I progressi nella lotta contro il diabete

I progressi nella lotta contro il diabete Sperante per t malati cfte non reagiscono all'insulina I progressi nella lotta contro il diabete discussi in un convegno mondiale a Toronto E' accertato che il sangue di taluni infermi del «mal dello zucchero» contiene già di per sé insulina nella misura necessaria - Ma essa non può venir utilizzata dall'organismo perché è legata a sostanze che ne ostacolano l'azione - Ribadita l'importanza dell'ereditarietà nella predisposizione alla malattia - Il «prediabete» (Nostro servizio particolare) Toronto, agosto. Per la quinta volta si è riunita la più importante assise internazionale triennale sul diabete. Quest'anno per la prima volta è uscita dall'Europa, per trasferirsi a Toronto, in Canada. Forse anche per doveroso omaggio al fatto che è stato proprio in un laboratorio di questa Università che circa 1,0 anni fa venne scoperta l'insulina. Dei due benemeriti scopritori, che ottennero il premio Nobel, il Banting, è morto giovane, in un incidente aereo; l'altro è vivente ed à lui che ha tenuto la presidenza onoraria dell'attuale Congresso internazionale. Si è trattato di un congresso singolare rispetto a tutti gli altri di medicina, in quanto promosso anziché dai medici, dai diabetici stessi. Difatti questi sono riuniti in molte nazioni in associazioni, a lor volta aderenti alla Federazione internazionale del Diabete; la quale è appunto la promotrice di queste riunioni ad alto livello, articolate in 2 sezioni, una prettamente scientifica, cui partecipano i più qualificati diabetologi del mondo, l'altra propriamente sociale, con la discussione degli interessi particolari dei diabetici. Oltre 350 comunicazioni, 136 conferenze, e 11 simposi svoltisi sullo studio e il trattamento del diabete, testimoniano chiaramente l'interesse che suscita questa malattia che colpisce strati sempre più vasti delle popolazioni, con riflessi sociali importantissimi. Dobbiamo limitarci, nel riferirne, a sfiorare solo qualche punto particolarmente interessante e nuovo. Gli studi sulla composizione e sulla sintesi artificiale dell'insidino, studi già molto avviati, fanno intravvedere la possibilità che in un avvenire non lontano l'ormone sia fabbricato sinteticamente in laboratorio, anziché estratto dal pancreas degli animali da macello (nei quali per altro differisce alquanto nella struttura chimica da specie a specie), col vantaggio di ottenere un prodotto purissimo, di composizione costante c di costo inferiore. La possibilità di dosare l'insulina nel sangue Ita modificato le teorie sulla genesi del diabete, valide fino a poco tempo fa, e che vedevano nella incapacità totale o parziale del pancreas a produrre l'insulina l'essenza della malattia. La scoperta che molti diabetici hanno nel sangue insulina, talora in dose uguale o addirittura superiore agli individui normali, ma che essa non può venir utilizzata perché legata a sostanze che ne ostacolano l'azione, oltre ad aver chiarito molti lati oscuri della malattia, come la particolare insensibilità o resistenza all'insulina propria di molti diabetici, Ita aperto nuove speranze nella lotta contro questo flagello sociale Il prediabete, quel periodo che 7iegli individui candidati al diabete precede il manifestarsi della malattia, è stato ancora una volta oggetto di particolare attenzione, ed è comprensibile, perché è in esso che si può svolgere una efficace azione profilattica. E' stata infatti ribadita ancora una volta l'importanza del fattore genetico nel ren- I dere alcune persone suscet- | tibili al diabete, e quindi predisposte fin dalla nascita alla malattia, anche se questa si manifesterà in età più o meno avanzata, sotto l'azione di cause scatenanti. Può esser interessante sapere a questo punto die un piccolo roditore della Cina, il Cricetulus griseus, può sviluppare spontaneamente un diabete; da una coppia di tali animali diabetici si sono ottenute nella clinica Joslin di Boston generazioni che presentano regolarmente il diabete, onde la possibilità di disporre a volontà di aninìali diabetici, senza dover ricorrere ad interventi antifisiologici, come l'asportazione del pancreas o l'intossicazione con una sostanza (l'allossana) che uccide le cellule produttrici di insulina. L'enorme interesse di questa scoperta per gli studi sperimentali sul diabete è intuitivo. il vero prediabete precede anche il cosiddetto diabete chimico, corrispondente al periodo in cui anomalie del ricambio degli zuccheri sono già presenti ma svelabili solo con prove di laboratorio, e non tali da dare manifestazioni come nel diabete clinico. Gli sforzi dei diabetologi sono diretti a scoprire la predisposizione al diabete ancor prima di questa fase, cioò nel vero prediabete; e di fatto sono state messe a punto delle indagini atte a svelare con alta presunzione di attendibilità gli individui geneticamente predisposti al diabete. Tali indagini dovrebbero esser maggiormente estese a quelle persone che l'esperienza dive di esser più suscettibili al diabete, come, per fare degli esempi, gli obesi, coloro che hanno una storia di diabete nella famiglia, le donne che han¬ no avuto figli di 5 o più kg. alla nascita, ecc. A proposito della gravidanza nelle diabetiche è confortante aver sentito da fonte autorevole qual è il professor Hoet di Lovanio, che oggi questo stato comporta di rado maggior difficoltà che per le donne normali purché seguito da un medico esperto. Quanto diversa la situazione dall'era preinsulinica, quando la maggior parte delle diabetiche era sterile e di quelle che rimanevano incinte una su tre moriva, mentre nel 1,0-60% il frutto del concepimento andava perduto! Ora le cifre della mortalità materna possono essere identiche a quelle della media normale; quella della mortalità fetale è ancora del 10%, ma con un trattamento idoneo può esser abbassata verso i livelli normali del 2%. Interessante anche sapere che in un certo numero di donne che avevano avuto parecchi aborti furono riscontrate alterazioni del ricambio glicidico die permettevano di classificarle nella categoria degli stati prediabetici. Benché esse non rivelassero sintomi di diabete vero e proprio, furono trattate con insulina alla loro successiva maternità. Il grado di mortalità fetale pari al 60% su 1,00 gravide, fu ridotto ad una cifra relativamente normale del 3-5% su 110 gravidanze trattate con iìisulina. Moltissime altre cose sono state dette, sia nel campo della ricerca scientifica pura, sia di ordine più strettamente pratico, come la messa a punto di metodi d'analisi alla portata di tutti, il perfezionamento del trattamento, anche con nuovi tipi di insulina o di antidiabetici orali, la prevenzione e la cura delle temute complicazioni vascolari e così via: nessuna novità sensazionale, paragonabile alla scoperta della insulina o degli ipoglicemizzanti attivi perbocca.ma una massa di acquisizioni nuove, che datino la sensazione che il 5" Congresso internazionale del Diabete abbia segnato una tappa importante nella conoscenza della malattia, si da confidare che nei prossimi anni si avranno nuove fondamentali scoperte per la cura e soprattutto per la prevenzione del diabete. prof. Catullo Fiorio Prim. Osp. Maria Vittoria, Torino

Persone citate: Fiorio, Hoet, Lovanio

Luoghi citati: Boston, Canada, Cina, Europa, Torino