Il «dramma pancreatico» di Angelo Viziano

Il «dramma pancreatico» Aperti a Roma i congressi de medicina interna e chirurgia Il «dramma pancreatico» E' un morbo ancora un po' misterioso che si scatena a volte improvviso, a volte subdolamente - Consiste nell'anormale attivazione dei fermenti digestivi prodotti dal pancreas in modo che è la stessa sostanza di questa ghiandola a venir digerita, distrutta - Clinici e chirurghi alleati nel combattere la malattia (Dal nostro inviato speciale) Roma, 29 ottobre. I due grossi congressi nazionali di medicina interna e di chirurgia generale sono stati inaugurati stamane all'Eur dal ministro per la ricerca scientifica on. Arnaudi. Dopo i rituali discorsi di apertura dei presidenti delle rispettive società, medica e chirurgica, prof. L. Villa e E. Ruggieri, alquanto polemici particolarmente in merito agli aspetti attuali della formazione del medico ed a quelli dell'organizzazione della sua attività professionale, la grande assise ha iniziato il processo al pancreas, imputato — come già ieri scrivemmo — di autolesionismo a discapito della salute di tutto l'organismo. I relatori (A. Fieschi, P. Stefanini e collaboratori) hanno pronunciato notevoli requisitorie. Molti lati'fino a ieri oscuri del processo morboso per cui si arriva alle « pancreatiti acute » sono stati chiariti; altri sono rimasti invece ancora in penombra; ciononostante si sono profilate vie terapeutiche nuove, anzi già munite di un certo collaudo incoraggiante per i migliori risultati, favoriti specialmente da una perfezionata diagnostica precoce, col sussidio di nuovi esami di laboratorio, e da più raffinati interventi d'ordine medico o chirurgico. D'altronde è stata convalidata, accanto alla esistenza di pancreatiti acute drammatiche a insorgenza fulminea ed a decorso superlativamente allarmante, l'esistenza di forme acute sì, ma quasi sfumate e modeste per le immediate conseguenze. Vanno sospettate a tempo debito perché esse possono costituire subdolamente il terreno favorevole poi allo svilupparsi di episodi esplosivi. Purtroppo la loro insidia sta nel fatto che si tratta di quadri morbosi apparentemente effimeri, transitori, e che soprattutto si confondono con disturbi simili ad altri suscitati più sovente da lesioni di organi diversi, cioè di visceri che hanno sede vicino al pancreas e in più rendono poco agevole la libera esplorazione clinica diretta di tale ghiandola. Occorre a questo punto ricordare che il pancreas, primitivamente noto quale ghiandola fabbricante succhi digestivi (pancreas «esocrino»), e poi elevato ad alto onore come secretare dell'ormone insulinico (pancreas «endocrino») e conseguentemente troppo di menticato per la funzione in precedenza rilevata, è una grossa ghiandola associata al tubo digerente, posta proprio a ridosso del fegato e dello stomaco, appoggiata alla colonna vertebrale. E' una ghiandola che in quel tubo al momento opportuno versa un suo succo per condire, per così dire, ap propriatamente il bolo alimentare in transito ed in tal modo condizionarlo, al fine di farne assimilare i componenti da parte dell'organismo. Orbene, il pancreas può ammalarsi per conto proprio ; ma frequentemente entra nel turbine dei malanni di altri organi vicini e, pertanto, può risentire, tra l'altro, di certe affezioni dello stomaco o delle vie biliari. Può anche essere insidiato da forme infettive. D'altra parte i disturbi digestivi intestinali che certe sue alterazioni comportano, con l'inappetenza, col fetore dell'alito, con certe forme di diarrea, con la debolezza generale, spiegano pure i gravi deperimenti legati alla turbata funzionalità pancreatica. Abbiamo avuto occasione di scrivere ancora recentemente che oggi il pancreas non è più il « grande sconosciuto » di un tempo e, pertanto, non può più essere neppure il « grande dimenticato » delle consultazioni ordinarie nel campo gastroenterologico, finendo con addebitare troppo affrettatamente al fegato colpe non sempre di sua spettanza. Oggi si è, dunque, centrato l'aggiornamento delle forme acute di pancreatite. Se per gravità eccelle tra esse (come dice il termine) la iperacuta, per fortuna essa è la più rara e mantiene il suo nome di « dramma pancreatico ». Ma altre forme se ne an¬ noverano, dal tipo che sintomaticamente esplode come una colecistite acuta (nel venticinque per cento dei casi) alla forma simulante una occlusione intestinale, a quella a tipo gastralgico, pseudo perforante, ed infine le forme attenuate o fruste, le più frequenti. Una lunga e svariata gamma, adunque, esiste di pancreatiti, per cui non sempre la fisionomia di ognuna è precisa con i punti sintomatologici cardinali del quadro classico, risultante da un dolore intenso, frequentemente a sede epigastrica o irradiato sotto l'arco costale sinistro, nausea, vomito e stato di shock. Il dolore ha la prerogativa di raggiungere, come un colpo di pugnale, rapidamente l'acme, perdurando poi tenace a lungo. E' nell'età media che le pancreatiti acute fanno più spesso capolino; sotto i cinquant'anni più nell'uomo, poi più nella donna. In quanto alle cause originarie specifiche, le più recenti inchieste ci hanno lasciati alquanto nella oscurità; tut¬ 1III1llll1IlIllllllIIIIIIIIlll1llllf1tlllllllllllllfl(tIIIT tavia si è avuta una più larga conferma della significativa frequente concomitanza del male pancreatico con varie altre forme morbose; per cui molte di queste possono ritenersi responsabili della sua insorgenza, in primo luogo la calcolosi biliare, errori dietetici ed etilici di tipo cronico (leggasi forti mangiatori soprattutto di cibi grassi e bevitori abituali), fattori infettivi e parassitari (la parotite talora nell'infanzia e così pure qualche volta gli ascaridi), nonché cardiovascolopatie. Il fulcro del meccanismo di formazione della pancreatite acuta resta sempre, anche alla luce delle attuali acquisizioni, una attivazione anormale, cioè troppo precoce, già dentro le strutture del pancreas, dei fermenti digestivi pancreatici, specie gli enzimi protèolitici, di cui per tale causa resta vittima lo stesso organo produttore. E' in tal senso che si è parlato di autolesionismo, di autodi^*V,tione. Ci si è domandati perché i vari fattori ritenuti re¬ IllMIII1lf IMIIIIIIIIIIII1lllllllllllllllflllllllI>lllll1ll sponsabili di indirizzare sul pancreas, quale organo-ber saglio, certi stimoli atti a mettere in moto il meccani smo della pancreatite acuta vi riescono solo in taluni casi. Gli è che in qualche caso per la riuscita agisce uno stimolo violento da poter essere da solo responsabile del quadro morboso; in altri casi invece può preesistere una condizione di minorazione del tessuto pancreatico, quale elemento favorente la esplosione del male. Di lì — tornando a quanto abbiamo già accennato — l'importanza di scoprire tempestivamente piccoli episodi morbosi, pregressi, che trascorrono con manifestazioni lievissime oppure vengono confusi con altre espressioni cliniche (quali false coliche biliari, ad esempio), comunque ignorati e capaci di creare ripercussioni nel parenchima ghiandolare. In quanto alla terapia, secondo il criterio attuale, il trattamento medico e quello chirurgico si associano sulla base di precise indicazioni. Angelo Viziano Cmilsmsugtougvascacsdradcl'tofiddlaticscliptecap1ll1lllllfltllllI1IITI •IIIIIIIIIIIIIlllllllllllllllll l

Persone citate: E. Ruggieri, Fieschi, Illmiii1lf Imiiiiiiiiiiii1lllllllllllllllfllllllli, L. Villa, Stefanini

Luoghi citati: Roma