Caretta ha deciso di comparire

Caretta ha deciso di comparire Caretta ha deciso di comparire giovedì in tribunale per Vigoroso e lucido a qunio - In esso ottenne Nobel ■ Ma la Procura nale e nelle spese di (Nostro servizio particolare) Roma, 31 ottobre. Il pror. Domenico Marotta, fondatore dell'Istituto superiore dì Sanità, si presenterà giovedì prossimo al tribunale e combatterà la sua battaglia per difendersi dalle accuse che gii sono state mosse. « Ho quasi ottant'anni — ha detto — ma desidero che il processo si celebri in mia presenza. Non sono nomo al quale la contumacia può giovare: guardandomi in faccia, tutti potranno comprendere quale è stato il dramma che ha sconvolto la mia vita e giudicarmi*. La decisione è stata presa questa sera da Marotta, dopo un colloquio avuto con i difensori. Fino all'ultimo s'era creduto che lo scienziato sarebbe rimasto assente dal tribunale, come fece il 1° ottobre scorso, quando un'infermità dell'imputato rese necessario il differimento del giudizio. Adesso Marotta si è ripreso. Fa ogni giorno una passeggiata per Roma. Non è difficile incontrarlo per via Ve nato. Qualche volta lo accompagna la signora Filomena Nitti, figlia dello statista lucano e moglie del Premio No bel Daniele Bovet. Filomena Nitti fu per lunghi anni collaboratrice di Marotta all'Istituto superiore di Sanità insieme al marito. Pochi giorni fa Bovet si dimise ed ebbe una cattedra di far macologia all'Università di Sassari. Poi partì per gli Sta ti Uniti dove adesso si trova. Tornerà a Roma al momento di testimoniare nel processo per le irregolarità ammini strative, i peculati, i falsi in certificazioni, le falsità ideologiche, di cui è imputato Ma rotta. Quando il «Pasteur italia no >, così fu chiamato, passeg già per le strade dei «quartieri alti», quasi nessuno ini magina che quel signoro prestante, sicuro di sé, con lo sguardo cordiale, le labbra sottili, il doppiopetto grigio scuro, sia un personaggio di cui le cronache si occuperan no nei prossimi giorni. Marotta nacque a Palermo il 28 luglio 1S86, ma non dimostra i set tantotto anni che ha. Chi lo vede per la prima volta gliene dà dieci di meno. Tuttavia le accuse di illeciti penali dalle quali e stato investito hanno determinato un'inevitabile de pressione nell'uomo che per un quarto di secolo rappresentò la «sintesi dei poteri» in uno dei più importanti istituti scientifici del mondo. La mente di Marotta è lucidissi ma, ma il fisico ha risentito della tempesta scatenatasi su di lui. Pochi mesi prima di ritirarsi a vita privata per limiti d'età, il direttore generale dell'Isti tuto superiore di Sanità ebbe una discussione col provveditore generale dello Stato. Ma rotta aveva ordinato una fastosa guida rossa per il lunghissimo corridoio della dire zione generale. Costava un mi lione tondo. La spesa sembrò eccessiva. Chiamato al telefono lo scienziato, il provveditore manifestò le sue perplessità Marotta rispose: «.che cosa vuole clic sia un milione pei un istituto come il mio? ». 11 provveditore ribatté: «Ho capilo, eccellenza, lei vuol far camminare i suoi ospiti sui milioni dello Stato! ». Questo scambio di battute riflette la condizione particolare in cui si trovava Marotta, quando era il supremo reggitore dell'Istituto di Sanità, costituito da un gruppo di grandi edifici al limite della Città degli studi. Abituato a trattar tutti amabilmente senza far sentire il peso della propria autorità, era tuttavia un uomo di altissimo prestigio, forte delle amicizie politiche ramificate in ogni partito, sostenuto da importanti clientele, sempre pronto a render favori, sensibilissimo alla considerazione di cui godeva negli ambienti scientifici internazionali. Queste qualità gli avevan consentito di restare a galla anche in momenti burrascosi come l'anno 1944. Quando le armate alleate entrarono a Roma, misero due sentinelle al portone dell'Istituto di Sanità e ne allontanarono il direttore generale. Ma due giorni dopo Charles Poletti, un avvocato di Nuova York che si occupava delle popolazioni italiano durante la marcia degli alleati verso il Nord, diede ordine che Marotta fosse rimes so al suo posto. Nato due anni prima che Francesco Crispi varasse la prima legge italiana per la tutela dell'igiene e della salute pubblica, Marotta si laureò giovanissimo in medicina e chirurgia. Si sentì attratto dalla chimica organica, farmaceutica e biologica. Diventò l'allievo prediletto del famoso Emanuele Paterno, siciliano come lui. A poco a poco emersero le particolari doti di ricercatore del giovano medico. Passarono gli anni. Dopo aver lavorato per molto tem po in una specie di soffitta, dov'erano alloggiati dal principio del secolo i laboratori sanitari dipendenti dal ministero dei- uasi ottantanni, vuole spiegare come governò l'Istituto per un trentene fama mondiale, onori ufficiali, il riconoscimento di ventinove Premi di Roma ili contesta un'amministrazione fuori dei limiti legali, nel perso gestione - In attesa del giudizio, nessuno nell'Istituto prende iniziative I! professor Domenico Marca trent'anni l'Istituto Supl'Interno, il 25 luglio 1935 Marotta divenne direttore generale dell'Istituto superiore di Sanità, i cui edifici erano sta-Iti costruiti con una sovvenzio-| ne di dodici milioni di lire, un [miliardo e duecento milioni d'oggi, della Rockefeller Foundation. In un quarto di secolo l'Istituto diventò un centro j esemplare di studi. L'ammirazione di tutto il mondo dovette far lievitare! nel cervello di Marotta la certezza della propria onnipotenza. Volle come collaboratori Ernest Boris Chain e Daniele' Bovet, entrambi Premi Nobel:! istituì borse di studio — nei diede una anche al figlio — per far quadrare i compensi dei ricercatori; dotò l'Istituto di attrezzature straordinarie; arrivò ad avere mille dipendenti fra personale di ruolo, fuori ruolo e « borsisti ». Quantunque l'Istituto, pur avendo una struttura autonoma, fosse sotto il controllo della Ragioneria Generale del-jIo Stato e della Corte dei Conti, esigenze scientifiche e bilanci finanziari non furono condizionati da regolamentazioni precìse, le competenze dei funzionari in materia di contratti non vennero mai nettamente distinte, le norme sulle trattative private non furono sempre rispettate, i compensi speciali complicarono la amministrazione, la mancanza!di un moderno Stato economico e giuridico del personale si fece sentire. Questo non impedì che il 29 luglio I960, in occasione del venticinquesimo anniversario della fondazione dell'Istituto, Marotta fosse raggiante. Il| professor Giuseppe Penso, capo dei laboratori di microbiologia, gli offrì un volume con gli autografi dei messaggi inviati dai più insigni scienziati viventi, fra cui ventinove premi Nobel. Fu scoperta una lapide nella quale Salvatore Quasimodo esaltò l'opera di Marotta. Il ministro della Sanità disse: <Lo Stato e il governo debbono essere riconoscenti a questo figlio illuminato il quale, non chiudendosi nei limiti ristretti delle sue a 11 e 1 < 111 < 111111 ! 111111 [ 3 > i e 11 j 1 1111111111 d 1 r 1111:1 e i ■ rotta che ha diretto per cirperiore di Sanità (Telefoto) partieolari competenze, ha osato correre un rischio ed aprire un nuovo cammino allaInazione intera». | Quel giorno, mentre sembra-giunto all'apogeo della carriera scientifica, nessuno avrebbe immaginato che di li a qualche tempo il «Pasteur si sarebbe trovato di fronte ad un magistrato rigorosissimo, che lo avrebbe [va j italiano ! Qgiucarrieraavrebbea qualcdi fronrigorosiva italiano " » > ' 11 r 111 i, 11ErgcheCondment(Dal nDopo " » > ' 11 r 111 i, 1111111 ! ! 111 n 111 m 11111 m , : m i u i m : 11 n ■ ; i. 1 messo sotto accusa e fatto arrestare dai carabinieri rg aprile scorso, nella casa di via Giosuè Borsi, dove Marotta vive con la moglie signora Maria Melograni, la figlia Maria e il figlio Ugo, medico. Il magistrato, che tredici giorni dopo concesse a Marotta la libertà prò-, visoria in considerazione dell'età e dello stato di salute, è Luigi Giannantonio, procuratore generale della Corte d'Appello di Roma. Vuol dedicare ad ogni costo gli ultimi anni della carriera al risanamento di certe «zone della vita pubblica italiana ». Dice spesso che il denaro pubblico deve essere sacro. Aggiunge che andrà avanti per la sua strada senza riguardi né ripensamenti. Ha messo sotto processo Marotta ed il suo successore Giordano Giacomello, accademico dei Lincei. Sostiene che sono responsabili di peculati e di altro. Oggi l'Istituto superiore di Sanità, in attesa dell'esito del giudizio, c paralizzato dal timore delle responsabilità; nessuno prende iniziative; il personale si limita ad esercitare il lavoro indispensabile. L'altro giorno il ministro della Sanità Luigi Mariotti, socialista, andò all'Istituto e tenne ai di- vaEteassmliselanpapmcfisainnsafapmezassolebpcegstatipendenti un discorso di questo|pgenere: « Von dovete venire da me per ogni scartoffia da /ir-|?mare. Bisonna che ognuno assuma le aite responsabilità. Sei', ]é lch.aagira ne, LmtU della legge. non\navrà nulla da temere. Chi non fl ,,m coraggio d: far questo, può Pr [dimettersil> I l'', I dipendenti dell'Istituto, adu- co nati in un immenso salone. ac-|ra:co,sero " discorso stimolante | Edel ministro senza commenti. 1 reli giorno dopo Felice Ippolito, | vaex segretario del Comitato na-juzionale per l'Energia Nucleare, | alfu condannato a undici annij"idi reclusione. ; mi i- • i epArnaldo Gerald mi I si 111111 il i j i u 1111 : i m : il 11 m i : i n 111111111111 ^ 1111 m i m m

Luoghi citati: Nuova York, Palermo, Roma