Un «libro bianco» in difesa di Marotta

Un «libro bianco» in difesa di Marotta Consegnato ieri ai Tribunale Un «libro bianco» in difesa di Marotta Contiene lettere di stima inviate all'ex direttore della Sanità da scienziati e uomini politici - Ce ne sono di Fermi, di Chain, di Montgomery (Nostro servizio -particolare) Roma, 18 novembre. Un « libro bianco » in favore del professor Domenico Marotta è stato depositato questa mattina nella Cancelleria della ottava sezione del Tribunale dai difensori dell'ex direttore dell'Istituto superiore di Sanità, avvocati Vassalli, Marinaro e Sorrentino. Si tratta di un volume di 295 pagine, nel quale sono raccolte attestazioni a favore dello scienziato. « E' una confortante documentazione — si legge nella lettera allegata al libro — sull'attività data alla scienza del paese dal professor Maratta. L'esibizione di questa raccolta di documenti ha lo scopo di fornire al tribunale sicuri elementi per trarre ulteriori prove sul disinteresse e sulla abnegazione che lo scienziato insigne e probo ha posto sempre a fondamento della sua vita e della sua illuminata attività». Tra i documenti riprodotti figurano tre lettere del professor Enrico Fermi con le quali lo scienziato ringraziava il professor Maratta per aver potuto usare nel 1937 un grammo di radio messogli a disposizione dall'Istituto superiore di sanità, tre scritti del Premio Nobel professor Heymans, una lettera del professor Chain, Premio Nobel e membro della imperiale Accademia di Scienze inglese, inviata allo scienziato italiano in occasione della sua nomina a titolare della cattedra dì biochimica dell'Imperiai College. Nel volume si possono leggere una lettera del capo di Gabinetto del ministro dell'Interno della Repubblica sociale italiana, con cui si prendeva atto delle giustificazioni date da Marotta sul mancato trasferimento dell'istituto nell'Italia del Nord al tempo della guerra; una lettera del generale Montgomery, che ringrazia il professor Marotta per gli aiuti prestati ai prigionieri inglesi in fuga durante l'ultimo conflitto; lettere dell'esecutivo centrale del partito cristiano sociale, del generale Kirieleison, comandante della città aperta di Roma, del generale Fantoni, della sezione Flaminia del partito comunista italiano e di un gruppo patriottico clandestino. Tutti ringraziano il professor Marotta per il materiale sanitario messo da lui a disposizione durante il periodo della lotta dì liberazione. C'è anche uno scritto del prof. Gaspare Ambrosini, presidente della Corte Costituzionale, il quale si compiaceva perché Marotta aveva accettato la carica di alto commissario per l'igiene e sanità. Segue una lettera di Alcide De Gasperi; lo statista si congratulava per l'avvenuta costituzione, presso l'Istituto superiore di sanità, del Centro internazionale per lo studio degli antibiotici e della chimica microbiologica. De Gasperi scriveva: «La realizzazione di questo Centro di studi costituisce un motivo d'orgoglio per il nostro paese ». Tra i documenti figura anche una lettera dell'allora ministro dell'Interno Antonio Segni, che si rammaricava per le dimissioni di Marotta da presidente della Commissione consultiva delle sostanze esplosive Fanno spicco anche telegrammi di Fella, Gonella e Migliori inviati al direttore dell'Istituto di sanità al momento del suo collocamento a riposo. C'è anche la riproduzione del diploma « honoris causa » in sclpnze biologiche concesso allo scienziato il 24 ottobre del 1963, consegnatogli alla presenza del capo dello Stato. Tra i documenti, infine, sono inclusi numerosi telegrammi inviati da personalità italiane e straniere al momento dell'arresto di Marotta, una lettera di lady Amalia Fleming, vedova dello scopritore della penicillina, e uno scritto del professor Cesare Frugoni. Ora il tribunale, dinanzi al quale il processo per lo scandalo dell'Istituto superiore di sanità riprenderà il prossimo 28 novembre, dovrà decidere se acquisire o meno agli atti il «libro bianco» in favore di Marotta. r. s.

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