La Camera ha approvato la legge che aumenta l'ige dal 3,30 al 4% di Fausto De Luca

La Camera ha approvato la legge che aumenta l'ige dal 3,30 al 4% Dopo un discorso dei ministro Trestie! toni La Camera ha approvato la legge che aumenta l'ige dal 3,30 al 4% Ieri la votazione a grande maggioranza dei singoli articoli, oggi del provvedimento nel suo complesso - Entrerà in vigore fra pochi giorni - Prosegue l'esame delle norme sul conglobamento agli statali - Acceso dibattito sullo sciopero dei ferrovieri: la Cisl afferma che « è un atto irresponsabile il cui vero obiettivo è la caduta del governo » (Nostro servizio particolare) Roma, 11 novembre. La Camera ha oggi approvato gli articoli del provvedimento, già passato al Senato, che istituisce un'addizionale del 20 per cento sulle aliquote de!l'ige (aumento complessivo dal 3..10 al 4 per centol. La legge, che entrerà in vigore *ra pochi giorni, sarà votata domani a scrutinio segreto, insieme alla delega per il conglobamento delle retribuzioni degli statali, alla fissazione dell'imposta unica sull'energia elettrica e al raddoppio dell'imposta di bollo. Concludendo il dibattito, il ministro delle Finanze Tremelloni ha fatto rilevare che le opposizioni, pur criticando il provvedimento, non hanno saputo proporre concrete alternative, c L'opposizione sogna forse un tributo che non abbia ripercussioni negative in nessun settore economico, ma questa c fantascienza fiscale », ha dichiarato il ministro. Poi ha confutato le altre critiche, osservando che l'incidenza percentuale dei tributi indiretti sul totale del gettito non è in Italia molto differente da quella di altri paesi europei; ne l'aliquota del 4 per cento sull'Ige è eccessivamente eie vata, poiché negli stessi paesi del Mec essa varia dal 4 al 6 per cento. « II tributo — ha aggiunto il ministro — è del tutto indipendente da volontà di parte: è una scelta tecnica, trattandosi di un tributo a rapido gettito e di più basso costo, avente la massima generalità e diffusione. Nessun a'tro strumento, all'infuori dell'addi:ionale, è in grado di assicurare il volume di gettito richiesto (stimato in iva miliardi), la contemporaneità dell'aggravio, la limitatezza delle esenzioni ». Gli articoli sono stati votati senza alcuna modificazione ri spetto al testo trasmesso dal Senato. Un emendamento comunista per ridurre da tre ad un anno il periodo di applica zione dell'addizionale è stato respinto con 203 voti contro 101. E' poi proseguita la discus sione generale sulla legge per il conglobamento. Il comuniste. Lama si è detto « sostanzialmente d'accordo >, pur osser vando che il provvedimento non realizza l'abolizione dì ogni trattamento di favore, ed è stato presentato in stretto legame con l'addizionale sull'Ige, suscitando cosi l'incorri prensione dell'opinione pubbli ca verso i reali problemi degli statali. A favore del conglobamento voteranno, sia pu re con riserva, anche i socialisti del psiup e l'estrema de stra, come hanno dichiarato rispettivamente l'on. Vincenzo Gatto e l'on. Roberti. L'on. Gatto ha aggiunto che per non rendere impopolare la lotta degli statali bisogna articolare la cifra globale di un milione e 300 mila dipendenti di cui correntemente si parla, precisando che essa comprende: 320 mila militari di carriera, 428 mila insegnan ti, 6 mila magistrati, 266 mila dipendenti da aziende autonome (ferrovie, poste, ecc.), 57 mila operai e infine solo 202 mila impiegati civili delle amministrazioni centrali. Né, se condo l'on. Gatto, si dovrebbe facilmente affermare che gli statali lavorano poco. Nelle Poste, negli ultimi anni, si è avuto un incremento del 25 per cento del lavoro di corri spondenza e del 20 per cento nel numero dei pacchi confezionati e distribuiti. Così gli insegnanti sono aumentati di numero, ma gli alunni sono passati dalle 895 mila unità del 1947 ai 2 milioni 223 mila del 1962. Il dibattito si è poi spostato sui ferrovieri. L'on. Lama, segretario della CglI, ha sostenuto che lo sciopero non è politico, poiché esso non fa che proseguire la lunga agitazione dei ferrovieri durante la quale ci sono stati già altri sette scioperi. Secondo Lama, il riassetto delle retribuzioni dei ferrovieri si dovrà necessariamente fare, a prescindere dal conglobamento generale. Egli ha aggiunto che 'a richiesta di 20-22 miliardi e il termine di decorrenza del riassetto dall'aprile-giugno 1965 sono 1 punti di partenza proposti dal sindacato ferrovieri della Cgil e che su di essi si può trattare per giungere ad un'intesa. Per la Cisl l'on. Armato ha replicato osservando che c parlare di riassetto come fa la Cgil non ha senso, poiché talr operazione deve essere inquadrata in una modifica strutturale dell'apparato statale, secondo le lince proposte dal la commissione di riforma » Ed ha aggiunto: « Rispon Irre con lo sciopero come 'n facendo la Cgil all'invito -tei fiovcrno di chiamare i sint'ivati, entro una data certa — quella del marzo 1965 — dare il contributo di soluzione alla ri/orma dell'azienda fcr roviaria, é un atto irresponsabile perché riconduce la lot¬ ta politica e sindacale a forme e a concezioni vecchie di cent'anni >. E' sintomatico che questo atteggiamento non venga condannato soltanto dalla Cisl, ma dalle centinaia di ferrovieri che in questi giorni si sono dimessi dalla Cgil e dai gruppi d'azione ferrovieri socialisti di Milano, Parma, Piacenza, Cremona che pubblicamente hanno denunciato la prepotenza « della corrente comunista e di quella del psiup che nel direttivo nazionale nilllMI1IIIIIIIIII1IIIIIllllll!Illllti::!ill1l Il dello Sfl. hanno piegato a colpi di maggioranza l'intero sindacato ai voleri politici dei loro partiti, non nascondendo il loro vero obiettivo: la caduta del governo! Non si tratta soltanto di un nuovo tentativo di strumentalizzazione del sindacato per fini estranei agli interessi dei lavoratori, ma — ha concluso l'on. Armato — di un episodio di rottura e di grave lacerazione della forza unitaria dei ferrovieri italiani ». Fausto De Luca IIIIIIIIItlllllIilIIIIIIIllllMlllMlllllllIlllllllilllIIII

Persone citate: Lama, Roberti, Secondo Lama, Vincenzo Gatto

Luoghi citati: Cremona, Italia, Milano, Parma, Piacenza, Roma