La Luna vista da vicino con le foto del Ranger VII

La Luna vista da vicino con le foto del Ranger VII Rapidi passi avanti per la conquista del Satellite La Luna vista da vicino con le foto del Ranger VII Il film, composto dalla sequenza delle pellicole scaliate da sei telecamere, è stato presentato a Varsavia al Congresso astronautico - Non ancora risolto l'enigma se c'è polvere sulla superficie del suolo - Un mondo tormentato (Nostro servizio particolare) Varsavia, 10 settembre. « La Luna come se ci foste stati » potrebbe essere il titolo del film che due specialisti americani — il dottor Pickering, direttore del « Jet Propulsion Laboratory », ed il dottor Schurmeier, capo del progetto Ranger — hanno presentato al XV Congresso della Federazione internazionale di astronautica che si è aperto lunedì al Palazzo della Cultura di Varsavia. Il film è stato composto con le fotografie scattate il 9 agosto scorso dal Ranger 7 e ritrasmesse a terra prima che la sonda spaziale si schiantasse nel Mare delle nubi; ed è un film straordinario. Seduto in poltrona, lo spettatore vede la superficie del nostro satellite avvicinarsi a poco a poco, ed è come se lui stesso cadesse lentamente sulla Luna. In principio lo spettacolo ci è familiare: ripresa dal Ranger a duemila chilometri di distanza, la. Luna ci appare quale la vediamo attraverso i più potenti telescopi. Ma via via che la sonda progredisce, i particolari si precisano. In una distesa che pareva perfettamente piana, compaiono piccoli crateri che si ingrandiscono, diventano bocche di vulcano, mentre altri più minuscoli, e di cui un attimo prima non si sospettava neppure l'esistenza, ora sono visibili. Più il Ranger s; avvicina alla Luna, più s: restringe la superficie filmata dall? telecamere di bordo, e tosto i grandi crateri spariscono, non si vede che una pianura vagamente ondulata in cui appaiono ancora crateri piccolissimi mentre il resto del suolo è disseminato di buchi come un formaggio svizzero: sono altri crateri, se è possibile usare questa definizione per ciò che sembra piuttosto il risultato dell'impatto di proiettili di mediocri dimensioni. E si arriva all'ultima fotografia scattata quando il Ranger era a 300 metri — l'altezza della Torre Eiffel — dalla superficie lunare. E' incompleta, perché la sonda si è schiantata prima che la trasmissione finisse. Ingrandita per quanto possibile e con ogni cura, essa attira l'attenzione per un particolare che salta subito all'occhio: il suolo lunare ricorda un foglio di carta stazzonata inegualmente. Qua e là appaiono scavi a forma circolare o ellittica, con un metro di diametro ed una trentina di centimetri di profondità, simili a grossi nidi di gallina... 11 resto della superficie nasconde qualche asperità e pare ondulato: lo si direbbe un terreno discretamente regolare, coperto da una coltre di neve. Come ci si attendeva, la Luna è dunque avvolta da un materiale la cui natura, t'intende, ci è ignota, ma che potrebbe essere polvere o sabbia o sassi più o meno porosi. E' impossibile determinarne fin d'ora la composizione: per conoscerla bisognerà inviare sul suolo lunare un apparecchio che l'analizzi, ciò che potrà avvenire solo nel 1966 con il progetto Survcyor. Ma, grazie al Ranger, si poteva sperare di stabilire almeno qualcuna delle caratteristiche fisiche del nostro satellite; e non appena giunsero a terra le foto scattate dalla sonda americana, gli specialisti incominciarono a studiarle e ad interpretarle. Si sa quali furono, a grandi linee, le loro prime conclusioni: la Luna è coperta da uno strato di polvere non troppo spesso ed il suolo è senza dubbio abbastanza consistente per sopportare il peso di un veicolo spaziale. Se fosse spessissima, la coltre di polvere coprirebbe le irregolarità della superficie lunare: ma si vedono assai bene dei crateri i quali, tenuto conto dell'ampiezza della loro ombra, non possono essere più profondi di qualche decina di centimetri. Gli scienziati tuttavia non sono unanimi su que¬ sto punto. Giorni fa, alla ventunesima assemblea dell'Unione astronautica internazionale in cui il film sulla Luna fu presentato in prima visione, gli astronomi specializzati nello studio del nostro satellite hanno espresso pareri discordi. I fautori dell' esistenza, sul suolo lunare, di una coltre di polvere piuttosto spessa — come il dottor Thomas Gold della « Cornell University » ed il dottor Eugene Shoemaker della «United States Geological Survcy » — non hanno disarmato; e quelli che per primi sostennero — in base alle foto del Ranger — che lo stato polveroso era di modeste dimensioni, evitarono la discussione. I due maggiori responsabili del progetto Ranger presenti a Varsavia erano, evidentemente, ancora sotto l'impressione di queste divergenze di vedute, e si guardarono bene dall 'esprimere qualsiasi giudizio, se non a titolo personale. Così si è discusso solo in privato delle due tesi: l'esistenza di uno strato di polvere, il cui spessore è da determinare, e quella di una sostanza più compatta formata dall'erosione di micrometeoriti. Da millenni frammenti meteorici flagellano la Luna, ed è perfettamente possibile che alla lunga i miliardi dì impatti subiti dalla superficie lunare abbiano tagliuzzato il suolo fino a dargli una consistenza porosa e forse friabile. L'osservazione con i telescopi aveva già rivelato la esistenza di molteplici crateri di più o meno grandi dimensioni. Le fotografie scattate dal Ranger hanno dimostrato che a questi crateri, formati verosimilmente dalla caduta di grosse meteoriti, se ne sono aggiunti altri di dimensioni minori ma di eguale origine, ed altri ancora — i « secondari » —• dovuti all'espulsione di materiale lunare dopo l'impatto di una meteorite. Forse un'analisi più approfondita della superficie lunare dimostrerà che essa è costituita da miriadi di buchi...; oppure, come ritengono alcuni, che la Luna abbia conosciuto in altri tempi fenomeni vulcanici di grandi proporzioni. Problemi delicati e complessi, ai quali sarà possibile dare una soluzione solo quando sbarcheremo sul nostro satellite; studiarli è compito degli esperti riuniti a Varsavia, che si occupano di bioastronautica, di geodesia, di telecomunicazioni, del rientro nell'atmosfera terrestre... Il campo, come si vede, è vastissimo. Nicolas Vichney Copyright d: * Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »

Persone citate: Eiffel, Eugene Shoemaker, Pickering, Ranger, Thomas Gold

Luoghi citati: Italia, Varsavia