Il Capo dello Stato e le giunte difficili di Vittorio Gorresio

Il Capo dello Stato e le giunte difficili Due problemi per il centro-sinistra Il Capo dello Stato e le giunte difficili Due problemi politici sono oggi aperti in Italia: la scelta di un candidato per la successione dell'onorevole Antonio Segni alla Presidenza della Repubblica, e la definizione di alleanze locali tra i partiti per formare le nuove giunte comunali e provinciali. Sono problemi di importanza diversa, ma collegati tra loro da una ragione politica sostanzialmente identica, che è di cercarne la soluzione, da parte dei fautori e degli avversari del governo, in modo da favorire e rispettivamente da impedire il consolidamento del centro-sinistra. In altre parole, i due problemi vengono acutamente politicizzati dagli organi di rigenti dei partiti in funzio ne esclusiva dell'attuale for mula parlamentare, senza che si tengano nel conto opportuno, come sarebbe ne cessario, le loro specifiche caratteristiche, che sono costituzionali in un caso e amministrative nell'altro. Questo genere di deformazione non può giovare a nulla, naturalmente, poiché oltre a un ritardo comporta pure il rischio di falsare le soluzioni. Date le condizioni di salute dell'onorevole Segni, non sembra che possano sussistere dubbi che egli verrà dichiarato dai medici permanentemente « impedito » all'esercizio delle sue funzioni. Le speranze così a lungo conservate dagli italiani che egli potesse ri cuperare in grado sufficiente le sue forze e le sue capaci tà sono purtroppo andate a vuoto, né sono valsi, nella loro intensa sincerità, gli auguri e le preghiere. En tro «un breve spazio di tempo», come si è espressa ieri la Camera, la questione della successione sarà quindi posta in modo concreto, e si può anzi ritenere che lo spazio di tempo sarebbe anche più breve, se un principio d'accordo sulla nuova candidatura fosse già stato raggiunto. Accordo, invece, non si è avuto a conclusione dei sondaggi che in questi giorni sono stati in corso, e non appare neppur certo in prò spettiva. A quanto sembra, la maggioranza non è arrivata ad alcuna intesa per un candidato comune ai partiti del centro - sinistra, e nemmeno la stessa democra zia cristiana sarebbe riusci ta ad esprimere una prò pria candidatura. Come già in altre occasioni si è dato, i partiti si trovano dunque ad affrontare in ordine spar so il problema dell'elezione presidenziale, e la sua soluzione è stata quindi rinviata all'inizio dell'anno prossimo. Un pretesto doloroso co me la malattia dell'onorevo le Segni viene colto e sfruttato al modo stesso che la difficoltà di costituire in al cuni comuni e province giunte di ispirazione politica affine a quella del governo centrale. Nel corso dell'ulti ma riunione della direzione del psi l'on. Lombardi ha proposto la denuncia del centro-sinistra come di una formula svuotata di valore, e l'asserzione potrebbe sem brare convalidata dalle dispute apertesi per la can didatura presidenziale e dalla impossibilità di riprodur re automaticamente in tutti gli organi amministrativi locali la situazione politica esistente al centro. Non sono questi tuttavia i termini corretti per una valutazione della validità o meno del centro-sinistra che si giustifica o si con danna su un terreno diverso, quello cioè della sua attitudine o della sua inca pacità ad affrontare e ri solvere i problemi del pae se. Su questo piano le prove sino ad ora fornite sono soddisfacenti, e a questa stregua il governo di centro-sinistra continua a godere della fiducia del Parlamento dove è rimasto immu tmCsvndtnqmldbgms tato il rapporto di JY.rze tra maggioranza e opposizione. Chi in Parlamento non riesce a prospettare alternative o soluzioni di ricambio non può affidarsi ad espedienti impropri come la scelta arbitraria di altri terreni di lotta. Il mancato accordo sulla questione del Quirinale non mette in causa il governo e la sua politica, come non è da drammatizzare la probabile formazione, in talune grandi città, di giunte amministrative non di centrosinistra. Gli elettori milane¬ snrrpgrdppttIteczu■iiHiiiiiiitiiiiiiniiiiiuiiiiiiMniiHiuiUMiiiiMiiit si, o napoletani, o fiorentini, o torinesi hanno il diritto di scegliersi i propri rappresentanti secondo le preferenze, convenienze, esigenze locali, nulla conferisce agli organi direttivi dei partiti la potestà di imporre soluzioni univoche prefisse dal centro o dall'alto. Tanto varrebbe, nell'ipotesi diversa, procedere in Italia ad una sola consultazione polivalente generale, e poi spedire nelle province « missi dominici » in funzione di podestà tutti di un unico colore. Vittorio Gorresio itiiiiiMiiiiiMiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Antonio Segni, Lombardi

Luoghi citati: Italia