Mentre continua la battaglia degli scienziati Nigrisoli dice: « Se sarò assolto andrò nel Congo» di Guido Guidi

Mentre continua la battaglia degli scienziati Nigrisoli dice: « Se sarò assolto andrò nel Congo» IL PROCESSO Al MEDICO ACCUSATO DI AVERE AVVELENATO LA MOGLIE Mentre continua la battaglia degli scienziati Nigrisoli dice: « Se sarò assolto andrò nel Congo» Duro attacco del perito medico legale prof. Ricci: «Non vi sono dubbi: Ombretta Gaietti fu uccisa dal veleno» - Anche il consulente della parte civile, prof. Chiodi, ha sostenuto la stessa tesi - Il prof. Cattabeni, della difesa, ha controbattuto le teorie dei colleghi ed ha affermato che nel caso della signora Nigrisoli, ogni causa di morte può essere ritenuta valida ad esclusione del curaro - Il processo, rinviato a domani per gli ultimi scontri degli esperti, sarà poi sospeso sino al 30 novembre, giorno in cui la Corte deciderà se procedere ad una nuova perizia (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 17 novembre. Quale sia la causa della morte di Ombretta Galeffl, un accertamento non è soltanto necessario, ma indispensabile per stabilire se Nigrisoli è colpevole 0 innocente. E all'accertamento, i giudici della Corte d'Assise hanno dedicato oggi un'altra intera giornata, dalla mattina sino alla sera attraverso le illustrazioni, i chiarimenti, le polemiche dei medici 'egali giungendo praticamente ad una conclusione: se non è stata uccisa dal curaro come sostengono senza perplessità i periti d'ufficio, la moglie dei medico bolognese si è portata dietro nella tomba il mistero della propria morte. Se si esclude, infatti, quella dell'avvelenamento, non esistono che ipotesi vaghe, incerte, interessanti ma semplicemente teoriche. Lo stesso consulente della difesa, prof. Caio Mario Cattabeni, Rettore dell'Università di Milano e direttore dell'Istituto di medicina legale milanese, non ha potuto onestamente opporre — come egli ha ammesso — alla accusa che delle congetture pur negando che il curaro possa avere una qualsiasi responsabilità nella scomparsa di Ombretta Galeffi. « La signora potrebbe esse re morta per un collasso di origine cardiaca forse determinato da quella iniezione di micoren che il marito sostiene di averle praticato per rianimarla; per una patosi viscerale; per una infezione tossica* — ha detto. Ma fra le tre ipotesi non ha voluto indicare quale, secondo lui, sarebbe la ' più probabile. Conclusa questa sera la polemica fra i medici legali, rimane ancora aperta quella fra 1 tossicologi che è poi la più importante, la più interessai te, per stabilire se nei resti di Ombretta Galeffl siano state davvero trovate tracce di sin curarina. Sull'argomento si tornerà a parlare giovedì (domani 1 giudici sono impegnati in un al tro processo) quando il prof, Pietro Niccolini, perito d'ufficio e il prof. Emilio Trabucchi spiegheranno il motivo per cui non sono affatto d'accordo se completare la indagine con l'esame gas-cromatografico < discuteranno fra loro mostran do alla Corte in aula le dia positive dei loro esperimenti, ciascuno a sostegno della prò pria tesi. Ma si procederà " questo supplemento di indagine? E' prematuro parlarne per il momento. Il problema verrà af frontato e risolto dai giudici soltanto nella udienza del 30 novembre quando il processo verrà ripreso dopo la giornata d; giovedì. Oggi l'argomento è stato soltanto sfiorato durante l'intervento del prof. Cattabeni e i difensori con il prof Delitala hanno annunciato che potranno fornire alla Corte un elenco degli istituti di ricerca dove esistono le migliori apparecchiature per compiere quell'esperimento al quale ri mane legata la sorte di Carlo Nigrisoli. I primi chiarimenti, oggi sono stati quelli del prof. Pier Ludovico Ricci, un anatomo patologo, che ha collaborato con il prof. Paolo Manunza 'nella perizia d'ufficio secondo la quale Ombretta Galeffl è morta per asfissia rapida. Aveva da spiegare gli elementi che lo avevano portato a queste conclusioni, decisamente molto importanti per l'accusa: se infatti il decesso è da at tribuirsi ad asfissia si può par lare di curaro, ma se la causa determinante è un'altra allora tutto torna nell'ombra, nel dubbio, nel mistero. *Non vi possono essere davvero perplessità — ha spiegato il prof. Ricci di Bologna —. .4 confermare la tesi dell'asfissia vi sono vari elementi: tra gli altri che il fegato, la milza, i reni e soprattutto i polmoni avevano raggiunto un peso quasi doppio rispetto alla normalità ». E sulle ipotesi formulate dalla difesa per eventuali altre cause di morte? « E' da escludersi una malattia acutissima come una forma virale — ha precisato il prof. Ricci — è da escludersi che si possa pensare ad una morte per collasso perdio la degenerazione torbida delle cellule era uniforme. E' da escludersi che la morte possa essere stata determinata da una eccessiva dose di medicinali ». La tesi dell'accusa ha trovato un altro valido avallo nel prof. Vittorio Chiodi, direttore dell'Istituto di medicina legale di Firenze, consulente tecnico della parte civile. Tutto è chiaro, tutto è semplice per lui: Ombretta Galeffl è stata uccisa dal curaro e qualsiasi altra ipotesi è senza fondamento. Negli unici quattro casi di morte da curaro che è stato possibile studiare in Italia sono stati trovati gli stessi eie menti riscontrati durante l'esame medico legale del cadavere di Ombretta G;tlefìì: congestio ne polmonare e viscerale. tTutto mi porta a concludere per esclusione — ha sottolineato il prof. Chiodi — che la morte sia da attribuirsi a curaro ». Prof. De Marsico (parte civile) — E cosa può dirci sulla ipotesi formulata dalla difesa die la signora potrebbe essere stata uccisa per Quella iniezione di micoren? Prof. Chiodi — Che il micoren è uno dei migliori prodotti rianimanti die esistono. Posso anche dire che ha un effetto cardiotonico e il sistema cardiocircolatorio della signora era perfetto Quindi anche se fosse stata praticata una iniezione di micoren alla signora, (mesta non avrebbe mai potuto provocare la morte Prof. De Marsico — E potrebbe essersi determinata una morte da choc? Prof. Chiodi — Lo escludo nel modo più assoluto. Al prof. Caio Mario Catta beni è rimasto sulle spalle il peso di opporsi a tutta la va langa delle argomentazioni per cui i medici legali del l'accusa pubblica e privata sono ben sicuri di poter attribuire al curaro la causa della morte di Ombretta Galeffl. Un compito il suo nient'affatto semplice e lieve: per condurlo a termine ha avuto bisogno di una parte della mattinata e di quasi l'intero pomeriggio. Suo primo obiettivo è stato quello di spiegare ai giudici che gli elementi riscontrati dai periti d'ufficio non consentono di giungere alla conclusione che Ombretta Galeffl sia morta per asfissia. E quali sono i motivi per cui secondo il prof. Cattabeni questa conclusione non può dirsi esatta? « Innanzi tutto — ha precisato il consulente della difesa — è stato notato un enfisema polmonare. Poi si parla di degenerazione delle cellule che, seppure talvolta si verifica in casi di asfissia, non accade mai nell'intensità riscontrata dal prof. Manunza e dal prof. Ricci ». ■ llllllllllllllllllllllllllllllilliillllllilllilllllill Dopo questa premessa, la conseguenza: che, cioè, secondo il prof. Cattabeni ogni causa di morte può essere ritenuta attendibile nel caso di Ombretta Galeffl tranne che per avvelenamento da curaro. E perché? «Per tre motivi — ha chia-(d rito il prof Cattabeni -: Za presenza di un enfisema cheUc in contrasto con un quadro ,asfittico; lassenza di un coHrèsnrascfltt lasso e, infine, una notevole diffusione emorragica ». Presidente — Lei ha un'idea di quale potrebbe essere stata la causa della morte? Prof. Cattabeni — Posso fare delle ipotesi anche perche in fondo io ho soltanto l'impegno di indagare se la sig>iora ò stata uccisa o no dal curaro. In ogni modo posso dire die l'ipotesi di una eventuale patosi viscerale, una sofferenza cioè delle cellule di qualclie organo come il fegato o il cuore ù da confermarsi senza timore di essere smetitito. Le degenerazioni dei tessuti, ad esempio, hanno mostrato una loro caratteristica particolare: il miocardio aveva l'aspetto di carne lessa e il fegato un colore giallastro. D'altro catito che non si possa essere trattato di asfissia lo deduco da un altro elemento: l'imponenza delle emorragie. L'asfissia non determina mai (madri così vasti, semmai soltanto delle « petecchie ». Presidente (insistendo) — Ma se non e curaro quale è stata la causa della morte? Prof. Cattabeni — Non bisogna dimenticare che non sempre è possibile darsi una spiegazione. Prendiamo il caso dei paracadutisti di Pisa e di Livorno sulla cui scomparsa decine di medici illustri si stanno affannando. Presidente — La difesa fa un'altra ipotesi: che. cioè, la signora possa essere stata uc cisa dalla iniezione di micoren. Quale è la sua opinione? Prof. Cattabeni — Debbo premettere che il micoren non cillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll ■■■■■IMI d Presidente _ Ma non avrebU d se a fQSSe stata ,fl caiJsa deUa morte „ lr0 rjsco„fra(0 dai periti d'ufficioè affatto un prodotto pericoloso. Ma questo non significa nulla. Il micoren può diventare pericoloso come qualunque altra medicina. Dipende dai casi. Si muore, ad esempio, anche per una iniezione di penicillina o per una dose minimaEsattoProf. Cattabeni i ■ i il 111111111111 ■ 1111 ■ i li il 111 I iiiiiiiii Però si potrebbe ancora inda gare. Esistono i reperti istologici che sono ben conservati. P. M. — Ma come si può parlare di collasso cardiaco se quindici giorni prima di morire Ombretta Galeffl è stata sottoposta ad un elettrocardiogramma che non aveva rivelato alcuna anomalia? Prof. Cattabeni — Anche l'elettrocardiogramma può sbagliare. Non si può escludere Id'altro canto che questa even- tdmdmcsgdpdtiiiiin 111 ^ i r i t 1111 ■ ri : 111 ) i i 111 ! e 1111 r 11111111 ■ 111:11 ^ 1 tuale anomalia sia intervenuta successivamente. Prof. Delitala (difesa) — Lei ha introdotto in Italia il sistema gas - cromatografico. Può dirci qualcosa sul metodo? Dà risultati sicuri? Prof. Cattabeni — E' un metodo moderno ben più. attendibile della prova biologica purché gli esperimenti siano compiuti da chi li sa fare. Presidente — E dove esistono istituti attrezzati per Questi esperimenti? Prof. Cattabeni — A Milano, a Roma, a Padova. Prof. Delitala — Forniremo alla Corte un elenco dettagliato di questi istituti. Ultime battute. I giudici dopo il prof. Cattabeni hanno sentito il bisogno di avere altri chiarimenti dagli altri medici legali che hanno partecipato all'indagine e alla polemica: il prof. Manunza e il prof. Ricci, periti d'ufficio, il prof. Chiodi, consulente della parte civile. Il discorso si è fatto sempre più complesso, più difficile, più tecnico. Ma tutti, concordemente, hanno confermato di non avere dubbi: per loro, Ombretta Galeffl è stata uccisa dal curaro. La giornata nel complesso non è stata tale da alimentare le speranze di Carlo Nigrisoli. «Se viene assolto — ha dettosuo fratello ad un giornalista — andrà nel Congo ». Ma la battaglia per lui è ancora tutta da combattere. E l'inizio di questa nuova offensiva comincerà giovedì quando riprenderà il processo. La sorte del medico è nelle mani del prof. Emilio Trabuc chi, il tossicologo al quale egli si è affidato per convincere i giudici che è necessario procedere ad una nuova indagine per dimostrare che nei resti di Ombretta G.ileffl non è stato trovato il curaro. Guido Guidi ^ 111111 iiillllllllllllllllllllllllllllllllllllll i I professori Chiodi,