Condannato per parricidio in Francia viene a Torino e lo processano ancora

Condannato per parricidio in Francia viene a Torino e lo processano ancora Condannato per parricidio in Francia viene a Torino e lo processano ancora E' un minatore veneto inviato in Italia, ha subperò tenuto conto del La Corte d'Assise di Torino (pres. Moscone, p.m. Piscopo, cane. Santostefano) ha giudicato ieri il quarantenne Piero Piccin, nato a Vittorio Veneto. |ma emigrato in Francia con la famiglia all'età di 3 anni. Nel 1952 il Piccin fu condannato dalla Corte di Metz a 20 anni di lavori forzati per parricidio: dopo aver tentato di strangolare il padre, lo aveva gettato dalla finestra del bagno. L'uomo, caduto sopra una lastra di cemento, era morto sul colpo. Il Piccin, in Francia, scontò metà della pena e poi, due anni fa, venne graziato per buona condotta. Ma nel riacquistare la libertà, avendo conservato ia cittadinanza italiana, fu colpito da provvedimento di espulsione. A Bardonecchia fu arrestato; egli, infatti, era ancora perseguibile, per il reato di parricidio, secondo la legse italiana L'imputato, difeso dall'avv. Trebbi, ha confessato ieri il suo delitto, ma ha dato spiegazioni che sembravano convincenti, «il/io padre — ha fletto — non mi ha mai potuto vedere. Insultava me e anche mia madre, ci picchiava e mi dilaniava fannullone, in, invece, ho lavorato fin dall'età di 18 anni in miniera. Mi sposai nel 19.',9. ma il min matrimonio fallì. Quando mi separai dalla moglie tornai a vivere con i genitori e min \iadre pretendeva di trattarmi come un ragazzino. Quando beveva diventava insopportabile. Quella notte litigammo ancora una volta in cucina. Mi provocò ed io, esasperalo, lo afferrai per il collo. Lo vidi scivolare sul pavimento e credetti di averlo istrozzato: per questo lo but \tni llnlln finestra, nel tentativo Sjm,(/are una disgrazia*. !n medico legale, invece, sta- bilì che le ferite al collo non erano mortali. La Corte ha accolto la pro¬ \ p03ta del p m. dott. Piscopo, |ecj ha condannato Piero Pie cin a 20 anni di reclusione, L'imputato, tuttavia, ne ha già scontati 12 (gli verranno in |fatti riconosciuti i 10 anni tra 'scorsi per lo stesso reato nelle prigioni francesi) ed ha diritto la 3 anni e mezzo di condono. - A Metz aveva già scontato dieci anni - Espulso e ito un nuovo procedimento - I giudici torinesi hanno carcere già sofferto - Dovrà scontare altri 4 anni Pietro Piccin, da processato Gli rimarrebbero, quindi. ì anni e mezzo. Ma lo stesso presidente ha avvertito il Piccin che anche in Italia, quando la sentenza sia passata in giudicato, egli ha ormai diritto di chiedere la liberazione condizionale. Morto a San Paolo in Brasile il giornalista Giannino Carta San Paolo, 30 ottobre. E' morto questo pomeriggio, dopo lunga malattia, il giornalista Giannino Carta, capo dei servizi esteri del giornaleEstado de Sao Paulo. Nato nel 1904 a Genova da famiglia di origine sarda era stato, prima della seconda guerra mondiale, per diversi anni capo redattore del Secolo XIX. Trasferitosi successivamente in Brasile era divenuto capo dei servizi esteri del massimo giornale brasilia-no. Nel 1956 era rientrato in Italia per assumere la vice-direzione della Gnzzrttu del Popolo che resse fino al 1959. Era tornalo quindi in Brasile dove aveva ripreso il suo la- voro &\VEstado. Giovane mutilato d'una gamba muore in un incidente stradale Aveva perduto l'arto due anni fa in una disgrazia analoga Ceres, 30 ottobre. Co. v.) Per le ferite riportate in un incidente stradale accaduto giovedì della scorsa settimana, è morto nella sua abitazione, in frazione Voragno, il diciassettenne Leandro Bianco, privo della gamba si nistra. perduta in una sciagu ra analoga. II povero giovane riportò la grave menomazione due anni fa. Tornando da Ala di Stura in ciclomotore, in una curva perdette il controllo del veicolo e andò a schiantarsi contro una roccia. Nell'urto ebbe la gamba sinistra spappolata e i| medici dell'ospedale di Lanzo prima, di istituti di Torino poi, fecero l'impossibile per guarirlo. Ma ogni cura fu inutile. Tornato a casa, dove abitava con i genitori (il padre è dipendente dell'Enel-Sip) e le sorelle, dopo una lunga convalescenza il Bianco fu munito di una gamba artificiale e tornò a camminare. Prese anzi a servirsi dell'arto ortopedico con tale disir.voltura che di lì a poco tempo volle tornare a servirsi di un ciclomotore per spostarsi fra la frazione, il capoluogo e i paesi vicini, dove aveva molti amici. La disgrazia che gli è costata la vita ò avvenuta alle 22 di giovedì della settimana scorsa appunto mentre faceva ritorno da Traves, dove era andato a passare la sera con dei conoscenti. Appena fuori del paese, in località Grange rli Traves, mentre saliva verso Ceres, esattamente come gli era accaduto due anni prima, in una curva gli è sfuggito il controllo del ciclomotore ed è làndatoa sbattere contro una j roccia, riportanto la frattura j lleua base cranica e della gam- ba destra, quella sana. Soccorso da un automobilista di passaggio, il poveretto è stato subito trasportato all'ospedale di Lanzo. Le sue condizioni erano disperate e i medici lo hanno ricoverato con prognosi | riservata Le speranze di sal vario erano tenuissime. Dopo 1 un paio di giorni sono com ìndiamente scomparse e i me j dici hanno autorizzato la fa . miglia a riportare il poveretto a casa, dove è morto dopo Ibreve agoni