Aereo militare mitragliato dai ribelli si schianta partendo da Stanleyville: sette morti

Aereo militare mitragliato dai ribelli si schianta partendo da Stanleyville: sette morti Gli insorti tornano all'attacco dono il x* iti2*0 dei < para ss > Aereo militare mitragliato dai ribelli si schianta partendo da Stanleyville: sette morti Sei delle vittime sono mercenari belgi dell'esercito di Ciombe - Sull'apparecchio c'erano 40 uomini: 25 feriti, 8 scampati - Angoscioso appello a re Baldovino di un deputato belga giunto a Léopoldville: «Centinaia di bianchi sono ancora prigionieri. Vi supplico di inviare truppe» - Tra gli ostaggi, forse venti italiani (Nostro servizio particolare) Léopoldville, 30 novembre. Un « DC 4 > delle linee aeree congolesi, sul quale si trovavano militari dell'esercito di Ciombe, è stato abbattuto ieri sera dai ribelli a Stanleyville. Sette morti, tra i quali sei belgi, e numerosi feriti è il bilancio dell'incidente. L'apparecchio stava per involarsi da Stanleyville alla volta di Léopoldville, ma non è riuscito ad alzarsi: bande di ribelli che sembra abbiano preso possesso di una parte dell'aeroporto, lo hanno fatto segno a un intenso fuoco con le mitraglia trici. L'aereo si è incendiato e capovolto. Aveva a bordo 40 persone: 8 si sono salvate, 25 risultano ferite. Nei giorni scorsi altri aerei erano stati danneggiati, sempre a Stanleyville, dai ribelli, ma senza gravi conseguenze. A questa tragica notizia — che è indice della tenace resistenza, anzi della ripresa dei ribelli — se ne aggiungono stasera altre che certo non contribuiscono a ravvivare le speranze di una pronta liberazione dei 900 ostaggi bianchi che ancora si trovano prigionieri nella provincia orientale de) paese. I ribelli hanno chiesto ufficialmente al Sudan armi, soldati e sanitari per la loro provincia: a quanto sembra il governo sudanese non ha ancora risposto, ma a Léopoldville si teme che le richieste degli insorti possano essere accolte. I ribelli fruirebbero cosi di un insperato aiuto. Tutto ciò avviene mentre è definitivo il ritiro dei paracadutisti belgi che nei giorni scorsi sono stati lanciati su Stanley ville e Paulis. I militari dal basco rosso hanno anzi già lasciato il Congo e saranno domani in patria. Il deputato belge. Saintraint, che si trova a Léopoldville, ha oggi raccontato ai giornalisti di avere avuto questa drammatica telefonata con il primo ministro del governo di Bruxelles, Léfèvre: < Torno ora da Stanleyville — avrebbe detto Saintraint a Léfèvre — e vi supplico di inviare delle truppe per effettuare una operazione uryente di salvataggio su Watsa e Wamba, dove ci sono centinaia di bianchi ». oc Gli americani non vogliono », sarebbe stata la risposta del primo ministro. Il deputato ha insistito: « La vita di quella gente c in pericolo ». < Gli americani di Washington non vogliono e gli americani della ambasciata di Liopoldville de vano seguire le direttive del Dipartimento dì Stato ». Tutto ciò contrasta con la versione ufficiale belga, secondo la quale a decidere il ritiro dei paracadutisti non sarebbero stati gli americani, ma gii stessi belgi, dopo aver con statato la possibilità di nuovi interventi. Il deputato Saintraint ha comunque annuncia to di avere indirizzato una pressante petizione a re Baldovino. Ma finora non ha avuto risposta. Secondo le Ambasciate straniere a Léopoldville il totale dei bianchi che ancora si trovano nel territorio controllato dai ribelli è di almeno novecento. In particolare tra questi ostaggi ci sarebbero: 200 belgi, 5 francesi, 240 greci, 130 olandesi, 30 tedeschi, 29 lussemburghesi, 20 italiani, 37 inglesi, 6 austriaci, un neozelandese, 8 canadesi e 4 americani. In questa situazione, negli ambienti congolesi di Léopoldville si continua ad ostentare un notevole ed ingiustificato ottimismo. Mentre Ciombe è a Parigi, dove avrà domani un incontro con De Gaulle, al ministero della Difesa si dichiara che « le truppe governative controllano saldamente il paese ». Tutti gli osservatori giudicano invece la situazione grave tanto sul piano militare che su quello politico ed economico. Due colonne di soldati di Ciombe — questa la realtà — sono in marcia verso il cuore della provincia orientale: una punta su Bunia e Watsa, l'altra su Bambili e Paulis (città che subito dopo la partenza dei paracadutisti belgi è tornata completamente in mano ai ribelli). Bunia sarebbe stata occupata. I soldati di Ciombe ed i mercenari bianchi non avrebbero trovato neppure uno dei cento e più bianchi che si dovevano trovare nella zona. I ribelli, a quanto si suppone, avrebbero trascinato con sé nella fuga gii ostaggi che si troverebbero ora in prigione a Watsa. Durante l'occupazione di Bunia, nel corso di un violentissimo combattimento, mercenari ed i soldati di Ciombe avrebbero ucciso una settantina di ribelli, distruggendo con i lanciafiamme numerose abitazioni. Il maggiore inglese Mike Hoare, di 47 anni, che è il capo dei 700 mercenari che combattono a fianco dei soldati di Ciombe, ha avuto domenica un lungo colloquio con il primo ministro congolese. Tra le al tre richieste avanzate a nome dei suoi uomini, il maggiore Hoare avrebbe fatto presente ch« i suoi soldati sono stanchi ertmLlerznmLggdSsn e hanno assoluto bisogno di riposo. Se dalle colonne militari dovessero essere ritirati i mercenari, si rileva stasera a Léopoldville, cadrebbero anche le già esigue speranze di vittoria sui ribelli e per conseguenza i novecento bianchi prigionieri rimarrebbero definitivamente abbandonati agli insorti. r. s. | I corpi degli ostaggi massacrati dai ribelli trasportati da un battello sul fiume Congo (IVI. «Associated Pio: Missionari inglesi con i loro bimbi liberati in una zona dell'interno presso Stanleyville (Tel. "Associateci Press»)

Persone citate: Baldovino, De Gaulle, Hoare, Mike Hoare, Wamba

Luoghi citati: Bruxelles, Ciombe, Congo, Lãƒâ©fãƒâ¨vre, Parigi, Sudan, Washington