Il mondo cambia di Ferdinando Vegas

Il mondo cambia Crisi russa, atomica di Pechino, vittoria laburista Il mondo cambia Tre avvenimenti, alla fine della scorsa settimana, hanno profondamente modificato la situazione internazionale: la caduta di Kruscev, l'esplosione dell'atomica cinese, il successo dei laburisti in Gran Bretagna. Sul colpo di scena a Mosca si è detto ormai tutto, nella stampa occidentale, ma in realtà non si sa ancora nulla di preciso; possiamo quindi essere d'accordo con i comunisti italiani, quando chiedono ai compagni sovietici « ima informazione completa e persuasiva », fatti, notizie sicure, documenti. La mancanza degli elementi indispensabili di giudizio si fa sentire in particolare riguardo alle nuove personalità emerse alla testa dell' Unione Sovietica. Chi sono e che cosa rappresentano Bi-eznev e Kossighin? E soprattutto, sono essi i veri, stabili successori di Kruscev, oppure delle figure di transizione? Si ricordi che nel marzo '53, alla morte di Stalin. Kruscev era un personaggio relativamente secondario di fronte alla troika Malenkov-Molotov-Beria ; solo nel settembre divenne primo segretario del partito e cominciò l'ascesa, lenta e contrastata, al vertice del potere, cui giunse appena alla metà del '57. Conviene quindi non disperdersi in congetture sul piano immediato e porsi, invece, in una prospettiva storica. Da questo punto di vista appare evidente che nell'Unione Sovietica, dalla morte di Stalin in poi, è in corso un processo oggettivo e irreversibile, che negativamente e in forma clamorosa si usa chiamare, appunto, « destalinizzazione ». Profondamente e seriamente, tale processo rappresenta l'uscita definitiva del mondo sovietico dalla minorità e dalla arretratezza, l'eredità dell'epoca prerivoluzionaria che Stalin, anziché liquidare, aveva per certi versi aggravata. Ora i figli dei mugiki sono tecnici atomici e spaziali, una ci viltà urbana di massa tende inarrestabilmente a un minimo, almeno, di libertà e di benessere, la Russia non è più isolata, ma insc rita nella politica mondiale di potenza, con le con seguenti, enormi responsa bilità. Kruscev aveva compreso che questa è una realtà che nulla e nessuno potrà disfa' re; si era gettato nel flusso della corrente, con le sue estrose improvvisazioni, dibattendosi vivacemente per incanalare e dominare l'impetuoso disgelo. E' stato infine travolto, probabilmente perché le intuizioni geniali non bastano a costruire un indirizzo politico organico e univoco; ma i suoi stessi vincitori potranno corregge re molti difetti ed errori dell'uomo, non mettere in dietro l'orologio della storia. L'avvicendamento a Mosca si colloca, insomma all'interno dell'era post-sta liniana, con l'arrivo al prò scenio dei professionisti del la politica, tecnici e organizzatori. Se costoro si attesteranno su una linea più conservatrice, oppure proce deranno innanzi con grande cautela, forse con qualche ripiegamento tattico, è cosa che nessuno, al momento, può predire. * * L'aspetto più discutibile della politica di Kruscev era la polemica con la Cina, spinta all'orlo della rottura fra i due colossi del comuni smo. Acquista così un valore simbolico il fatto che, a poche ore dalla caduta del leader sovietico, si sia in nalzato nel Sinkiang il primo fungo atomico cinese. E' uno spettacolo che certa mente non entusiasma, pri ma di tutto perché l'inqui namento dell'atmosfera e la diffusione delle armi nuclea ri sono sempre, in generale, fenomeni negativi. In particolare, poi, il possesso di un'arma così tremenda da parte di estremisti rivolu zionari non può non preoc cupare; ci vorranno degli anni perché la Cina sia veramente una potenza aiomica, ma l'effetto psicologico, specie sui neutrali, si sconta immediatamente. TI mondo occidentale e l'Unione Sovietica devono dpsctdmciatcdscagWcrmlnqntsqPmstrpctve dunque riesaminare, quanto prima tanto meglio, le rispettive politiche verso Pechino. Per i dirigenti sovietici si pone il problema arduo di conciliare il mantenimento della coesistenza pacifica con gli occidentali e il ritorno a rapporti meno aspri con i cinesi ; l'Occidente, e precisamente l'America, deve infine prendere atto della realtà, che la Cina esiste, quindi procedere al riconoscimento diplomatico e ammetterla all'Onu. Bisogna insomma che Mosca e Washington parlino con Pechino, la impegnino nelle responsabilità della politica mondiale; solo così dal male dell'esplosione atomica cinese potrà forse derivare qualche cosa di buono. * * In questi frangenti internazionali i laburisti sono tornati al potere, con la striminzita maggioranza di quattro seggi ai Comuni. Per quanto antitetico sia il modo della sconfitta di Kruscev e di Douglas Home, tuttavia anche in Inghilterra si assiste all'ascesa dei professionisti competenti, di contro al superiore dilettantismo dei dirigenti conservatori. La pesante eredità economica ricevuta dai la¬ bgovpracrmpbpgggannbzirdsr«dNvgtgdlzpgIl H1U11 n IM1111MIM11111M MIU H11M1111MIKIH111 ( U H buristi esige veramente degli amministratori abili e oculati, se l'Inghilterra deve sviluppare tutte le proprie potenzialità e se i laburisti vogliono consolidarsi al potere. E' da prevedere che Wilson procederà con rapidità e fermezza al promesso ammodernamento del paese, senza per questo abbandonare la serietà e il pragmatismo che lo distinguono. Sull' attuazione del programma di politica interna, già così gravoso, viene però ad incidere il mutamento nella situazione internazionale, che certamente assorbirà buona parte dell'attenzione dei nuovi governanti inglesi. Continuerà ininterrotta la distensione anche dopo Kruscev ? Conviene sempre rinunciare al deterrent nucleare, ora che al « club atomico » è entrato di forza un nuovo socio? Non sarebbe opportuno rivedere l'atteggiamento negativo verso l'Europa continentale? A questi interrogativi Wilson deve rispondere al più presto, perché la nuova situazione internazionale ha bisogno dell'apporto stabilizzatore dell'Inghilterra. Ferdinando Vegas H M11M11111H M111111 ! 11 IT II 111111 i 111 II 11MI ! 111111111 r 111