«Il dott. Nigrisoli uccise la moglie col curaro per sposare l'amante che voleva abbandonarlo»

«Il dott. Nigrisoli uccise la moglie col curaro per sposare l'amante che voleva abbandonarlo» FRA UN MESE IL MEDICO DI BOLOGNA DOVRÀ DIFENDERSI DA QUESTA TREMENDA ACCUSA «Il dott. Nigrisoli uccise la moglie col curaro per sposare l'amante che voleva abbandonarlo» Il professionista è in carcere da diciotto mesi; respinge con sdegno l'imputazione: «Ombretta si è tolta la vita, sono innocente » - Nigrisoli, padre di tre figli, si era innamorato follemente di una giovane impiegata - Alla ragazza che lo respingeva chiedeva sempre: «Se fossi libero mi sposeresti?» - La moglie, poco prima della misteriosa morte, confidò che il marito continuava a tormentarla: « Perché non li ammazzi? » - Il processo (fissato al 21 ottobre) forse potrà chiarire l'enigma (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 12 settembre. Fra un mese — il 21 ottobre — il dott. Carlo Nigrisoli comparirà dinanzi ai giudici della Corte d'Assise di Bologna set-1 to la tremenda accusa di aver ucciso la moglie, Ombretta Galeffi, con una iniezione di sincurarina. « Sono innocente — ripete il professionista in carcere da diciotto mesi — Ombretta si è tolta !a vita... >. « E' colpevole — ribatte il Pubblico Ministero — Nigrisoli è ricorso al delitto per potere sposare la giovane e bella amante che voleva abbandonarlo:». Riuscirà il processo a chiarire l'enigma di questa fosca vicenda* Carlo Nigrisoli e Ombret',a\ . ' Galeffl si conobbero nel 19h6\ . ' '.'.e si sposarono quattro anni' o e » i l o t n - ù dopo. Lui brillante, disinvolto, con un avvenire sicuro dinanzi a sé (esercitava la professione nella clinica di suo padre, prof. Pietro); lei piacente, tranquilla, buona. Tutti etano sicuri che sarebbe stato, quello, un matrimonio felice, e 10 fu davvero almeno per i primi anni Poi, cominciarono i dissapo- \ ri ma la signora Ombretta non sembrò preoccuparsene. Aveva tre figli ai quali pensare: Guido nato nel 1951, Raffaella nata nel 195/,, Anna nata nel gennaio 1961. B'u a maggio di quell'anno che accadde qualcosa per cui la sua vita rimase sconvolta. Suo marito conobbe per ragioni professionali una »ogazza di 21 anni. Iris Azzoli, impiegata di un mobilificio bolognese: la causale involnniaria del delitto, secondo l'accusa. E' per lei che Carlo Nigrisoli avrebbe ucciso la moglie. Per un anno, la vita dei due amanti non ebbe episodi degni di rilievo: i loro incontri avevano una periodicità costante (una volta per settimana), un viaggio a Roma, una gita in montagna a S. Martino di Castrozza. Poi, nel settembre 1962, Iris, forse pensando al proprio avvenire, pese 11 medico di fronte alla crtida realtà della situazione. « Non voglio più saperne di te — sii scrisse — è bene per entrambi non vederci più ». Non immaginava mai quale sarebbe stata la reazione: brusca, vivace, minacciosa. « Se mi lasci — rispose lui — mi uccido». Iris ne fu intimorita e rinunciò ai suoi propositi. Per qualche mese soltanto, però. \Nel febbraio 1963 la ragazza tornò a pensare a se stessa e decise di troncare quell'amore impossibile. Per Nigrisoli sembrò la fine. Reagì anche questa volta, supplicò, pianse, si disperò. Tutto fu, mutile: Iris Azzali, questa volta, sembrò irremovibile e la casa del medico diventò un inferno. Nigrisoli si confidò cu i la moglie. « Non posso più Avtre senza di lei — le disse, je_ lefonale. convincila a non abbandonami: Per me è la donna ideale:» Ombretta Galeffl inconcepibilmente remissiva, telefonò. La situazione stavaassumendo aspetti drammaticie paradossali. «Non lo abban-doni - scongiurò la moglie rivolgendosi all'amante di suo marito - non voglio che muoia il pache dei miei figli. Questanotte, Cario ha tentato di uc cidersi. Continui la relazione con lui... k> faccia per i miei figli ». Era il 20 febbraio 196S. Carlo Nigrisoli avverti la donna per cui stava quasi impazzendo: «Mia moglie ha un tumore — le disse — ha due mesi di vita>. Per l'accula, fu in quel momento che Nigrisoli cominciò a pensare al delitto. < Se fossi libero, mi eposere sti? » le aveva sempre chiesto. Il dramma aveva avuto — ed è facile intuirlo — riper cussioni profonde sulle condì zioni di salute di Ombretta Galeffi. Im signora era arrivata sull'orlo dell'esaurimento nervoso e il suo medico di fldu eia, il dott. Frascaroli, le aveva consigliato dei ricostituenti per iniezioni endovenose praticatele dal marito. TT _ , Una sera, Ombretta svenne. „ ., Ebbe un sospetto. Raccontò ics\ poi al suo medico che il giorno successivo era andata a frugare nell'armadietto del bagno e aveva trovato due flaconcinì di sincurarina: uno sigillato e uno appena iniziato. Ombretta Galeffl confidò ai suoi amici le preoccupazioni dalle quali era afflitta. Durante la notte il marito con\tinuava a tormentarla: «Perché non ti ammazzi? > le diceva. Di giorno — sempre se la ricostruzione è esatta — ossessionato dall'idea di perdere l'amante le scriveva una, due, tre lettere implorandola di tornare da lui; scriveva persino alla madre di lei perché inducesse sua figlia ad amarlo ancora. Questo nei giorni 10, 11, 12 marzo 1963: alla vigilia, cioè, della tragedia. La sera del lì, marzo 1963, Ombretta Galeffl andò a dormire verso le 21,30. Un'ora dopo il marito invocò aiuto. < Mia moglie è morta » urlò. Come e perché? <Si tratta di un infarto » sostenne Carlo Nigrisoli. Arrivò suo padre, lo guardò negli occhi, si rese conto dì quello che era accaduto, lo schiaffeggiò alla presenza di tutti. « Vigliacco, disgraziato — lo insultò —, l'hai uccisa! ». Arrivò il medico di fiducia, dott. Frascaroli, ed escluse che Ombretta potesse essere morta per un infarto. La mattina successiva si riunirono a consulto il dott. Frascaroli, il prof. Zanella e U cardiologo prof. Guido Degnini che, d'accordo con il prof. Pietro Nigrisoli e con l'altro suo figlio prof. Paolo, dopo quattro ore di discussione, a mezzogiorno, decisero di av- ueriire il Procuratore della Repubblica perché intervenisse a chiarire il mistero di una morte così improvvisa. Carlo Nigrisoli, dopo avere cercato di evitare l'autopsia e quindi la denuncia minacciando che altrimenti si sarebbe ucciso, sostenne che sua moglie probabilmente si era uccisa. Le prove* Quattro tubetti vuoti di barbiturici tro \vati nel bagno. Dove erano finiti* «Li ho gettati via» si è giustificato ù medico ma nessuno gli ha dato credito. Qualche mese dopo il tossico- »ffO prò/. Niccolini trovò trac^ dl sincurarina nei resti del\la sturata Ombretta. rutto può dirsi definitiva nnn vl son° <*"bbi ormai. Per a|l*__f™aM*??t?' invf°? e ii Guido Guidi | mente chiaro* Per l'accusa li. è ancora da discutere: dal movenallo stesso delitto. —pCtulcrcss | Una delle rare fotografie del dott. Carlo Nigrisoli con la moglie Ombretta Gaietti itiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiitii di umilili iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Bologna, Roma