Smentito dalla statistica un diffuso pregiudizio

Smentito dalla statistica un diffuso pregiudizio Smentito dalla statistica un diffuso pregiudizio La delinquenza minorile non è allatto in aumento Non è facile paragonare la gravità dei delitti, né istituire confronti fra tempi diversi Ma le cifre dimostrano che, dal 1890 ad oggi, la criminalità dei minorenni è molto diminuita - Sono anche meno numerosi i reati « gravi » - La diffusione del benessere, della cultura, dello sport è il solo strumento efficace per la lotta contro i delitti dei ragazzi I delitti sono un fenomeno che ha sempre appassionato l'opinione pubblica; i delitti dei minorenni sono quelli che, invece, preoccupano l'opinione stessa e danno agli adulti quasi un senso di pena e di tristezza; non appassionano ma addolorano. Si ritiene che, oggi, la delinquenza minorile sia molto aumentata, rispetto al passato, e tutti ne sono gravemente preoccupati. Questo della criminalità dei giovani è un problema, però, che va ridimensionato alla luce della statistica, la quale sola può dire una parola obbiettiva in materia. Per essere sinceri una esatta risposta non è facile; occorrerebbe usare certi indici, proposti da chi scrive trent'anni fa, che servono a pesare la gravità della delinquenza. Nessuno statistico e nessun magistrato saprebbe rispondere, senza tali metodi di misura, se è più grave la criminalità di un villaggio i cui cittadini si sono resi colpevoli (a parità degli altri delitti) di 2 omicidi, di 10 rapine e di 100 furti lievi, o quella di un altro luogo in cui furono commessi un omicidio, 13 rapine e 200 furti lievi. Premesso, dunque, che, per discutere a fondo di criminalità minorile, bisognerebbe cominciare con il misurare obbiettivamente ed esattamente la sua gravità (ciò che non è stato mai fatto), si tratta di vedere, attraverso sintomi indicativi, la tendenza che essa dimostra nel corso degli ultimi settant'anni. Ci si li mita ai dati sicuri che si fermano al 1961, e che la sceranno alquanto stupiti coloro i quali siano convinti del grande aumento di questo doloroso fenomeno. ITALIA MINORENNI CONDANNATI OGNI 100.000 ABITANTI Anno 1890 50,02 1900 76,26 1910 57,62 1920 46,54 1930 28,76 1960 2,55 1961 2,23 Vi è soltanto da osserva re: a) che il calcolo su 100.000 abitanti non è un ottimo termine di riferimen to, perché le classi giova ni sono, oggi, un po' meno numerose che in passato; b) che, nei dati successivi al 1950, si risente l'effetto dell'introduzione del perdo no giudiziale, che può esse re applicato invece della condanna, anche quando si riscontri la colpevolezza Tuttavia, la diminuzione della delinquenza minorile è enorme: dal 1950 al 1961 si è ridotta a meno di un quarto; dal 1890 a poco più di un ventesimo. Le ragioni sono note. In primo luogo agisce la diminuzione della miseria: la delinquenza non si debella né con le leggi né con le pene, ma rialzando il livello economico e sociale della popolazione. In secon do luogo, non poco merito spetta agli sports d'ogni genere, al turismo, alla mo torizzazione che hanno di stolto i giovani dall'alcoo lismo domenicale e dalle conseguenti risse, portando li negli stadi o al mare o in montagna, invece che nelle bettole e nelle taverne. Se scendiamo a dati più particolari, il quadro risul ta un po' meno ottimistico di quello sinora presentato I fatti delittuosi commessi da minorenni sono cresciuti dal 1955 al 1961 (da 17.211 a 22.834) e dimi imiti nel 1962 a 22.281. Ma essendo contemporaneamente aumentati i casi di impromovibilità dell'azione pe naie ed i proscioglimenti, ne è risultato un numero di condannati stazionario e, quindi, in lieve diminuzione rispetto alla popolazione dato ch'essa cresce. Conferma di questa situazione di continuo miglioramento si ha pure da altre notizie: i minorenni entrati negli isti tuti di pena erano 15.620 nel 1955 e 11.794 nel 1961. Quelli presenti nei ricordati istituti erano, al 31-12-1954, 5683 ed al 31-12-1960, 3712, dei quali, rispettivamente, 5313 e 3263 ricoverati nelle case di rieducazione. Se si esamina il tipo dij delitti commessi dai minorenni si nota una notevole diminuzione dei delitti gravi. I dati che seguono si riferiscono agli anni 1959, | 1960, 1961. Gli omicidi vo lontari sono, in ciascuno dei citati anni, rispettivamente: 14, 13 e 6; le lesioni personali volontarie: 418, 385 e 305; le risse, violenze private, minacce ecc.: 183, ■tinnii i tini inni iiiiiiiiMiii 121 e 126; i reati contro la famiglia, la moralità e il buon costume: 398, 420 e 374; i furti: 4813. 4359 e 4381; le truffe e altre frodi: 132, 129 e 114; le rapine, estorsioni e sequestri di persona: 135, 117 e 126. Se, infine, guardiamo alla distribuzione territoriale dei delitti nelle tre grandi ripartizioni statistiche in cui si divide il nostro paese (corrispondenti all'Italia del Nord, Centro e Sud intesa non in senso geografico, ma sotto l'aspetto socio-economico ) troviamo iiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiii i min Miin che, nel 1961, dei 6572 minorenni condannati o perdonati giudizialmente — e perciò colpevoli — 2902 appartenevano all'Italia meridionale ed alle isole; 2514 al Centro e solo 1156 al Nord. Il che sta. ancora una volta, a confermare come i minorenni non trovino un « deterrente » al delitto nel le leggi, né un ravvedimento ad esso nella pena, ma vengano distolti dai reati attraverso l'aumento del be nessere, del livello sociale e della cultura. Diego De Castro iiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Diego De Castro

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