Ripristinato il sacrario dei Caduti della Valle Susa

Ripristinato il sacrario dei Caduti della Valle Susa Ripristinato il sacrario dei Caduti della Valle Susa Slamane la benedizione e la Messa nella cappella di Novalesa - I villeggiane hanno dato gli ultimi ritocchi (Dal nostro inviato speciale) Novalesa, 22 agosto. Ultimi ritocchi al sacrario dei Caduti della Valle di Susa nella ripristinata millenaria cappella del Salvatore. Domattina alle 10 il parroco don Eraldo Isolato benedirà l'altare e dirà la messa. E' la prima dopo una interruzione di circa cent'anni, da quando, cioè, l'incameramento dei beni ecclesiastici trasformò la cappella in una abitazione. Fino a due anni fa .sotto queste volte a crociera cariche di storia c'erano muri sbrecciati e la sterpaglia si era insinuata in ogni spazio. Un gruppo di membri della « Pro Novalesa » — tutti torinesi che da molti anni vengono fedelmente a trascorrere le vacanze in questo ameno angolo della Valle di Susa chiesero al Convitto Nazionale Umberto I di Torino, attuale proprietario dell'Abbazia cui la cappella apparteneva, di po ter ripristinare la piccola co struzione e ridarle la antica dignità. Il prof. Gazzera dell'ospedale Maria Vittoria, presidente della Pro Loco, ebbe poi l'idea di trasformare la cappella in sacrario e ottenne che vi venisse tumulata la salma di un soldato ignoto caduto in Albania. I lavori di restauro della costruzione procedettero con molta lentezza, tanto che nell'aprile scorso un lettore scrisse a < Specchio dei tempi » per segnalare che il Sacrario, ancora privo della porta, era diventato rifugio di foglie e di immondizie portate dal vento. L'intervento de « La Stampa» sollecitò le pratiche burocratiche. La Soprintendenza dette il via al progetto della porta che venne poi costruita dall'artigiano novalese Gian Pietro Ascheris. Appassionato delle cose antiche, questo giovane non ha soltanto costruito il portale, bensì si è fatto animatore di tutti gli altri lavori, come il rifacimento del tetto e l'installazione dell'altare fatto con due archi di tufo tratti alla luce scavando intorno alla IIIII!lllllMIIIIII!ìlllllllllllili;ilMlllllllllili|l||||| chiesetta per riordinare la zona adiacente. E l'entusiasmo dell'Ascheris s del prof. Gazzera si è esteso non soltanto agli abitanti, ma nche e soprattutto ai villeggianti. Un folto gruppo di questi ultimi ha lavorato per tutta la giornata di oggi di zappa, di badile e di carriola, per pulire dai sassi e dalle erbacce i cento metri di sentiero che dividono la Cappella del Salvatore dall'Abbazia. « Domani — dice Ascheris — ci sarà la cerimonia ufficiale della benedizione della cappella e in tal modo il sacrario può dirsi nato; però ci rimangono ancora molte cose da fare per riportare la costruzione alle sue pure line? originarie; e, purtroppo, dovremo ancora cercare altre offerte di generosi i quali certamente non mancheranno: dopo l'interessamento de "La Stampa" potemmo raccogliere un milione e trecentomila lire». Dietro la cappella del Salvatore che domani viene benedetta ce ne sono altre due: una semidiroccata e un'altra, quella di S. Eldrado ottimamente conservata con affreschi bizantineggianti di grande valore artistico, che sono riprodotti su diversi testi di arte come prototipi dell'affresco romanico-bizantino, r. |.

Persone citate: Eraldo Isolato, Gazzera, Gian Pietro Ascheris, Umberto I

Luoghi citati: Albania, Novalesa, Susa, Torino