Un film in tre episodi con la Spaak protagonista

Un film in tre episodi con la Spaak protagonista t— Sullo schermo —> Un film in tre episodi con la Spaak protagonista « Criminali a Hong Kong » : poliziesco-awenturoso (Astori — Sotto l'inesorabile moda del film a episodi Tre notti d'amore ne pone tre, in cui fa da l'ilo conduttore Catherine Spaak, seducente come sempre, e come sempre parca di espressioni (forse un po' sotto il limite consentito a un'attrice), salvo che in quell'ima, di leonardesca ambiguità femminile, in cui è bravissima e che ha fatto giustamente la sua fortuna. Nell'episodio, « La vedova >, di Renato Castellani, essa veste il lutto per il marito capomafia avvelenato dalla concorrenza; ne riporta la salma nel paesello siciliano, che va a bollore per le grazie della bella fran- cesina; ma i parenti del morto, tutelandone l'onore oltre la tomba, fanno prontamente fuori chiunque si arrischi a corteggiarla. Così così. Gallismo e gelosia sicula sono anche troppo saturi di scherzi cinematografici, sebbene Castellani abbia condito il suo d'uno splendido paesaggio e dei vispi ritmi di un balletto scatenato intorno alla vedovella sexy. Luigi Comencini ha diretto « Fatebenefratelli », dove Catherine, amica d'un commenda milanese, fracassatesi le ossa in un incidente automobilistico e ricoverata I in un ospedaletto di frati, i dagli spiragli delle molteplici ingessature fa l'occhio dolce a un giovane converso che le resiste e si studia di convertirla; e quando c'è riuscito e la donna pentita si è fatta suora, lui ha perso la voglia di farsi frate. Anche qui sapevàmcelo che la carne, specie sullo schermo, è debole; la storiella alquanto grassoccia ha il merito di mettere bene in fuoco le allettative spacchiane. Con più bulino e maggior ricerca del nuovo, non importa se un po' sforzata, Franco Rossi ha raccontato nella terza e ultima novella, «La moglie bambina», il caso d'una sposina diciottenne e tuttavia baloccantesi con le compagne, la quale per guarire il marito quarantenne della claustrofobia e altri tic nervosi di cui soffre, gli procura un'amante scioccherella, scelta fra le sue amiche; ma quello declina l'offerta, e intanto guarisce. Come mai? La mogliettina indaga, scopre che l'amante il marito se l'è trovata da sé, e la cosa finisce a schiaffoni. Bene che gli episodi siano soltanto tre; bene il grande schermo e la festosità dei colori che insieme con altri ingredienti danno coesione di spettacolo a queste variazioni più o meno abusate sul tema della donna, peraltro sostenute qua e là da osservazioni argute e da qualche trovatina divertente. Accanto alla bella protagonista che sfoggia molti vestiti, stanno di volta in volta Renato Salvatori, il fine John Philippe Law e un frizzante Enrico Maria Salerno. 1. p. * * (Nazionale) — Il film italofranco-tedesco Criminali a Hong Kong obbedisce puntualmente alla ricetta poliziesco-avventurosa delle vicende estremo-orientali a sfondo criminale. Una banda di spacciatori d'eroina il cui capo occulto è un insospettabile gentiluomo, membro anziano quanto autorevole della comunità europea di Hong Kong; un poliziotto identificabile, secondo collaudati usi cinematografici, da un numero (mi), che si fa credere bandito e come tale crea, sospetti ed equivoci tra i colleglli investigatori, all'oscuro di quel doppio giuoco; una bella bionda usala come esca: queste ed altre < situazioni-tipo », mescolate a torture, intrighi, sparatorie, agguati danno artificioso movimento alla vicenda, funereamente punteggiata da morti assassinati. Fra questi, caso insolito, anche il numerato agente al quale il film s'intitola. Egli però, prima di spirare, sa che due colleghi porteranno a termine là missione a lui affidata e sgomineranno gli spacciatori di narcotico. Infantile e. truculento a un tempo, il film non c tuttavia privo di un suo standard spettacolare.

Persone citate: Castellani, Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Franco Rossi, John Philippe, Luigi Comencini, Renato Castellani, Renato Salvatori, Spaak

Luoghi citati: Hong Kong