Forse altre spie erano già state chiuse nel baule e trasportate con un aereo da Roma all'Egitto

Forse altre spie erano già state chiuse nel baule e trasportate con un aereo da Roma all'Egitto Lo scandalo internazionale per il tentativo di rapimento a Fiumicino Forse altre spie erano già state chiuse nel baule e trasportate con un aereo da Roma all'Egitto La cassa, che risulta fabbricata a Perugia, è all'esame della polizia scientifica - L'ambasciata della Rau a Roma afferma di essere « completamente all'oscuro » della vicenda e di aver allontanato i due funzionari (organizzatori del ratto) per « non turbare l'amicizia con l'Italia » - I due diplomatici hanno lasciato il nostro paese ieri sera (Segue dalla prima pagina) accettato dai "verno di De Gaulle. èalim Osmdn sii Suycd, uno dei due diplomatici implicati nel « giallo » di Fiumicino, a Roma dal 1963, svolgeva nell'ambasciata della Rau le funzioni di consigliere politico e, in assenza dell'ambasciatore, anche di incaricato d'affari. Praticamente egli era il personaggio più in vista dell'amba sciata, ed il più conosciuto nell'ambiente diplomatico romano: l'ambasciatore, ex ministro della Educazione nazionale, mancava spesso da Roma. Il fatto che un consigliere politico d'ambasciata si trovi coinvolto in una storia come questa del baule prova, che il Corpo diplomatico della Rau ha un ruolo subordinato, ed in certo senso di « copertura », rispetto ai due « organismi del Mouhaberati El Askeir » e del « Mouhaberati El Alam ». Un altro dettaglio che può lasciare perplessi è che i due diplomatici abbiano usato, per fuggire da Fiumicino con il baule, un furgone delle United Arab Airlines. E' apparso inoltre sempre preoccupante il numero sproporzionato di funzionari accreditati dall'ambasciata della Rau presso la Saìita Sede. Roma, secondo gli esperti, è un'ottima « place tournante », per le attività del « Mouhaberati El Aslceir » e del tMouluiberati El Alam »: la posizione geografica e tuia certa tolleranza nei controlli favorirebbero l'azione dei due organismi di cui s'è detto. Per quanto riguarda invece il Dahan sempre meno probabile appare l'ipotesi che egli sia un tecnico tedesco specializzato in missili o bombe atomiche. Come anche, la polizia napoletana tende a escludere che il Dahan abbia potuto fare la spia per conto della cJVafo» oppure contro di essa, dal momento che non aveva rela- sioni nell'ambito di quell'organismo. Questa e altre ipotesi — come quella che vorrebbe collegare il Dahan all'uccisione dell'egiziano Farouk El Courbagi, avvenuta a Roma ai primi di gennaio — vacillano anche perché pare certo che il Dahan abbia passato un paio di anni in un carcere di Alessandria d'Egitto: se per delitti comuni e o , a e i e i a o reati politici, ancora non si sa. Sappiamo invece <iuasi con certezza che l'avventura del misterioso personaggio, dove va concludersi con la sua morte: lo gridò lo stesso Da han ieri sera nell'allegrezza dell'insperata liberazione. Fu forse il momento più bello della sua vita: prima di crollare svenuto, si gettò nelle braccia dell'agente di polizia E oggi ha voluto che la stessa guardia vigilasse fino a sera su di luiSe le cose stanno come dice oggi la vittima, allora non si capisce proprio come mai lui abbia deliberatamente accettato di essere rimpatriato. Il Dahan con ogni probabilità tace molte cose, su altre inventa storie che non si reggono in piedi. Maggiore veridicità acquista no invece le confessioni che fece ieri sera, al momento della liberazione. Tre soprattutto che lui è una spia egiziana che era israeliano e che dove va essere ucciso al Cairo. Se ci ricordiamo che ieri sera il « marocchino », oltre che fuori di sé dalla gioia, era anche sotto gli effetti della narcosi, dobbiamo concludere che egli allora non era nelle condizion d'animo e di mente per inven tare bugie. Quella vaghezza mentale il torpore dei sensi gli dura vano ancora stamane, quando si è svegliato nell'ufficio della questura dove era stato por¬ e l e , i o a ¬ tato ieri sera. Sulla sua incolumità vigilavano cinque agenti di polizia, dentro e fuori della stanza dove egli dormiva su una poltrona, con i piedi scalzi poggiati su un cuscino: indossava una aamiefa bianca e un paio di pantaloni grigi. Il Dahan si è riscosso verso le 5 del mattino. Dopo una quarantina di ore di digiuno, aveva fame. Tuttavia, non è stato possibile sfamarlo subito, perche oggi a Roma tutti gli esercizi pubblici sono rimasti chiusi per protesta contro le tasse. Solo alle 8,30 si è aperto il bar della questura e il Dahan ha potuto avere un tè con molti biscotti. Poi la visita medica. Il bollettino dice: «Condizioni cardiocircolatorie discrete lieve stato di prostrazione, sensorio lievemente obnubilato » Oli sono state riscontrate alcune contusioni ed ecchimosi sparse in tutto il corpo, oltre ai lividi lasciati dalle corde e dalle cinghie che lo tenevano immobilizzato dentro al baule. Insomma, modesti i danni fisici: si tratta di un giovane eccezionalmente robusto e dotato di un sistema nervoso di prim'ordine. Aggiungono coloro che lo conobbero a Napoli che il Dahan aveva una buona cultura generale e che appariva complessivamente enigmatico, di temperamento piuttosto chiuso. Però, aveva successo con le donne: rotto il fidanzamento con la nipote dell'affittacamere, si era legato con un'altra ragazza. Dora Mosca: e fotografìe di diverse altre donne sono state trovate a Napoli, nella sua cameretta. Intanto, di questo imbroglio internazionale, probabilmente di spionaggio, si stanno interessando diversi organi. La fotografia di Dahan e i suoi connotati stanno facendo il giro della polizia di buona parte del mondo, tramite l'Interpol Nonostante la smentita, si suppone che il <Sifar» — Servizio informazioni forze armate — non si disinteressi di quel ch'è avvenuto ieri all'aeroporto di Fiumicino. (Ha detto il dr. Seirè: « Organi efficientissimi dello Stato si stanno occupando della faccenda »). Particolare interesse si attribuisce alle analisi che si stanno facendo sul casco e sulle, cinghie che si trovavano all'interno del baule e che mirano ad accertare se le tracce di sudore siano solo del Dahan 0 anche di altri individui: si saprà in guesto modo se il baule aveva fatto uno, due o più viaggi fra Roma e II Cairo, con dentro uomini seppelliti vivi. Altre analisi dovranno individuare il tipo di narcotico usato dai due diplomatici egiziani. Contemporaneamente la polizia romana sta tendendo o tirando le reti per vedere se al rapimento con sostanze narcotiche — un delitto fra 1 più gravi — abbiamo preso parte persone — italiane o straniere — non coperte dall'immunità diplomatica. In questo senso è stato in¬ terrogato a lungo l'egiziano che dirige l'agenzia romana delle lince aeree arabe: fu sul furgoncino di quell'agenzia che il baule venne trasportato dall'ambasciata egiziana a Fiumicino; e anche a lungo è stato interrogato l'autista del furgoncino, l'italiano Alfredo Acanfora. Quest'ultimo, a Fiumicino, quando capi che la faccenda si metteva ma[e se la squagliò, e la guida del furgoncino — sulla via del ritorno a precipizio verso Roma, con la polizia italiana che incalzava sempre più vicina — fu presa da uno dei due diplomatici. (Ha detto il dott. Scìrè: «Riteniamo possibile che ci sarà più di una denuncia a carico di persone che non godono dell'immunità diplomatica »). Indagini sono in corso anche a Perugia, presso la ditta che ha fabbricato il baule, attrezzato di poi come una gabbia dai diplomatici egiziani. In tutta questa tenebrosa e complicata vicenda non manca la nota umoristica. La fornisce il portavoce dell'ambasciata egiziana, affermando che la valigia diplomatica spedita dall'ambasciata non è la stessa in cui si trovava — chi sa come — il Dahan. In altre parole, ci sarebbe stata una diabolica sostituzione di bauli. Il portavoce aggiunge che la Rau, solo « desiderando ardentemente di mantenere buoni rapporti con l'Italia», ha deciso di allontanare i due primi segretari sospettati dal territorio italiano. La partenza dei due diplomatici, come aveva chiesto il ministro Saragat nei modi più energici, è avvenuta poco dopo le 19 da Fiumicino. r. s. con gli occhiali — sia falsa essa apparterrebbe, cioè, ad un giovane che somiglia mol to alla spia trovata chiusa nel baule dell'aeroporto di Fiumi cino. Ieri nella sua casa a Napoli Sara Bianchi, ex-fidanzata dell'uomo rinvenuto nel baule (Te le loto A. P.) uedp