Meravigliosa biografia di un ragno

Meravigliosa biografia di un ragno LA NATURA VIVENTE E' BELLA IN OGNI SUO ASPETTO Meravigliosa biografia di un ragno La nascita: il piccolo artropodo si forma dentro un uovo che esso stesso aprirà, mediante un dente speciale, quando è pronto ad affrontare il mondo esterno - Poi si inerpica su un arbusto, fino in cima, ed emette un filo libero che comincia ad oscillare - Ad un certo momento il filo si stacca ed il ragnolino vola sospinto dal vento per chilometri e chilometri - Quindi atterra e comincia la sua vera vita, consacrata alla caccia - Ma quando viene la stagione dell'amore, tutto finisce - II maschio, dopo l'accoppiamento, viene ucciso dalla femmina Vicino a noi rli continuo la Natura compie atti meravigliosi, che la nostra ignorante indifferenza non sospetta nemmeno. Se, per esempio, assistessimo consapevolmente alla nascita di un ragnolino, un senso di ammirata sorpresa, di emozionato sbalordimento ci ripagherebbe del tempo, speso in osservazione. Il fenomeno è complesso; ma lo ridurremo ad un breve schema. La massa interna, già inerte, dell'uovo, si è trasformata in un esserino vivente, mirabilmente organizzato, prigioniero entro il guscio solido e duro. Come potrà evadere? Ecco: ne intaglia una calotta, mediante il dente, di cui la Natura, saggiamente, proprio in previsione di quest'uso, l'ha armato, all'estremità di un palpo: difatti, aperto l'uovo, avendo espletato il suo compito, il dente, cade. Attraverso la stretta fessura, che ha schiuso nel guscio, ora questa creaturina trasparente, fragile, lucida, affaccia timidamente la testolina. Tale manovra, di solito, fa rotolare l'uovo, ma il ragnolino, tirando fuori qualche zampetta e appoggiandosi al tessuto circostante, si libera, con adatti sforzi, del guscio e, quasi stupito della sua stessa abilità, rimane a guardarsi attorno. Indi, tutto tremolante, con mosse incerte ed impacciate, tenta di muovere qualche passettino; ma non è in grado di camminare speditamente o di compiere qualsiasi altra funzione della vita libera, a causa di un involucro di un vero sudario, stretto e rigido, che gli riveste tutto il corpo, chiudendone la bocca, fasciandone le articolazioni, impedendo alle filiere di produrre la seta, foderandone gli artigli, nascondendone i peli della cute. Per fortuna esso non è nato all'aria aperta, ma dentro un sacchetto dì seta, tutto chiuso, una soffice, capace culla, che con estrema cura previamente la madre ha tessuto per le uova, sicché il neonato resta al riparo dai brutali agenti del mondo esterno. Insieme con i fratelli, sgusciati nel contempo, resterà per qualche giorno in questo morbido, sicuro nido fin quando non si sarà spogliato del sudario. Sembrerà allora un altro essere: repentinamente le appendici, specialmente le zampe, si sono allungate e sgranchite, la bocca, armata di robuste e aguzze mandibole, che chiamiamo cheliceri, si è aperta, i mobili artigli sporgono, aggrappandosi or qua or là sul tessuto del nido, le filiere emettono lunghe matassine di seta, la pelle appare cosparsa di peli, ed esso corre gaiamente, dentro il sacchetto e, potendo, aggredisce qualcuno dei fratelli e celebra, così, il primo pasto, o succhia un ovicino, che è rimasto in ritardo di sviluppo. Ora lo assilla il desiderio di evadere, il coraggio di affrontare il mondo, quasi ansioso di vedere cosa è. Mediante le zampe e i cheliceri alfine sfonda il sacchetto ed eccolo libero, padrone degli organi e delle facoltà, che nella sua infinita saggezza la Natura gli ha concesso. Ma anche in questa contingenza è opportuna mente assistito. Difatti, èva dendo dalla culla, deve passare sulla vicina tela mater na o nel traliccio provvisorio, a cui la genitrice previdente aveva affidato il sacchetto. Il suo soggiorno in tali posti è però sempre breve, anche perché vi incontra i fratelli o la madre, ed ogni Ragno, in qualsiasi fase della sua vita, preferisce restar solo. Difatti in molte specie i nuovi Inquilini del mondo, allo scopo di allontanarsi quanto più è possibile dal luogo natale e dai proprii simili, nelle ore più assolate si inerpicano su pali e arbusti, ne raggiungono le cime, vi si fermano e cominciano ad emettere un filo libero, che man mano allungano, come il ragazzo fa con l'aquilone, e che le correnti d'aria calda fanno ondeggiare ed ascendere a livelli sempre più alti. Finalmente la spinta supera il" peso del ragnolino. il quale al¬ lora raccoglie le zampette sotto il torace e si libra lietamente nell'atmosfera, aggrappato all'estremità del filo, che si comporta come un minuscolo, strano aerostato. La brezza lo trasporta, per via aerea, attraverso chilometri, finché il filo non si impigli in qualche ostacolo o le ore del pomeriggio, più fresche, ne diminuiscano la spinta verso l'alto. Allora il minuscolo aeronauta è co stretto ad atterrare. Ora comincia veramente la sua vita, la sua hiografia. Puerizia e giovinezza vengono consacrate alla caccia e alla difesa dai nemici. Rag¬ giunta appena l'età matura, se è maschio cercherà febbrilmente una femmina, da cui per lo più, dopo le nozze, verrà assassinato; se è femmina, a sua volta, compito l'incontro con un maschio, costruirà uno o successivamente più sacchetti con le uova. A lungo i naturalisti si domandarono come fa la madre a raccogliere queste numerose rotolanti palline entro il sacchetto, senza disperderne. Ebbene, ora sappiamo che essa, al momento opportuno, costruisce, tessendola, una coppa, sul cui fondo fa aderire una gocciola di liquido molto vischioso, emessa attraverso un foro addominale e che contiene in sospensione tutte le uova. Indi fila un'altra coppa con la concavità verso la concavità della prima, in modo che le due parti combaciano con i margini perfettamente, sì da non mostrare dove finiva l'una e cominciava, l'altra. Il liquido poi evapora e le uova restano libere le une dalle altre dentro la morbida culla. Ora la madre stacca il sacchetto dall'impalcatura provvisoria di fili, che aveva preparato per appoggiarvi la coppa, e lo porta con sé fino alla nascita dei figli, stringendolo, prezioso fardello, gelosamente fra le zampe, o afferrandolo con gli organi boccali, o attaccandolo con fili al proprio ventre: si farà ormai uccidere prima di cederlo. Molti ragni invece lo legano alla propria rete, ma lo vogliono tener d'occhio, costantemente, tanto che se lo spostiamo, si affrettano a riportarlo nel punto destinatogli fin da principio. Con quali mezzi non si sa, ma è certo che la madre prevede il momento in cui i piccoli son pronti a sciamare, sicché prepara tempestivamente la rete, che dovrà accoglierli subito, ed in certi casi flnanco li aiuta ad aprire il sacchetto. Ma son questi gli ultimi segni del suo interessamento per i figli. Dopo li ignora, li scaccia di casa o. se non son lesti ad emigrare, li stermina. prof. Bruno Monterosso dell'Università di Catania Splendida tela di ragno, Ogni animale possiede generalmente sei «filiere», ciascuna delle quali consta di numerosissime «papille» che emettono la seta, prodotta allo stato fluido e gommoso dalle glandola sericipare. Il ragno crociato (Araneus diadematus) dispone di ben quattrocento papille per ciascuna delle sei filiere

Persone citate: Bruno Monterosso