Da una maglietta insanguinata la verità sul delitto di Chivasso? di Carlo Cavicchioli

Da una maglietta insanguinata la verità sul delitto di Chivasso? Oggi riprendono le arringhe difensive al processo Da una maglietta insanguinata la verità sul delitto di Chivasso? L'aw. Gabri, patrono di Giuseppe La Bella, chiede che sia ascoltato il medico di Ceva che per primo vide il cadavere nelle valigie - Il professionista ha già fatto sapere che sulla canottiera di Ignazio Sedita non vi era nessun foro d'ingresso dell'arma con cui l'ex carcerato fu ucciso - L'assassinio fu dunque commesso da Lucia Montalbano mentre la vittima dormiva? Il processo per il delitto di Chivasso — la macabra vicenda dell'uomo tagliato a pezzi — riprende stamattina davanti alia Corte d'Assise torinese. L'udienza avrebbe dovuto cominciare con l'arringa dell'avvocato Armando De Marchi, patrono di Lucia Montalbano; dopo di che, concluse le eventuali repliche, la Corte avrebbe dovuto ritirarsi e decidere la sorte dei cinque imputati. Ora è probabile invece che il dibattito si prolunghi assai più del previsto, in seguito alle clamorose rivelazioni fatte sabato dal difensore di Giuseppe La Bella, avv. Gian Vittorio Gabri. L'avv. Gabri ha sostenuto, nel corso di un'arringa durata complessivamente cinque ore, che Ignazio Sedita fu ucciso mentre era a letto, verosimilmente nudo. L'assassinio, a suo giudizio, sarebbe stato perpetrato dalla moglie, Lucia Montalbano, che colpì l'uomo a notte alta, sorprendendolo nel sonno. Il cadavere fu rivestito dopo, e ciò è dimostrato dal fatto che nella canottiera rinvenuta indosso al busto straziato non c'erano i buchi delle pugnalate. L'avv. Gabri ha esibito l'indumento davanti alla Corte. Effettivamente non ci sono buchi, ma la canottiera fu tagliata sul davanti dal medico — il dott. Neri di Ceva — che eseguì la prima autopsia; ed ora i bordi del taglio non combaciano e risulta insomma mancante un brandello proprio in quella zona del petto dove eventualmente c'erano i segni delle coltellate. Per chiarire ora questa ingarbugliata situazione, siccome il particolare della presenza o no dei buchi è. importantissimo, è necessaria la testimonianza in aula del dott. Neri e di tutti coloro che furono presenti alla prima fase delle indagini. Il medico, Interpellato a Ceva, ha dichiarato di ricordare perfettamente come nella canottiera, che Ignazio Sedita indossava, non c'erano fori. « Quando venni chiamato per . l'autopsia — egli ha detto all'obitorio di Ceva assisteva anche il Procuratore della Repubblica di Mondovì. A lui chiesi l'autorizzazione di tagliare l'indumento perché non si poteva sfilarlo altrimenti. E solo dopo che il tronco dell'assassinato fu messo a nudo, scorgemmo sul petto le due ferite. Immediatamente abbiamo controllato se sulla canottiera, c'erano le tracce corrispondenti, e non le abbiamo trovate. Abbiamo allora posto di nuovo il tessuto addosso al la vittima: la zona sovrammes sa alle lesioni era indenne. La così ci stupì molto e spero che i carabinieri l'abbiano registrata nel verbale ». Nella successiva inchiesta, fino al processo e nel corso j delle prime sei udienze, stranamente, alla canottiera dì Ignazio Sedita si era data poca importanza. L'avvocato Gabri l'ha riportata alla ribalta, ha fatto notare che al momento del rinvenimento non era molto intrisa di sangue. L'ipotesi, già adombrata nella requisitoria del P.M. dott. Toninelli, secondo la quale Ignazio Sedita sarebbe stato ucciso mentre dormiva e non durante una lite, ha preso nuova e rilevante consistenza. Il patrono di Giuseppe La Bella ha detto che il giovane si è accusato dell'omicidio unicamente per salvare gli altri imputati, in particolare la cugina Lucia Montalbano e la zia: in realtà egli avrebbe soltanto fatto « pezzi la salma. Il « giallo > di Chivasso, quando già il processo pareva alle ultime battute, è divenuto ancora più misterioso. L'udienza di stamattina si aprirà probabilmente con una istanza dell'avv. Gabri alla Corte perché sia raccolta la deposizione del dott. Mario Neri, ravvisando il caso di « assoluta ed evidente necessità >, come vuole il codice di procedura penale. Carlo Cavicchioli Gli avvocati Accatino (a sin.) e De Marchi, difensori della Montalbano, esaminano la canottiera dell'ucciso

Luoghi citati: Ceva, Chivasso, Mondovì