Respinto lo schema sulle missioni che era stato sollecitato dal Papa di Filippo Pucci

Respinto lo schema sulle missioni che era stato sollecitato dal Papa IL CONCILIO DECIDE A BRANDE MAGGIORANZA Respinto lo schema sulle missioni che era stato sollecitato dal Papa Venerdì Paolo VI era sceso in San Pietro ad esprìmere la convinzione che il testo potesse essere facilmente approvato, « pur con ulteriori perfezionamenti» - I padri invece lo hanno ritenuto insufficiente e inadeguato all'importanza del problema - Le critiche più violente erano state mosse dal tedesco Frings, dall'olandese Alfrink, e dal giovane vescovo della Rhodesia mons. Lamont (Dal nostro corrispondente) Città del Vaticano, 9 novembre. Un fatto oltremodo indicativo ha contrassegnato l'odierna riunione conciliare: la bocciatura dello schema sulle attività missionarie nella chiesa, quello stesso che Paolo VI, disceso in San Pietro la mattina di venerdì scorso, aveva raccomandato ai Padri per una rapida approvazione. Le parole del Pontefice erano state, testualmente: « Esaminando lo schema che avete nelle vostre mani Csi riferiva allo schema missionario) abbiamo trovato molte cose degne della nostra lode, sia per il contenuto e sia per l'ordine della loro esposizione. Riteniamo perciò che facilmente il testo sarà da voi approvato pur dopo avere rilevato la necessità di ulteriori perfezionamenti ». Come mai il Papa, che mai prima era intervenuto ad una normale riunione del Vaticano II, aveva ritenuto venerdì scorso dì pronunciarsi apertamente a favore dello schema sulle missioni* Qualcuno attribuisce il fatto al desiderio del Pontefice di arrivare a qualcosa di concreto nella presente sessione, all'approvazione 11 ì M111 ■ 11 i 111111111111 r IM11 ! 11111141111111111111111 solenne, cioè, di uno schema, che si aggiungesse a quelli della liturgia e dei mezzi di comunicazione sociale, unici e soli che siano stati definiti dal Vaticano II in tre vivaci sessioni, in altrettanti anni. Se questa eia realmente l'intenzione di Paolo VI, essa è andata immediatamente delusa. Già sabato mattina alcuni padri, tra i quali il giovane vescovo della Rhodesia mons. Lamont, l'olandese Alfrink, il tedesco Frings (che parlava a nome di 600 vescovi) avevano violentemente criticato lo schema sulle missioni; e questa mattina si è giunti alla bocciatura. Ricordiamo che Frings era stato il primo dei 17 cardinali che avevano firmato l'appello al Papa contro le manovre della Curia che voleva < mortificare il Concilio » con il pretesto di non verdere tempo. L'iniziativa del rinvio dello schema è partita oggi dalla stessa commissione conciliare che l'aveva approntato. Ha parlato per essa monsignor Lokuang, vescovo dì Tainan ha preso atto delle opposizioni, ed ha esclamato: < Reficiatur schema (lo schema sia rifatto) ». Un lungo applauso i 1111M111 ; M11111111 ■ 11M11111111111111111111 [ 11 < 111111111 ha salutato queste parole, e mons. Felici, segretario generale del Concilio, ha chiesto la riprova della votazione: «L'applauso giuridicamente non significa nulla », ha detto in latino, dal suo podio. I presenti erano 1914: hanno votato per il rinvìo alla commissione 1601 padri, 311 si sono opposti e due sono state le schede nulle. Che cosa significa questa decisione del Concilio? Innanzi tutto sembra di poter affermare che i padri intendono procedere con pacatezza nelle discussioni, convinti che il mondo attende dalla Chiesa una parola chiara e sicura, e che su questa via riaffermano piena indipendenza di giudi-I zio. Pronti ad ubbidire al Po-1 pa, se questi chiede ubbidien-i za, ma liberi se si limita a rac- j comandazioni. Stranamente il teologo dell'Osservatore Romano, conimentando questa sera i lavori del Concilio, riferisce una frase di Claudel « che individua e raccoglie nel Papa la passione missionaria di tutta la Chiesa»: «Ma forse che anche a lui, al vicario di Gesù Cristo, al parroco dell'Universo vi è detto — non può accadere di piangere, di versare lacrime di sangue, di urtare con la fronte i sacri gradini dell'altare ecun.enico? Attorno a lui c'è tanta cattiveria e soprattutto c'è tanta gente sorda ». Gli interventi avutisi oggi al Concilio hanno riguardato i paragrafi dello schema 13" che si riferiscono alla solidarietà dei popoli e alla pace. Prima, però, uno degli ultimi oratori sul tema della povertà e del modo di soccorrerla, mons. Begin, vescovo di Oakland negli Stati Uniti, aveva suggerito che si ritornasse alla usanza delle decime, di cui parlano il Vecchio ed il Nuovo Testamento: la tassazione cioè del decimo degli averi di tutti gli uomini di buona volontà, secondo quanto veniva fatto nei primi secoli della Chiesa. Il cardinale Alfrink ha chiesto che lo schema 13" parli in modo diretto e senza tentennamenti della condanna delle armi nucleari, affrontando chiaramente il problema della condanna non solo della « bomba sporca» (che in latino ha tradotto con il termine « sordida seu squalida >), ma anche di quella cosidetta < pulita > (in latino < nitida >). Quanto alla distinzione fatta in passato dai teologi tra guerra giusta e guerra ingiusta, il porporato ha chiesto: «Può forse essere ancora ritenuta giusta una guerra con armi atomiche? ». L'ausiliare dì Lione mons. Ancel ha sostenuto ohe nelle attuali circostanze il bene comune della famiglia umana endgcscillfigCfmvIli I esige che tutte le nazioni rinuncino in modo assoluto al diritto di guerra e per conseguenza a tutto ciò che è necessario per la guerra, conservando soltanto i mezzi necessari per garantire l'ordine interno. Ha auspicato che solo le organizzazioni internazionali dovrebbero disporre di una forza armata e impiegarla per impedire ogni tentativo di guerra. Ha chiesto che la. Chiesa si impegni a fondo per formare l'opinione pubblica mondiale in questo senso. Da ultimo mons. Guilhelm, vescovo di Lavai in Francia, Ita dichiarato che l'uso delle liiiiniiiiiinniiiiiiiiniiiiiniiiiuiiiiiiniiiiininiii . armi atomicìie, biologiche e chimiche «costituisce un delitto contro Dio e contro l'umanità ». e Esso non può essere giustificato — ha aggiunto — da alcun principio morale ed il Concilio deve condannare simile genocidio; occorre sfatare la erronea credenza secondo cui la pace può essere difesa soltanto da un equilibrio militare e dal reciproco timore delle armi atomiche La pace si basa innanzitutto sulla mutua comprensione e sul dialogo vicendevole, che può superare e risolvere tutte le divisioni ». Filippo Pucci iiiiiiiiiiiiiniiiiininiiiiiiiiiiiiinniiiiiiiniiiiiiii

Persone citate: Begin, Claudel, Frings, Lamont, Paolo Vi

Luoghi citati: Cittãƒâ  Del Vaticano, Francia, Lione, Oakland, Rhodesia, Stati Uniti