Il voto fem in in ile in America deciderà la lotta per la Casa Bianca

Il voto fem in in ile in America deciderà la lotta per la Casa Bianca I MOLTI ASPETTI DELLA DONNA NEL MONDO MODERNO Il voto fem in in ile in America deciderà la lotta per la Casa Bianca Su 112 milioni di elettori, circa 60 sono donne, vale a dire molto più della metà - Inoltre fra gli astenuti (come dimostrano le elezioni passate) prevalgono gli uomini : il suffragio delle donne sarà quindi decisivo - Le previsioni giocano a favore di Johnson, anche per il fascino che la moglie e le figlie del Presidente già in carica dimostrano di esercitare verso la "famiglia-tipo" - Nessun divorziato è mai salito alla carica suprema (Dal nostro corrispondente) New York, settembre. « Non sottovalutate l'importanza delle donne » è lo slogan ufficiale del Ladies Home Journal (circolazione quasi sette milioni di copie) ma i maligni dicono che è fatto interamente da uomini. Da qualche tempo, questo slogan famoso non compare più nella pubblicità della rivista. Perché? I soliti maligni insistono : « E' un anno elettorale. Le donne preferiscono lavorare in silenzio. Non dare enfasi alla loro importanza ». Ovviamente, queste, sono battute di spirito — valgono quel che valgono — ma sono sintomi e aspetti di un costume. A mio parere è un superficiale luogo comune dire che, in questa società, le donne comandano e gli uomini ubbidiscono. E' tuttavia pacifico che l'opinione delle donne, qui, ha un peso determinante, sia nella vita politica che in quella economica — anche se è estremamente difficile determinare la vera entità di questo peso. In cifre, su 112 milioni di elettori, circa 60 milioni sono rappresentati da donne. In base alla media esperienza delle elezioni precedenti, si prevede che, su 112 milioni di aventi diritto, soltanto 75 milioni esprimeranno il loro voto, a novembre. Anche in questo caso, però, si calcola che i maggiori assenteismi si avranno da parte degli uomini, più che delle donne. Circa 40 milioni di donne voteranno in aree urbane ( ritenute le più progressive) e circa venti milioni in aree rurali (più conservatrici). Ma sono dati incerti. I valori « imponderabili » hanno sempre grande importanza nelle elezioni americane. Possono capovolgere milioni di opinioni in ventiquattr'ore. L'ottanta per cento del voto delle donne si ritiene che sia assolutamente indipendente da quello degli uomini. Eisenhower ha letteralmente conquistato il voto femminile dal momento che ha annunciato di voler fare una gita personale in Corea, per far finire quella guerra e per far tornare subito a casa i ragazzi, che combattevano e morivano laggiù. Ma Eisenhower era il generale che aveva il merito di aver vinto la seconda guerra mondiale: Goldwater, se promettesse di far tornare a casa dal Vietnam i boys che sono laggiù (egli promette, invece, una politica dura, puntigliosa e orgogliosa, che la maggioranza della donna americana detesta), non avrebbe certamente né il fascino, né l'autorità, almeno finora, per conquistare la maggioranza della donna americana d'oggi. Si ha l'impressione che il voto femminile sarà per Johnson: è il più esperto. E' quello che ha più probabilità di raggiungere una soluzione di equilibrio e di pace in Asia (la pace è il primo desiderio della donna americana). E' un buon padre di famiglia. Un buon cristiano. Ha una brava moglie e due figlie graziose giovani e moderne, che hanno americani boyfriends. E' tradizionale che la donna americana non dica per chi voterà nemmeno al marito. Oggi, ovviamente, questa tradizione è meno rigorosa — ma faceva parte e, in alcuni ambienti, fa ancora parte di un vecchio puntiglio di prestigio femminile, di ricordo dei tempi in cui il maschio voleva fare e strafare. La donna americana ha finalmente raggiunto il pieno diritto al voto con il diciannovesimo emendamento della Costituzione, il 26 agosto iy20 — dopo cioè che la Costituzione aveva concesso il diritto di voto ai negri qualificati. Prima del 1920, soltanto lo Stato dello Wyoming riconosceva, e fin dal 1869, il diritto di voto alla donna. La prima battaglia per la parità dei diritti civili alle donne, in America, risaliva al 19 luglio del 1848. Per vincere questo elementare diritto, dunque, la donna americana ha dovuto lottare quasi ottant'anni: «Fatti che si perdonano, per amore, ma non si dimenticano per dignità di sesso ». Le prime leghe per i diritti della donna, fondate da Elizabeth Cady-Stanton e da Lucretia Mott, sono, oggi, diventate la league of women voters (lega delle donne che votano). Le iscritte sono, ufficialmente, 135 mila. La lega, di fatto, controlla tutto il voto elettorale femminile del paese. Non lo controlla (sia chiaro) in senso politico o partigiano, tutt'altro. Però presso ogni seggio elettorale si preoccupa di avvisare in tempo le elettrici, di regolare la loro posizione giuridica di residenza e di iscrizione alla lista elettorale locale. Durante la giornata elettorale ricerca le assenti, sollecita le ritardatane, mette a loro disposizione i mezzi necessari per recarsi al seggio elettorale, se non ne hanno. Provvede all'assistenza dei bambini, per il tempo in cui la madre deve assentarsi per andare a votare. Con tutto ciò se una elettrice risponde: «Non seccatemi, non voglio votare, perché non mi piace nessuno dei candidati » è certo che la sollecitatrice della lega rispetta e comprende anche questa libertà, senza interferirvi, pur non approvandola in cuor suo. La professione religiosa ha molta influenza sul voto della donna, in America, ed è strettamente apparentata alla figura morale-familiare dei candidati : un divorziato, per esempio, non ce l'ha mai fatta a diventare presidente. E Rockefeller se ne è reso conto in tempo, dopo la sconfitta nelle primarie, inflittagli da Goldwater in California. Le donne di colore dovrebbero aggirarsi sui cinque milioni, quattro milioni e più di queste sono negre. Circa venti milioni di donne sono impiegate e, di queste, circa otto milioni sono regolarmente iscritte a organizzazioni sindacali (in maggioranza democratiche). Otto votanti su dieci sono sposate. Su 6Q milioni di donne votanti, circa dieci milioni dovrebbero superare i 65 anni di età. Sono dati approssimativi, ma probabili. L'aristocrazia delle donne americane è concentrata nell'associazione « Figlie della rivoluzione americana ». L'associazione è ultraconservatrice. Per appartenervi bisogna genealogicamente dimostrare di aver avuto avi diretti che hanno partecipato alla rivoluzione americana. Sono, in genere, la quintessenza di Goldwater (isolazionismo, abolizione delle Nazioni Unite, i negri al loro posto, servi evangelicamente amati, e così via...) sono patetiche, ma non hanno peso politico. Come le donne della famiglia Kennedy hanno giocato un ruolo decisivo per la vittoria del presidente Kennedy (Rose Kennedy e figlie, usando il sistema della popolarità democratica, Jacqueline quello della re galità democratica), cosi durante la battaglia elettorale in corso, si considerano imbattibili l'esperienza, il fascino, le risorse, l'abilità della moglie e delle figlie di Johnson e della moglie del candidato alla vicepresidenza, Humphrey. Antonio Barolini Lucy Johnson durante la convenzione democratica ad d Atlantic City. {Telefoto)

Luoghi citati: America, Asia, California, Corea, New York, Vietnam, Wyoming