"Il padre di Felice Ippolito ha sempre agito in buona fede" di Gigi Ghirotti

"Il padre di Felice Ippolito ha sempre agito in buona fede""Il padre di Felice Ippolito ha sempre agito in buona fede" L'avv. Lia sostiene che l'anziano prof. Girolamo Ippolito fu chiamato come consulente del Cnen per il suo riconosciuto valore scientifico - Oggi il difensore conclude l'arringa, poi parleranno i patroni di altri due imputati (Dal nostro invialo speciale) Roma, 14 ottobre. Per il padre di Felice Ippolito, la pubblica accusa richiese sette anni e tre mesi di reclusione, la multa di sedici milioni e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Stamane, l'anziano professore ha ascoltato una parola di discolpa, dopo l'amarezza della requisitoria. Ha parlato il suo difensore, avv Pietro Lia d'altro patrono sarà il prof. Alfredo De Marsico). Egli ha esordito esaltando la figura di Girolamo Ippolito sotto l'aspetto morale e scientifico. Un uomo di tanto valore non doveva essere oggetto di un così spietato attacco Egli non è « il padre che Un voluto guidare il figlio all'ascesa attraverso il delitto ». come sostiene l'accusa. Il « piano crimina so» compiuto dall'imputato avrebbe come punto di appog gio la costituzione dello studio « Sdd » e quindi della società « Archimedes ». Secondo l'accusa, soprattutto IV Archimedes » sarebbe il perno di un vasto giro d'affari, all'ombra dell'Ente nucleare. L'oratore chiarisce: questa tesi trascura il fatto che sono state realizzate opere grandiose, quali il Centro nucleare del Brasimone. il Centro di Ispra, ;1 Ccil acincotaIpimmvdchpgtenLfeGarppEpdcseamccarIIIllIllllMItlIllllllIlllllllll II1II1I1IÌI11III1III1IIIT Centro della Rotondella. Altrorchiarimento: non è vero che il padre spingesse il figlio ad | attribuire lavori alle sue so- cietà, per salvarle da sicuro naufragio Nell'arco di tempo considerato dal capo d'imputazione le società del prof. Ippolito padre lavorarono per Iimporti notevolissimi; le com messe del Cnen rappresentavano appena il 2,8 per cento di tutto il fatturato. Sostiene l'accusa che la « Archimedes» sorse nel 19111) quale procacciatrice d'affari per un gruppo di società a lei collegate, avendo la possibilità di monopolizzare i contratti del Cnen Le cose stanno secondo il difensore in altro modo: il prof. Girolamo Ippolito si unì ad un altro professionista di valore riconosciuto, l'ing. Emilio Kam polla del Tindaro (coimputato) per dar vita ad un «Consulting Engineers », e cioè ad un gruppo di professionisti in grado di effettuare la progettazione complessa di opere altamente specializzate. Il programma, era di proiettare la propria azione all'estero: se la « Archimedes » non riuscì nell'intento, ciò dipese dal fatto che la società in questione si trovò ad affrontare una dura concorrenza: non s'arriva al succes- IITII1II IllllllllItlItlIIIIIIIIIIIIIIIllllliliflITIIB so internazionale dall'oggi al domani. Il punto di forza dell'accusa è costituito da un opuscolo. stampato a ci a del Cnen, ove appaiono indicate tutt'insieme le varie società note di questo processo: «Archimedes», «Athe- na», « Arion », « Cogemi », « Vi- tro »... Osserva il difensore che l'opuscolo era concepito per il lancio del «Consulting» italiano sul mercato estero: non esistevano rapporti economici tra le varie società, ma solo promesse di reciproca collaborazione tra 1 vari professionisti che le formavano. L'accusa fa carico agli Ippolito padre'e figlio per due automezzi ceduti alla « Archimedes » a prezzo di favore. Si trattò di due «Campagnole» usate: la prima fu pagata 250 mila lire, la seconda 880 mila. Le stime vennero fatte sulla base dei listini; nessun danno, quindi, all'Ente, anzi un vantaggio perché il Cnen usava liberarsi dei veicoli non più rispondenti ai suoi scopi. Il prof. Girolamo è sotto accusa di peculato per la somma di 200 mila lire dovute al Cnen per la starnila di quell'opuscolo di cui s'è fletto, e non pagata. Fu negligenza dell'ufficio, che non trasmise puntualmente la fattura, fa notare il difensore. Altra accusa di peculato: il Cnen avrebbe liquidato due milioni allo studio « Sdd », in più del dovuto II patrono osserva che il versamento era motivato da un lavoro eseguito in più. non previsto nel contratto iniziale Uno « stato di costante buona fede » ha caratterizzato la condotta del prof Girolamo Ippolito in tutti questi episodi. A contrasto con questo sentimento, sta la puntigliosa volontà dei periti d'uflicio di scoprire mende dappertutto. L'avvocato Lia sottolinea che i periti giunsero persino a quest'errore: le cifri annotate come spese vive nella contabilità della « Archimedes » furono addizionate, anziché sottratte, alla cifra delle parcelle. In tal modo s ottenne un lucro spropositato, lontano dal vero. Valutando a cuor sereno fatti e prove, i giudici constateranno come l'opera di Girolamo Ippolito a favore del Cnen sia stata sempre prestata a prezzi inferiori a quelli correnti, e ciò nell'intento di giovare all'ente. D'altro canto, il Cnen mancava d'un regolamen-, to: non esisteva perciò alcuna ! norma precisa cui Felice Ippoittici si dovesse attenere per] l'attribuzione degli incarichi i progetturali. L'averne affidati a suo padre fu un atto d'iniziativa responsabile, giustificata dall'alto valore scientifico del prof. Girolamo Ippolito e dall'eccezionale sua esperienza nel campo dello smaltimento delle acque inquinate. L'arringa dell avv. Lia, data l'ora tarda, sarà ripresa e conclusa domani. Domani, parlano anche gli avvocati Pisapia e D'Amico, difensori degli imputati Mario Guffanti e Fabio Pantanetti. Gigi Ghirotti

Luoghi citati: Ispra, Roma, Rotondella