I motivi che hanno portato il pei all'aumento in Toscana

I motivi che hanno portato il pei all'aumento in Toscana Forte progresso regionale, mentre altrove subisce grosse perdite I motivi che hanno portato il pei all'aumento in Toscana I comunisti hanno saputo approfittare meglio di ogni altro gruppo politico delle irrequietezze e del malcontento dovuti alla rapida trasformazione di questa terra: in pochi anni il 60 per cento delle case coloniche si sono chiuse, città agricole sono diventate industriali - Ma ci sono eccezioni: in qualche Comune il centro-sinistra ha strappato l'amministrazione al pei (Dal nostro inviato speciale) Siena, 25 novembre L'avanzata comunista in Toscana può assumere, nel consueto affanno delle indagini postelettorali il valore di un « campione » da sezionare ed esaminare nelle sue componenti, nelle sue spinte (pianto mai varie. Si avverte, per prima cosa, la fragilità di alcune analisi immediate Quando si all'erma che in Toscana il centro-sinistra ha perduto più voti dove la de era orientata a sinistra, come a Firenze, si cade nella confusione fra in dirizzi personali e di partito. A Firenzi la sinistra era soprattutto un personaggio, il sindaco La Pira, ed egli ha ottenuto un grande numero di preferenze; il partito si eia preoccupato del «lapirismo» cercando di coprirsi a destra, e ha perduto più di dodicimila voti A Siena, dove la de conta almeno nove uomini di sinistra sui dodici eletti, il partito ha guadagnato 58-1 voti rispetto al 1960 (con lievi llessioni percentuali essendo aumentato il mimerò degli elettori). Va notato che in Toscana le perdite della de sono generalmente contenute entro limiti modesti (a Pistoia 0,2 per cento), con qualche caso di avanzamento. II gioco dei numeri potrebbe continuare, con interpretazioni opposte. C'è un dato di fatto centrale, indiscutibile: la Toscana ha confermato che il comunismo è entrato nelle radici della sua società, con una tendenza all'espansione interrotta da pochi casi isolati Espansione non clamorosa ma in sé ammonitrice: aumenti del 2 o del 3 per cento, come si sono visti a Siena, a Grosseto o a Pistoia, sono da valutare lenendo conto che il pei era già arrivato in media al 40 per cento e oltre nel 1960 partendo dal 20-25 per cento del 1946 A Siena il pel ha avuto il 51.15 per cento dei voti per le provinciali; ma già lo scorso anno alle politiche ebhe il 52 6 per cento Si riparla dello svuotamento delle campagne: il conta dino.passa dal mondo rurale. iiiMuenzat.q dal parroco, a quello Ùrbatro! influenzato dàll'at tivlsta e dal capo-cellula. Spie nazione suggestiva in Tosca na, dove l'abbandono della terra, pai'allelo a una quasi caotica espansione industriale o semindustriale di alcune zone (Empoli. Poggibonsi), ha avuto le proporzioni di un tra sferimento di massa. Oggi, attraversando le colline del Chianti, osservavo i poderi abbandonati o trascurati, le ca se coloniche chiuse; tra i rilari poche donnine vecchie e rinsecchite, come poveri sim boli di una civiltà che mostra lacerazioni persino nel classico paesaggio (la dolcezza astratta delle colline fra l'Aretino e il Senese) in molti tratti inselvatichito In alcune zone il sessanta per cento delle case rurali è stato abbandonato. Questa massa di popolazione è passata sotto la tutela vigile, assidua del partito comunista che ha I suoi centri di potere nelle amministrazioni comunali e in quelle prò vincialì. Ad Arezzo un funzio nario del pei mi dice con tutta franchezza: «La nostra sette, in certi periodi stagionali, sembra un ufficio di colloca meiìln ». Arezzo era un centro agricolo. Ancora oggi, nella solennità severa delle sue piazze, le contadine vendono fun ghi, uova fresche, polli vivi. Ma Arezzo in pochi anni, è diventata una città industria le, con 15 mila operai su 80 mila abitanti (i comunisti ave vano il 25 per cento dei voti prima della trasformazione oggi sono sul 40 per cento) Gli altri partiti non sono stati altrettanto pronti a cogliere il senso delle trasformazioni profonde avvenute nella società toscana, che ava va in sé evidente, la chiave di una netta differenza dall» società di altre regioni de Centro e del Nord: la radi cale scomparsa della religio sita in zone molto estese. Neppure in Emilia il d: stacco dalla Chiesa è cosi avvertibile. Ecco un quadro esemplare che mi viene dato dalla sorella del parroco di Ta venie d'Arhia. nel Senese. Su duemila parrocchiani sparsi in frazioni e poderi fiatanti più di dieci dodici chilometri dalla chiesa meno di duecento vanno a Messa con una certa as siduità Ogni sforzo è stato fatto: c'è un asilo c'è un centro ricreativo con patronato c'è una sezione Adi Ma i risili tati sono magri: ì pochi chej frequentano le istituzioni par-1 rocchiali sono impiegati, bene stanti e i loro Agli « Fammi battezzare i bambini, gli fan ! nn tare la prima comunioni ina ijran testa, si sposano in chiuso vogliono il funerale re ligioso, ma non vengono mai a Messa < votano comunista > sintetizza efficacemente la so iella del parroco Le stesse situazioni si ripetono nella città ddspvztacrntlidctfdelitrt/zlmvlnqnlmpsntscccdapmgcppccRpulmdcablisactrMrctgattglnerce di Siena, in tante altre partdella Toscana rossa, dove la stessa borghesia è in buona pai-te influenzata in modo di¬verso da quella delle altre re-zioni italiane Il partito comunista è riusci-to accortamente a sostituirsalle forze tradizionali cornecoagulante della popolazionerurale, artigiana operaia. Lona fatto senza tentare di sostituire la sua ideologia alla religione; in Toscana lo sforzo dottrinale è molto più deboleche in Emilia II pei ha pun-tato, più elementarmente, sullaforza delle rivendicazioni edella solidarietà di classe «Po-ehi dei nostri elettori conosco-lio il comunismo. Ma sano con-tinti che il comunismo h la lo ro forza, che soltanto noi netuteliamo costantemente gli in-/eressi» mi dice un altro fun-zionario del pei. Infortuni po-litici, contraddizioni, errori ani ministrativi, perfino scandali o voci di scandali in campo edilizio (ci fu un caso ad Arezzo) non scalfiscono evidentementequesta convinzione. Il funzio-nario aggiunge: « ili alti, dopola caduta di Kruscev, ci domandavano se non sarebbepreferibile un sistema di Hoosocialdemocratico; ci portavano dei Paesi scandinavi. Mrctutti temono che in Italia nonsi arrivi a tanto e seguono noche abbiamo saputo adattarci*. Subito precisa: tNon dico che si stia diventando socialdemocratici» e sorride, quasa far intendere l'invidiabile capacità di adattamento dei comunisti alle necessità psicologiche contingenti. C'è stata qualche sconfitta comunista anche nella partepiù rossa della Toscana. In provincia di Siena ecco duecomuni conquistati da liste dcentro-sinistra: Radicofani e Radda, in passato dominati dapei alleato al psi. Nel Chiantun tipico centro vinicolo. Gaiole, si è confermato isola democristiana benché il suo sindaco da molti anni, Bettino Ricasoli, sia passato da tempo ai liberali. A Siena stessa la vittoria dei comunisti è problematica per quel che tocca l'amministrazione del comuneil psi non sembra cosi facilmente disponibile come in passato e i consiglieri comunisti pur con l'aiuto del psiup. non avrebbero la maggioranza Ma per arrestare l'ascesacomunista in Toscana e invertire la tendenza, non basterebbero accorgimenti tatticManca, alla radice, una serrata concorrenza al Partitcomunista, fatta con egualtenacia, con realismo, con grande forza di suggestionappoggiata ai fatti (che tuttavia non mancano, come tante opere pubbliche e tanti progressi in campo edilizio, scolastico industriale). Difettnei partiti concorrenti unestesa conoscenza dell'elettorato stesso, per il sessanta pecento composto di contadini ex-contadini, artigiani, operaportati naturalmente all'estremismo politico, tormentati d crisi come quella dell'agricoltura oggi, come quella delle zone minerario ieri (a Gavorrano il pei ha ottenuto il 53.9 per cento dei voti). Né va dimenticata la crisi di trasfor inazione dell'artigianato: i co munisti ne hanno anche tratto partito, guadagnando un tra dizionale elemento di modera zinne della scena politica to¬ scana. Il loro potere coagulante, lo dicono essi stessi, è stato favorito fino a ieri dall'alleanza con i socialisti. Un centro-sì nistra capace di imporsi come una forza decisa di attrazione e di iniziativa li indebolirebbe fatalmente, spezzando quel potere. Si potrebbe dire che mal ti toscani non sono interamen te o intimamente comunisti: ritengono di avere nel pei il loro grande tutore. I comuni sti hanno assunto questa po¬ sizlone puntando tutto sulla lotta di classe o sulla tutela di classe, assai meno sulla ideologia (manca, in Toscana, l'organizzazione delle scuole ili partito tipica dell'Emilia), col favore di un clima morale che potrebbe essere mutato, ma a condizione di avere forze omo genee, più chiare e coraggiose idee, anche a condizione di co noscerlo meglio. Mario F •azio ( IF11111M ! 11111111 i 11L1111111 M11111T 711J111111! IL1

Persone citate: Aretino, Bettino Ricasoli, Kruscev, La Pira