Si fa sempre più difficile al il dialogo tra progressisti e moderati

Si fa sempre più difficile al il dialogo tra progressisti e moderati Si fa sempre più difficile al il dialogo tra progressisti e moderati Si diffondono libelli conBea per la sua opera in media di tremila buoni (Dal nostro corrispondente) Roma, 31 ottobre. Cade sui Padri conciliari una pioggia di foglietti volanti, opuscoli, libelli, di tono spesso calunnioso e Quasi sempre intimidatorio. Anonime, ovviamente. queste pubblicazioni mancano di ogni sorta di imprimatur, ma i loro autori si professano immancabilmente come preti o religiosi, e comunque cattolici, supercattolici allarmati dalla temerità dei dibattiti e delle risoluzioni del Concilio: «Alcuni Padri hanno perduto la fede e diffondono false dottrine. Sono ebrei convertiti che tentano una volta di pili di distruggere l'opera divina». Così si legge in un fascicolo recapitato ai Padri dalla posta, intitolato < L'azione giudaico-massonica al Concilio», denunciatore della quinta colonna che si annida nella Chiesa: i Gli ebrei che sono giunti " un alto grado nella gerarchia, hanno fratidolentemente convinto Giovanni XXIII a creare un segretariato per l'unione dei cristiani, e se ne servono per far propaganda a favore degli ebrei eternamente anticristiani » Questi ebrei fraudolenti sono, secondo la denuncia, n cardinale Agostino Bea, i suoi diretti colla boratori monsignor Giovanni Oesterreicher e padre Gregorio Baimi, monsignor Carlo Kempf ausiliare del vescovo di Wuerzburg, e il vescovo di Cuernavaca nel Messico, monsignor Sergio Mendez Arceo, i quali cinque « sono riusciti fino ad ora a nascondere la loro vera personalità ». Non sempre le denunce della stampa clandestina supercattolica sono di natura cosi sensazionale. Altre pretendono a maggiore serietà teologica, mettendo in guardia contro gli « errori * del tro i padri più aperti - Preso di mira in modo parti difesa degli ebrei - Un prelato di Curia definisce i a nulla, alcuni dei quali non credono neppure nella I ì j I ! j 1 mentato che questo è un modo di vedere le cose « purtroppo non raro in certi ambienti romani dove si pensa con tutta serietà die il cosiddetto minuto di follia di Giovanni XXIII che ha convocato il Concilio si sta pagando molto caro». Mons. A. R. ha scritto all'oc Osservatore Romano » smentendo di aver pronunciato le frasi attribuitegli, «Le Monde» ha replicato confermandole sulla fede di un ecclesiastico < che ha nella Chiesa una cos'i importante responsabilità che implica un cos'i grande rigore intellettuale» da non potersi mettere in dubbio le sue parole. Anche senza volersi pronunciare sulla più o meno autentica versione del pensiero di mons. A.R., di altri Padri si conoscono in modo indubitabile i concetti, manifestati in aula. Questi, ad esempio, di monsignor Raffaele Barbieri, vescovo di Cassano all'Ionio. Parlava degli atei « che sono più deicidi degli ebrei perche uccidono Dio intenzionalmente». Sono anche peggio del diavolo perché il diavolo lui. non ha mai negato Dio: c {'ateismo è un fiume di inchiostro che spegne ogni luce, essicca tutte le sorgenti e vorrebbe perfino spegnere le stelle! ». A questo punto il moderatore di turno. ' che era il cardinale Julius | Doepfner, arcivescovo di Monaco e Frisinga, richiamò pazientemente l'oratore alla misura. Ma l'oratore non si i frenava: « vendichiamo il nome di Dio. ricordandoci che una volta non si esitava a liberare con le armi il Santo Sepolcro! ». Nuovo richiamo del moderatore, e nuovo slancio dell'oratore sul tema dell'astronautica e delle armi «nucleari; e allora il cardinale gli fece togliere il microfono. Il fatto è che in Concilio Concilio, che sta riabilitando le pericolose teorie evoluzionistiche di Theilard du Chardin, rinnega il sillabo di Pio IX, diffonde l'eresia dell'episcopalismo, indulge al dialogo con il mondo moderno che è come dire con il diavolo. L'alluvione dei libelli ha preso forme preoccupanti, tanto da indurre l'arcivescovo di Cambrai, monsignor Emile Maurice Guerry, a diffidare il clero della sua diocesi: «Coloro che presumono di "difendere" la Chiesa dai suoi capi, dal Papa e dai vescovi, si assumono davanti a Dio una terribile responsabilità ». Tra le massime preferite dei veri uomini di chiesa è quella che afferma: < Ecclesia semper reformanda », ma è sempre stato inevitabile che ogni proposito di progresso della Chiesa determinasse la controffensiva dei bigotti. Si ricorda che quando Leone XIII promulgò la « Rerum novarum » in qualche diocesi spagnola furono indette pubbliche preghiere per impetrare da Dio che restituisse al Papa la fede. Ora che il moto di rinnovamento è più avanzato, di mancanza di fede sono accusati in blocco i Padri conciliari di tendenze più aperte e ne è svillaneggiato tutto il Concilio: « E' una sinistra commedia di tremila buoni a nulla che con le loro croci d'oro sul petto non credono neppure — alcuni almeno — alla Trinità o alla Madonna ». Questa gravissima dichiarazione è stata fatta da un I monsignore, A. R., aiutante ì di studio della Sacra Congregazione dei Seminari e j delle Università degli Studi I alla presenza di alcuni Pa ! drl. Uno di questi ha rife j rito le parole di mons A R 1 ad Henri Feso.net inviato di «Le Monde», e «Le Mnn de », pubblicandole, ha com¬ ' | i colare il cardinale gesuita l Concilio « sinistra com Trinità e nella Madonna » si scontrano mentalità di così opposta formazione da rendere talvolta diflìcilissimo, se non impossibile, un dialogo. Lo stesso giorno che parlò il vescovo di Cassano all'Ionio per invocare nuove crociate, sì sentì l'arcivescovo di Durban, Denis Eugene Hurley, formulare un elogio garbato e meditato di Teilhard du Chardin « noto ed illustre figlio della Chiesa » paragonabile a San Paolo, secondo l'opinione di mons. Hurley. Nel suo resoconto ufficiale. I/Ossertntore Romano tacque del paragone con San Paolo, omise anzi lo stesso nome di Teilhard du Chardin, a lui solo vagamente alludendo come ad «uno degli studiosi contemporanei ». E' un modo « molto romano », dicono gli osservatori stranieri, di dare conto delle opinioni non gradite alla Curia. E' uno dei segni che testimoniano la drammaticità dei dibattiti, che a loro volta sono espressione dell'enorme travaglio della Chiesa. Vittorio Gorresio Incide sul registratore la confessione d'un delitto e poi si toglie la vita Londra, 31 ottobre La confessione di un defunto, registrata su nastro magnetico, è stata ascoltata oggi dal tribunale di Conuah's Quay, nel Flintshire. Il ferroviere John Williams di 48 anni, ha inciso su nastro il racconto di come ha ucciso la moglie Annie, di 42 anni, e poi si è ucciso. L'ispettore di polizia J. Evans ha dichiarato che la registrazione di una confessio ne di omicidio su nastro ma gnetico è un fatto unico negli I annali della criminologia.

Luoghi citati: Cuernavaca, Londra, Messico, Monaco, Roma, San Paolo, Trinitãƒâ