Oggi i «paras» tornano a Bruxelles
Oggi i «paras» tornano a Bruxelles Oggi i «paras» tornano a Bruxelles Il governo belga smentisce di avere ordinato il ritiro per le pressioni americane: «La decisione è nostra. Tentando nuovi interventi, rischieremmo più rappresaglie che salvataggi » (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 30 novembre. Domattina arriveranno a Bruxelles in volo dall'isola dell'Ascensione i paracadutisti che hanno partecipato alle operazioni di salvataggio degli ostaggi bianchi detenuti dai ribelli a Stanleyville e a Paulis. Viene confermato che i militari sfileranno per le vie del centro cittadino: per l'occasione è stato previsto un imponente servizio di polizia. Si temono incidenti provocati da estremisti. Un portavoce del ministero degli Esteri ha oggi risposto alle accuse lanciate da molte parti, secondo le quali i paracadutisti sarebbero stati ritirati dal Congo solo perché gli Stati Uniti non erano più disposti ad appoggiare la loro azione in quanto tra gli ostaggi in mano ai ribelli non ci sono più o quasi dei cittadini americani. « Non è esatto — ha ribattuto il portavoce — a PaiUis e a Stanleyville valeva la pena di correre il rischio di tentare l'intervento. Ma a Bunia, a Wamba, a Watza, città in cui si trovano ancora degli ostaggi, i bianchi sono sparsi. La situazione è fluida. Il rischio è troppo grande. A Wamba e a Watza inoltre non c'è aeroporto. E' stato il Belgio a decidere il ritiro dei paracadutisti: tentando nuovi lanci rischiamo più ritorsioni che salvataggi*. Il portavoce di Spaak ha ancora difeso l'operazione dei paracadutisti dall'accusa di essere stata troppo lenta e di avere favorito le rappresaglie dei ribelli: « L'aeroporto di Stanleyville è stato occupato in dicci minuti — ha detto — ma naturalmente è passata un'ora e mezzo prima che potessero essere sbarcati i mezzi pesatiti ». <Non potevate agire contemporaneamente a Paulis e a Stanleyville* Avreste forse salvato decine di vite umane», ha chiesto un giornalista. € Lo sbarco non è avvenuto contemporaneamente perché non c'erano paracadutisti in numero sufficiente. D'altra parte se avessimo mandato in Congo più soldati, non avremmo potuto evitare maggiori critiche sul fine puramenti umanitario del nostro intervento ». St d.
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