Violento film-invettiva di Losey contro i misfatti del militarismo

Violento film-invettiva di Losey contro i misfatti del militarismo Alla mostra cinematografica di Venezia Violento film-invettiva di Losey contro i misfatti del militarismo Un caso di diserzione durante la grande guerra, è il tema della pellicola inglese « Per il re e per la patria » • Il regista indugia con crudi effetti sul fango e le miserie delle trincee - Un soldato, colto da una primordiale paura, fugge • Pur violando la propria coscienza, i giudici lo condannano a morte per dare un esempio alle truppe co roano) IB e la m iti o15 po a 25 ledei li di eto » dì iodei ta etlle to tetà (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 5 settembre. Abbiamo visto un buon esemplare di quel cinema civile che cammina coi piedi bene in terra, sollecito di migliorare, anche a costo di ridire il giù detto, la condizione umana. Presentato dalla Gran Bretagna in qualità di « invitato », King and Country « Per il re e per la patria >) firmato da quel Joseph Losey che l'anno scorso ebbe in questa stessa Mostra un buon successo con The servant, è un film due volte giudiziario: perché racconta un processo, e perché è esso medesimo un processo. L'imputato e una volta di più (ma non saranno mai troppe) la guerra; la guerra non come strage ma come perversione e ottundimento delle coscienze, in quanto codifica una morale che si accende sull'altra e la soffoca. Nell'ora della violenza la legge si fa straordinaria; e quello che l'uomo sente in cuor suo non essere né vero né giusto gli viene imposto come tale in nome di quella straordinarietà. Allora parole altisonanti, formule solenni come quella riprodotta dal titolo del film, possono coprire, autentici misfatti. Losey ha sacrificato la sua vena dispersiva e decadentistica, il sito gusto per le sottili degradazioni morali, alla dirittura d'una tesi antimilitarista che condanna come assassini i componenti una corte marziale inglese chiamata a decidere d'un caso di diserzione nella guerra 'l/r'lS. Ambientata nel fango delle trincee francesi, un fango che è l'evidente simbolo del tutto, fra cadaveri di caduti insepolti, carcami d'animali, e topi che fanno oscena baldoria, l'azione segue un rigido schema teatrale, con rari mutamenti di luogo e anche più rari allentamenti di dialogo. La corte ha sentenziato alla fucilazione il soldato Hamp, col minimo delle formalità e con fretta criminosa; appellandosi alla lettera del codice militare, secondo la quale il salda to che abbandona i compagni, quando non si sia potuto provare la sua infermità di mente, è reo di tradimento. Hamp, unico superstite d'un reparto distrutto, conosce la sua verità: quella viscerale paura (che ancora gli dura e gli fa invocare ogni momento la latrina), quel ricordo dei compagni fatti a brandelli, quell'orrore per la voce del cannone, che lo hanno spinto ad allontanarsi dalla linea del fuoco, a camminare, camminare sempre più lontano, fin quasi a Caìais dove la polizia militare lo ha arrestato. Ci sia stato o non ci sia stato choc, il povero fante sa di non averne potuto più. di aver superato il limite della sua sopportazione; e in forza di questa consapevolezza ha sperato fino all'ultimo nella comprensione dei giudici, ha balbettato la propria fiducia al suo difensore, il capitano Hargreaves. Questi, dapprima freddo, duro, e volto a rintuzzare quella fiducia piuttosto da scemo llei che da innocente, ha poi let [to | to nel cuore del ragazzo; eire „e! corso del breve processo.l ei«e ha fatto una fremente, ap-\passionata difesa, scontrando-\si con un bestiale ufficiale me-' dico che aveva diagnosticato il male di Hamp, come semplice fifa. I cervelli degli ufficiali giudicanti sono meno duri, e la perorazione di Hargreaves in favore della giustizia (quella giustizia per la quale si fanno, almeno così si dice, le guerre) vi mette qualche scrupolo; ma il codice militare li lega. Condannano a morte il disertore, ma inoltrano domanda di grazia. E questa viene respinta dai superiori perché il reggimento deve andare al fuoco e gli ci vuole un esempio che ne sostenga il morale: la retorica militare ha la sua logica. La fine di Hamp è straziante. I suoi compagni, che non sono più in grado di sentirne pietà, e anzi per dileggio si sono divertiti a processare un topo, lo ubriacano e si ubriacano di whisky prima di condurlo, comunicato ma ebete, alla morte. L'invettiva del regista si arroventa di particolari di cui vi facciamo grazia. Neppure la scarica di piombo è risolutiva; il poveretto respira ancora. Contento di essere lui a sciogliere quel martirio, Hargreaves gli darà il colpo di grazia. Losey ha lavorato nel solco del cinema pacifista che ha i suo classici in * All'Ovest nien[te di nuovo'» e in <i.Oriz izonti di gloria». Lo ha fatto lresistendo quasi sempre a de\vla*ioni intellettualistiche, af- \fondando diritto il coltello nel'la. piaga. Ma la coerenza, la chiarezza e il rigore ch'egli ha saputo dare al suo discorso, sono andati a discapito dell'originalità: Per il re e per la patria è di quei lavori che si danno un grande impeto per sfondare un uscio aperto: se ne ammira l'impeto, ma non\segue lo sfacelo polemico che\sarebbe seguito se soltanto il\regista avesse leggermente mutato, avvicinandosi più ai nostri giorni, alle nostre guerre, alle nostre retoriche, l'angolo ideologico del film. Resta la perenne nobiltà di quell'ideologia che richiama gli uomini di qua dalla violenza delle cose, delle idee e delle parole; resta il vigore oratorio della regia (non senza però una presa di truculenta grandguignolesca, e un compiaciuto abuso di simboli/, resta soprattutto l'ottima guida degli attori. Dirk Bogarr'" nella parte di Hargreaves dà un'altra prova della sua intel ligenza. d'interprete: la sua indignazione non rimbomba mai. ha note mormorate, frante, sofferte, che accattivano il pubblico. E il giovane Tom Courtenay riempie di povera umanità lo smarrimento dell'infelice disertore. Domani, prima del « serrate », la rassegna ci concede un meritato riposo. Leo Pestelli L'attrice sovietica Anastasia Vertinskaja che apparirà come Ofelia nel film « Amleto» presentato dalla Russia alla Mostra cinematografica di Venezia (Telefoto)

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