescita d'ita popolazione. Il boom economico di Questi anni è la scala per arrivare alla Great Society. Oggi è possibile spingere alla superficie il « quinto som- llllllItllllllllllllllllllllllllllllllllllllllMlllllIllll merso » della popolazione, creare davvero la prima società omogenea della storia. Il « quinto sommerso » c costituito dalle famìglie povere. In America sono considerate povere le famìglie con un reddito annuo inferiore a 3 mila dollari (un milione e 860 mila, lire, assai più che il salario medio sovietico). Esse sono il 10 per cento della popolazione e pochi anni fa erano il 22 per cento; comprendono tre milioni e mezzo di disoccupati, soprattutto negri. Non è modesto il capitale che l'America già. spende in « sicurezza sociale », l'assistenzialismo biasimato dalla destra di Goldwater. Quest'anno il governo federale, gli Stati e i municipi spendono 70 miliardi di dollari, ossia 43 mila IfiO miliardi di lire (quasi il doppio del prodotto lordo italiano) in assegni ai disoccupati, pensioni, assistenza ospedaliera, aiuto pubblico ai ceti poveri e alle scuole. Ma la meta della * grande società » presuppone un impegno più vasto. La disoccupazione deve declinare almeno dal 5 al % per cento, e questo è impossibile senza un sistematico intervento dei poteri federali per attenuare gli effetti dell'automazione. I sindacati operai, a loro volta, possono favorire la transizione alla « grande società » chiedendo assai più ■per i pensionati che per i salariati. E infatti i nuovi contratti collettivi tendono a ridurre l'età di pensionamento. Oggi un operaio della General Motors, della Chrysler o della Ford può ritirarsi a sessantanni col 70 per cento della paga normale (fino a bOO dollari al mese) alla sola condizione che abbia lavorato dieci anni. Chi ha compiuto tre decenni d'impiego può ritirarsi anche a SS anni con una pensione di 200 dollari al mese. I contratti del 1950 concedevano solo 100 dollari di pensione a 6S anni. La rivoluzione contrattuale pone come problema prioritario la * dignità economica» dei vecchi e insieme la possibilità d'impiego per i giovani. Se iti Russia si parla ogni giorno di «lìnea generale» di sviluppo verso il comunismo, un fine dedotto dall'ideologia, in America si parla di « modello generale » di sviluppo della società, che non è un'idea metafisica, ma una prospettiva indotta dalla realtà. Il 70 per cento degli americani sono già proprietari della casa che abitano (appena quattro anni fa erano il 62 per cento). Le famiglie che posseggono almeno una automobile sono il 78 per cento. Il consumo prò capite di carne in un anno è di 90 chili. Beninteso, si può essere scettici sul significato delle medie prò capite. « Se tu compri un pollo e io no — osserva chi diffida delle statistiche — ne risulta che abbiamo comprato mezzo pollo prò capite ». Tuttavia quando le cifre statistiche superotto certi livelli, si riduce anche il margine di dubbio. Non esistono molti uomini che possano assimilare mezzo chilo di carne tutti i giorni — dunque la media dì 90 chili in un anno indica che non sono nemmeno molti gli americani esclusi dalla dieta di proteine. Non diverso è il significato delle statistiche sulla vendita di libri (oltre un miliardo di copie ogni anno). Il programma del benessere omogeneo, o della € grande società •■>. è simile al New iIIII; I i l I | iiiiiiiiiiiiMiMiiiiiiiiiiiiTii iinMiiiiiiiiiiiiiii Deal, al Fair Deal e alla «nuova frontiera», secondo l'impegno assunto da Johnson un anno fa: «continuiamo». La differenzi, ò che oggi tutto si trasferisce su scala maggior':. Johnson può finanziare l'impresa con l'aumento del gettito fiscale che deriva dall'espansione ilei prodotto nazionale lordo nonostante la riduzione delle imposte (il fisco ottiene 6-7 miliardi di dollari in più ogni anno) e con i « tagli » delle spese militari affi/lati a M cNamara. Lyndon Johnson è forte, può dirigere la complessa macchina economica del paese. I presidenti americani non si sono trovati spesso in condizioni simili. Egli ha vinto le elezioni presidenziali con una valanga di voti. Al Senato i democratici sono SS e i repubblicavi Sa, alla Camera ì democratici sono ,'.9J e i repubblicani 1//0; inoltre la maggioranza è depurata da molti conservatori sudisti. I sindacati sostengono Johnson, e le stesse centrali di potere dell'economia, privata hanno compreso i problemi di equilibrio posti dall'automazione. Se il primo Henry Ford si oppose a Franklin Roosevelt e al New Deal, il secondo Henry Ford si è convertito al partito democratico e ha sostenuto pubblicamente Johnson contro Goldwater. Oggi i managers dell'industria sono laureati in economia e in tecnologia, voltano le spalle al capitalismo «veci rhia frontiera»; gli esperti I come McNamara, usciti da I Harvard, hanno invaso i I consigli di amministrazione I non meno che i ministeri di ; Washington. I Nonostante V onda Goldi water, che ormai è passata, l il capitalismo americano appare duttile oltre che in I espansione. Di certo è assai | più aggiornato che il socialismo dell'Urss, dove si scopre appena ora la necessità del market research, dei prezzi commisurati al rapporto fra domanda e offerta, del profitto aziendale, delle tecniche occidentali di management. Dopo che Lenin aveva annunciato la fin'e del capitalismo per autodistruzione, quarant'anni fa l'Urss chiese l'aiuto di Ford per costruire le sue prime officine di Gorki e l'aiuto di Cooper per costruire la diga sul Dnieper. Nell'ultimo decennio la stessa vicenda si è ripetuta. Kruscev ha annunciato per il 196S-70 il superamento della produzione americana; ina oggi, caduto Kruscev, Kossighin chiede agli Stati Uniti di vendere all'Urss i loro computers elettronici. Mosca deve pianificare meglio, con metodo matematico, sull'esempio della pianificazione in uso nelle industrie d'America. Questi soìio i fatti. Essi dimostrano come in America, a differenza che in altri paesi e anzitutto nell'Urss, ì fini della società siano proporzionati ai mezzi. Tutta, la storia americana è un succedersi di programmi che orientano a passo a passo gli eventi: New Deal, Fair Deal, « nuova frontiera», «grande società». In Europa s'è discusso per un secolo del comunismo, che poi è stato tentato solo nel mondo slavo e in Asia, su basi remote da quelle che Marx aveva immaginato. In America, prima si comincia a fare una cosa e poi le si dà un nome: quando si dice « grande società », essa è prossima. Alberto Ronchey iiiiiiniiiiiiiiitiiiiiiiiif iiiiiiiiiMiMiiiitiiiiiiiiiiiia