Centocinquanta opere al «Premio Piemonte»

Centocinquanta opere al «Premio Piemonte» Arti ed artisti Centocinquanta opere al «Premio Piemonte» Disegni di Klimt, Kirchner, Dix e Grosz in una galleria torinese - Una mostra di De Pisis e una collettiva dei maggiori autori italiani del '900 ! Anche quest'anno l'associazione « Piemonte artistico e culturale :> ha. allestito la sua « Mostra d'autunno » che dispone di vnri premi, fra i quali più importanti il < Premio Piemonte » e il « Premio Città di Torino », assegnati in questa edizione il primo (pittura e scultura) a Nicola Galante e a Franco Garelli, il secondo (pittura) a Enrico Allimandi; gli altri nove premi sono toccati a Fernando Fandi, a Giosuè Calierno, a Vincenzo Salerni, ad Abacuc, a Lamberto Camerini, ad Alfre do Levo, ad Edoardo Rosso, a Sergio Scanu, a Pippo Bercetti. Le opere premiate sono le migliori delle quasi 150 esposte? Non facciamo riserve per la Paura della bellezza di Allimandi, quadro interessante nel suo vago simbolismo-surrealismo, ben composto e ben dipinto, né per l'eccellente Cattedrale di Albenga di Calierno, in cui il colore giunge ad un alto valore lirico. Giusto, inoltre, premiare in Galante l'anziano maestro che tante prove ha dato di poetica sensibilità umana e pittorica, anche se queste sue Colline di Cumiana, un po' forzate nei toni, non sono al livello d'altri suoi gentilissimi dipinti. Forse meno giusto aver voluto rivendicare col premio a Garelli — in una mostra quasi tutta di « figurativi » — la validità della scultura < non-figurativa » facendo prevalere la < problematica » sulla autenticità artistica, e mettendo di conseguenza da parte, per esempio, la Danzatrice acrobata di Cassino. Le altre pitture premiate non sono certo superiori a venti o trenta che gli stanno intorno: ciò che ancora una volta prova l'impossibilità di stabilire graduatorie in una rassegna di forze pressoché uguali. (Si intende che se si fosse potuto prendere in considerazione alcuni pezzi fuori concorso, come la splendida Finestra di Menzio, non vi sarebbero stati dubbi). Pensiamo perciò che il < Piemonte artistico » farebbe bene a rinunciare ai premi, sfuggendo alla < premio-manìa » italiana. Ed anche a rinnovare la formula, alquanto stanca, delle sue mostre collettive, viziate persino nel catalogo, che riproducendo opere il cui elicile è di solito pagato dall'espositore, risulta deplorevolmente incompleto. Ciò dicendo non si afferma che l'esposizione sia mediocre. Tutt'altro: la si visi' ta piacevolmente, soprattutto per merito di Alessandri, Al fieri, G. B. Alloati, Assetto (che ha mandato non un quadro ma un curioso mobiletto fra barocco e liberty), Balduino, Cafiè, Chiara, Chiesa, Ciminaghi. Conversano, Emprin, Funi, Garino, Gramola, Levrero, Macciotta. Manzone, Merlo, Molinari, Monsanto, Morelli. Morbelli, Mais, Micheletti. Palumbo, Pascutti, Pividori. Poppi, Sarri, Sassu, Tozzi, Taliano, ed altri, oltre i premiati. Si vuol soltanto notare che ai puntuali, dignitosi ritorni degli habitués, da Albano a Roccati. da Corbelli a Solavaggione a Treves a Vellan a Verdiani a Viarengo col solito unico pezzo, si dovrebbe sostituire qualcosa di più impegnativo, di più culturalmente stimolante. * * Una mostra d'alto interesse, per collezionisti raffinati, ci offre la galleria «Narciso» riunendo una cinquantina di rari disegni, alcuni anche colorati, di Gustav Klimt (18621918), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Otto Dix (1891), George Grosz (1893-1959). Sono gli esponenti di una civiltà figurativa — si pensi agli effetti della Secessione viennese, dellVlrf Nouveau, di Die Bruche, della cosidetta <Arte degenerata » tedesca e della tremenda satira del costume europeo fra le due guerre — che ha profondamente influito sugli aspetti di quella attuale, incomprensibile senza codesti precedenti. E' dunque, per il pubblico torinese colto, una rara occasione di perfezionare la propria conoscenza di quattro artisti di primissimo piano. Altra occasione non meno notevole si coglie nella galleria < Gissi > riaccostandosi a parecchi dei maggiori maestri della pittura italiana contemporeanea: Carrà, Casorati, Campigli, De Chirico, De Pisis, Morandi, Rosai, Severini, Sironi, Tosi, Soffici, nuovamente interpretati con brevi succose note sul catalogo da Albino Galvano. Tutti 1 pezzi esposti sono di eccellente qualità, tali da darci piena misura dell'arte di questi insigni pittori. Dal canto suo la galleria «Viotti» con un gruppo di splendidi dipinti e disegni, datati dal 1927 in avanti, ci dà una mirabile sintesi della personalità estrosa e complessa di Filippo De Pisis. Il pittore è fra i più «visti » tra i maestri italiani moderni, ma in quadri come Fiorì con specchio barocco (1931), Natura morta con funqhi (1943), Venezia (1945), e in acquarelli come Ritratto di Georges, v'è da avvertire nuovi profondi palpiti della poesia depisisiana. mar. ber. Circolo della stampa — Stasera alle. 21,15, nella sede di corso Stati Uniti 27, 11 giornalista Mario Giovana e U prof. Piero Pieri presenteranno il libro di Ruggero Zangrancll: « 1943 : 25 luglio-8 settembre » edito da Feltrinelli, in un colloquio co: l'autore.

Luoghi citati: Abacuc, Cassino, Cumiana, Piemonte, Torino, Venezia