La riforma delle pensioni discussa fra governo, sindacati e imprenditori
La riforma delle pensioni discussa fra governo, sindacati e imprenditori La riforma delle pensioni discussa fra governo, sindacati e imprenditori Nei prossimi giorni avranno inizio gli incontri per risolvere il problema L'Inps ha inviato alle confederazioni dei lavoratori una relazione sul riordinamento dell'intero sistema - Uno dei punti più dibattuti e di maggiore contrasto sarà il differimento a 70 anni dell'età pensionabile (Nostro servizio particolare) Roma, 17 settembre. Nei prossimi giorni il problema della riforma delle pensioni sarà affrontato con prospettive concrete in una serie di * riunioni triangolari » fra governo, sindacati e imprenditori. Dopo l'incontro preliminare svoltosi di recente presso il ministro del Lavoro Delle Fave, il direttore generale della Previdenza Sociale Carapezza ha inviato oggi a tutte le confederazioni sindacali un importante documento in cui sono sinteticamente indicati in quindici « punti > gli orientamenti per un completo riordi| namento del sistema pensioniI stico, che elimini da un lato 1 ogni possibilità di abusi, spe\ requazioni e sovrapposizioni, e i dall'altro assicuri un trattamento di pensione proporzionato all'anzianità di servizio e all'età del lavoratore. Il documento propone la costituzione di tre « regimi » obbligatori professionali: nel primo dovrebbero confluire tutti i lavoratori dipendenti (sembra anche gli statali e i dipendenti dagli enti locali), nel secondo i lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani e pescatori) con l'estensione della pensione ai piccoli commercianti; nel terzo, i professionisti (avvocati, notai, ministri del culto, medici ecc.). Ogni regime dovrebbe « autogovernarsi » ed "in caso di avanzi di gestione potrebbe nvst, deliberare ulteriori migliora- menti del trattamento. jUn apposito «fondo». ne|, _: „„„,.„,.„„u,„.„ squale si concentrerebbero ì Lmezzi finanziari a carico del- lo Stato, dovrebbe intervenire la sostegno delle categorie de-'ficitarie (ad esempio I colti vatori diretti). Al criterio della pensione per vecchiaia o invalidità do- . 'vrebbe essere sostituito il si- Lstema di una pensione per « fi- ne lavoro », indipendentemen-i te dalle ragioni che determi-1 nino la cessazione di ogni at-jtività (età. infortunio ecc.); al ,guato ali anzianità di servizio. lavoratore dovrebbe essere assicurato un trattamento ade- imimimmimimimmimmmmiiiimmmi e proporzionale all'ultimo stipendio. La « fine lavoro », quando non intervengano cause diverse, dovrebbe avvenire al settantesimo anno di età, a meno che non vi sia una notevole anzianità di servizio o si tratti di categorie occupate in prestazioni particolarmente gravose (minatori). Nel documento non si accenna al problema delle «maiche» assicurative, di cui da più parti si chiede l'abolizione e l'aggancio diretto dei contributi alle retribuzioni. Sembra che gli esperti ministeriali non siano contrari a riesaminare la questione, date le evidenti sperequazioni determinate negli anni dall'attuale metodo. E' stato cal¬ ccbitpnecfbsrdmddptIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII colato che il valore della marca corrispondente alla retribuzione media settimanale per il settore industriale è passato dal 3,20% nel 1920 all'8,54 per cento nel 1939 al 13,08% nel 1943, allo 0,18% nel 1952 e allo 0.13% nel 1963. Uno dei temi di maggior contrasto sarà quello del differimento dell'età pensionabile. Le « riunioni triangolari ». secondo il calendario di lavoro già concordato, si concluderanno il 31 ottobre. Nei due mesi successivi il ministero del Lavoro appronterà il testo del provvedimento di riforma per presentarlo al Parlamento entro il 31 dicembre 1964. g. f. IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIMIIIIMIIIi
Persone citate: Delle Fave
Luoghi citati: Roma
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