«Tonio Kroger» dal romanzo allo schermo con molto decoro e rispetto ma senza estro

«Tonio Kroger» dal romanzo allo schermo con molto decoro e rispetto ma senza estro Una noiosa riduzione tedesca dell'opera di Thomas Mann «Tonio Kroger» dal romanzo allo schermo con molto decoro e rispetto ma senza estro Il regista Rolf Thiele ha tradotto con cura le pagine del libro ma non ha saputo ricrearne la poesia e l'atmosfera - La figlia dello scrittore, Erika Mann, con Ennio Flaiano, ne ha curato la sceneggiatura - Fra gli interpreti, un corretto Jean-Claude Brialy e Nadja Tiller - Questa sera si proietta « Les amitiés particulières » di Delannoy ! tutto il senso limitativo del ' termine; giacche ponendosi di \ fronte a un libro che è al tem- p° stesso ritratto psicoio \nico (con forti attacchi autobiografici) e un «manifesto » di vita morale e poetica; un libro di pochissimi accadimenti, e quelli sempre e soltanto lambiti dall'onda lirica dei ricordi; è chiaro che il cinema, inteso come organizzazione di fatti, doveva fatalmente trovarsi a mal partito, come in fatti e accaduto. (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 31 agosto. La Repubblica federale di Germania si è presentata alla ribalta del Lido con un adattamento del Tonio Kroger, che scritto nel I90'h resta fra i < romanzi brevi-» di Tliomas Mann uno dei più significativi, perché vi si postula, in chiave di poetica memoria, il tema congeniale della decadenza della borghesia; decadenza accettata e conciliata coll'ideale umanistico dello scrittore di Lubecca. « Adattamento » i» a Ma perché non sta beìie eneiproprio noi mettiamo Utilità-1 zioni al cinema, diciamo pi* prudentemente che poteva mi che non accadere, ma allora ci sarebbe voluto un regista\più artisticamente imperi" ■■ meno destro, ma anche »t£»'o| commerciale, di Rolf Thiele, il cui nome è tuttora legato alla fama della Ragazza Rosemarie, presentata, qui a Venezia, nel 1958. Thiele, che si è valso dell'oculata sceneggiatura di Erika Mann e del nostro Ennio Flaiano, delle squisitezze fotografiche dell'opera tote Wolf Wirth e d'una colonna sonora di Rolf Wilhelm rigogliosa di commozioni romantiche, per suo conto ha fatto stretta professione di umiltà, fornendo un altro decoroso saggio te sono ormai tanti) di cinema applicato. Tonio Kroger (' insomma una riguardosa parafrasi, pregiudicata dallo stesso riguardo: una filza di ben assortite citazioni, visive e più spesso verbali (una mano lava l'ai tra), dall'opera di Mann. Due conseguenze si affacciano subito. Se il film, cosi com'è, non è certamente lutto per tene re troppo svegli nemmeno\quanti hanno familiare il rac conto e ai quali si schiude nupiacere dei riscontri, che ef \i/etto potrà avere sugli altrit\1 Vedranno un distinto signore, cou barbetta rne-esistenziali-[ stica. girare l'Italia (Siena Sani Simigliano, imprecisate locali- \tà siciliane, il cimitero gena rese di Staglialo), e in grazin|dei flash-backs riproiei7ursi| i m a i i o e n piccino .nella nativa Lubecca del principio di secolo, tra ipadre germanicamente rigidola madre latinamente inditi gente, i compagni di scuola, primi amoretti, e già chiaramente predestinato, attraversil precoce esercizio dei versalla solitudine dell'artista, a quel vedere e sentire « in doppio » di cui parlava i! Leopardi; e poi vedranno questo stesso signore risalire al nord (Monaco, Lubecca, Copenaghen) e riprendere assorta cognizione dei luoghi e delle persone delta sua giovinezza. Intuiranno certo che queTonio è controfigura ideale del lo stesso Mann, e che il sensili <iuet viaggi, incontri e colloqui è la risoluzione d'una crisi di assestamento, la fati cala conquista che l'uomo superiore deve fare di se stessprima di armonizzare col mondo. Potranno anche intraveo\dere i termini di quel dissidi spirituale: le mescolate erenudità del sangue germanico \latino, l'antinomia tra il cart\<male dell'arte» e uninvinc, bile nostalgia per le origin-[borghesi e le < delizie della vnità ordinaria ». tra il gusto de- cadente della malattia e t iprepotente volontà di guarirnlne. '.T". più in là, a una zoni|rfi partecipazione profonda, difficile che il film li conduca, e ad ogni modo sarà meglio per loro leggersi il Kroger dove < il mondo dello spirito e della parola » ritrova il suo linguaggio naturale. Inoltre, e siamo alla secoiida conseguenza, nessun regista, per quanto zelante e ligio nel citare (e qui, tra la voce * 'uo ri campo» e i dialoghi, molto passa del testo di Mann), po tra mai citare tutto, ma dovrà, come nel risolvente colloquio di Tonio con la pittrice Lisaxceta, un'amica di Amburgo che gli diagnostica il male (<sei un borghese sviato»), atteìiersi all'essenziale delle battute, anche se in un contesto ìi pensieri, qual è quasi sen pre il Kroger di Mann, saltatone uno, salta tutta la catena. Cosicché la fedeltà del film di Thiele è da intendersi net solito senso approssimativo e cinematografico. Ma anche cos'i esso ha i suoi pregi, e consistono nella finezza, spesso squisita, dall'ambientazione. Pur guardandolo con le ciglia un po' abbassate, impossibile non accorgersi della buona qualità delle immagini. S'è accennato, o se no Io facciamo adesso, che la parte italiana è piuttosto convenzionale e stranamente mista; certamente migliore sarà .a tedesca. Eccellenti gli interni, i costumi, e in genere le connotazioni di quella buona bor ghesia anseatica, tanto cara al cuore di chi scrisse I Buddenbrook. E qualche episodio o meglio quadretto, come la lezione di buone maniere alla scuola del signor Knak, il turbamento della bella del palchetto durante il Don Carlos la visita alla casa paterna ai Lubecca, mutata in biblioteca attestano una fine lettura di quella poca parte ornamentai che è nel libro. Alla fine avremmo evitato di trasformare logli di carta sparsi al vento in altrettanti gabbiani, che è uno di quei simboli che i grandi scrittori non meritano. Gli interpreti risentono del piatto sopore con cui il regista tedesco ha svolto questo soggetto, in ogni caso difficile, facendone uscire un film di vaporosa eleganza formale (e però può stare nella Mostra), ma sostanzialmente inutile. Jean-Claude Brialij è il protagonista adulto (il piccolo Tonio è impersonato da un simpatico ragazzo), e risolvendosi il personaggio in una perenne distribuzione di «sguardi con sentimento», bisogna dire che è eloquente e aggraziato. Gli altri non meritano troppo lunga citazione, nemmeno Nadja Tiller (una spicciativa Lisaweta), inutilmente aspettata al Lido, dove que- sfanno le attrici si fanno de- o\siderare da chi le vuole desi] derare. e\ E ora cadrebbe un bilancio o|di questo inizio di Mostra: ma - à forse meglio dare un'occhia ta al programma dei prossimi giorni, che dovrebbero portar- ci neZ/<z zona veramente pescoaso della Mostra stessa. Doma-\ni Delannog con Les amitiés particulières. mercoledì l'in t-\glcse La ragazza dagli occhi verdi di Davis, giovedì il francese Jessua con La vie à l'envers, venerdì Pasolini col Vangelo secondo S. Matteo, sabato ancora l'Inghilterra con Per il re e per la patria di Losey. Avanzano per l'effetto finale, Antanioni, Godard e Kosintsev, il cui fluviale Amleto lascerà l'ultima impressione. Se è un | dimoio che ha compi'nto il ca lendario di questa XXV edi zione del festival, è un diavolo ; , ;, ,. amico del direttore. \ Leo Pestelli é d o ;\ , l o e a dep Il regista di «Tonio Kroger», Rolf Thiele, con l'attore francese Jean-Claude Brialy, interprete principale del film, tratto dal romanzo di Thomas Mann (Tel. A. P.)

Luoghi citati: Amburgo, Copenaghen, Germania, Inghilterra, Italia, Monaco, Siena, Venezia