Read e Taveri sulla pista di Monza campioni mondiali di motociclismo

Read e Taveri sulla pista di Monza campioni mondiali di motociclismo Velocità vicina a 200 all'ora nel Gran Premio delle Nazioni Read e Taveri sulla pista di Monza campioni mondiali di motociclismo Netta supremazia delle moto giapponesi, vincitrici in tre delle quattro gare ■ Successo dell'inglese Hailwood su M.V., nella classe 500 - Incidenti, senza conseguenze, a Bellone, Busico, Villa e Mandalini DAL NOSTRO INVIATO Monza, lunedì mattina. TI I/2" Gran Premio delle Nazioni, valevole quale undicesima prova del campionato mondiale dì motociclismo, ha mantenuto fede alle promesse della vigilia, offrendo a migliaia di sportivi presenti alla grandiosa manifestazione lo spettacolo di quattro gare ricche di elevato interesse tecnico ed agonistico. Com'era nelle previsioni le moto giapponesi Honda, Yamaha e Suzuki hanno confermato la loro supremazia con le franche vittorie dello svizzero- Taveri (125 cmc), dell'inglese Read (250 cmc) e del rhodesiano Redman (350 cmc), migliorando anche, la media primato delle rispettive categorie. Si sono così risolti i titoli mondiali ancora in sospeso, delle 125 assegnato a Taveri (Honda), delle 250 assegnato a Read (Yamaha). La nostra unica consolazione è stata la vittoria dell'inglese Hailwood, in sella alla velocissima M. V. quattro cilindri * Privai ». si sperava che almeno nella classe 250 i piloti e le macchine italiane riuscissero a lottare con possibilità di successo. I risultati delle prove ufficiali avevano fatto sorgere una certa fiducia nella quattro cilindri Benelli guidata da Provini e nelle indubbie possibilità della monocilindrica. Morini di Giacomo Agostini con la quale, l'anno scorso, Provini ci regalò l'unica vittoria italiana. Invece, è bastato un giro per far crollare ogni speranza, con lo sfortunato ritiro di Provini per un irreparabile guasto all'accensione della sua Benelli. La. difeso dei colori italiani era cosi affidata al giovane Agostini, il quale con una corsa ammirevole concludeva la gara con un onorevole, quarto posto. Delle quattro avvincenti competizioni, quella delle 250 ha suscitato il maggior interesse, sia per l'elevato numero dei campioni in gara, sia per l'equilibrio dei valori tra le macchine in lizza. Prima del via il pubblico è generoso di incoraggiamenti per Agostini e Provini, dai quali si aspetta una grande corsa. I ventidue concorrenti scattano con un boato lacerante. Redman con la nuova Honda a. sei cilindri. Read con la Yamaha bicilindrica a due tempi, e Agostini con la. Morini sono i più solleciti ad avviarsi. Al primo passaggio sotto le tribune transitano nello stesso ordine ma, purtroppo, manca Provini il quale, dopo un inizio poco felice, si era subito ripreso e alla curva di Lesmo si trovava già alle spalle di Agostini; poi il ricordato guasto all'impianto di accensione lo eliminava dalla contesa. Da questo momento tutte le speranze sono indirizzate sul giovane bergamasco Agostini, in sella all'unica moto italiana capace di reggere il sostenutissimo ritmo delle pliirieilindriche giapponesi. Per tre. giri Redman mantiene il comando della corsa, poi cede il passo all'inglese Read (Yamaha), mentre Agostini si insedia al terzo posto. La media si aggira intorno ai 181/ chilometri l'ora e comincia a provocare le fermate di Spinello (Aermacchi), Parlotti (Morini), Molloy (Bultaco). All'ottavo passaggio Redman ci offre un saggio àcide possibilità della sua « si<perfrazionata » attaccando e superando il capofila Read, il quale, a sua volta, risponde alla sfida compiendo un paio di giri affiancato al rhodesiano. Da questo momento il duello tra i due fuoriclasse assume un tono spettacolare ed emozionante. Con le loro schermaglie, condotte sui rettilinei, a oltre 200 chilometri l'ora, i due piloti si studiano, saggiando le forze delle loro macchine. Finché, alla tredicesimi!' fornata, Read si produce in un allungo spettacoloso, staccandosi dall'avversario. Alle sue spalle, intanto. Agostini cede la terza posizione a Duff (Yamaha) il quale si rivela fortissimo alla distanza, avvicinandosi con prepotenzaolla moto di Redman che riuscirà a superare in una bruciante volata finale. Sorprendente risulta il comportamento del bravo Agostini, l'unico pilota italiano che riesce a tenere testa alla fortissima coalizione degli squadroni delle due marche nipponiche. Nel gruppo dei migliori si mette in vista anche l'inglese Shepherd, che, in sella alla M. Z. bicilindrica, è stato uno dei pochi piloti a concludere la. velocissima corsa a pieni giri, piazzandosi al quinto posto. Alle sue spalle si classificava lo svizzero Taveri (Honda). La manifestazione si era aperta con la prova delle 350, che vedeva la brillante vittoria di Redman in sella all'Honda quattro cilindri. Il pilota rhodesiano, che si è riconfermata' 'campione ' del' mondo della cilindrata, ha sostenuto uno spettacoloso duello con Venturi (Bianchi) il quale, per due giri, ha dato la netta sensazione di poter contrastare il passo al fortissimo avversario. Ma è stata una illusione di breve durata, in quanto al terzo passaggio un banale guasto meccanico costringeva Venturi a fermarsi. In questa competizione si attendeva con curiosità il debutto sulla pista di Monza delle quattro cilindri russe Vostok di Sevastianov e Kiisa, che durante le prove avevano stabilito dei tempi dignitosi. In gara, però, scompariva subito Kiisa, mentre Sevastianov si fermava ai boxes dopo avere compiuto alcuni giri in quarta posizione. Redman non trovava ostacoli e conquistava la vittoria alla, media di 180,015 chilometri l'ora, mentre il record del giro era stabilito da Venturi alla media di km. 187,669. Non si avevano sorprese nemmeno nella classe 125, 'dovè Taceri' con l'Hond'a si imponeva in modo nettissimo, polverizzando il record sul percorso totale e quello sul giro. Anche m questa gara si era capito subito che la gara si sarebbe risolta con una lotta tra i portacolori delle Honda e delle Suzuki. Anderson faceva del suo meglio per contrastare il passo ai rivali, ma si doveva accontentare del secondo posto, seguito da Degner (Suzuki) e Bryans. Il miglior piazzamento degli italiani è stato l'ottavo posto di Visenzi su Honda. In questa prova si sono registrati alcuni incidenti, risaltisi però senza gravi conseguenze. Mandolini cadeva rovinosamente sidla curva di Lesmo e riportava la frattura della clavicola. Bellone invece si slogava il piede sinistro in una caduta alla curva parabolica, mentre l'australiano Busico e Walter Villa riportavano contusioni guaribili in pochi giorni in due altre cadute. La corsa delle 500 ha, poca storia poiché Hailwood (M. V.) scattato in testa alla partenza ha vinto senza incertezze demolendo i primati della corsa e sul giro. Al secondo posto si è classificato Caldarella, con la Gilera quattro cilindri, mentre Venturi dopo essere rimasto per tutta, la gara al terzo posto, si fermava quando mancavano cinque giri alla fine. d. all. L'incidente senza conseguenze del quale è rimasto vittima il centauro Mandolini, uscito pista (Telefoto a «Stampa Sera»)

Luoghi citati: Lesmo, Monza, Visenzi