«Adesso è finita» grida la giovane che sparò contro Vantante a tetto

«Adesso è finita» grida la giovane che sparò contro Vantante a tetto La tragedia della gelosia in un paese del Lago d'Orta «Adesso è finita» grida la giovane che sparò contro Vantante a tetto Durante il sopralluogo è scoppiata in lacrime - Ricostruito il tentato omicidio di San Maurizio d'Opaglio - Il ferito (ricoverato a Milano) è sempre in disperate condizioni (Dal nostro corrispondente) Ui'iT.oiiiaiii iv, 22 agesto. La ventiseienne Maria Ca-rosio, che ieri sera esplose sette rivoltellate contro l'arnan-te Santo Isabella mentre co- stui, seminudo, era disteso sul divano-letto nella stanza del- la donna, è stata portata alle carceri di Omegna sotto l'ac-cusa di tentato omicidio pre- meditato con l'aggravante dei futili motivi. L'Isabella, rag- giunto da tre proiettili che gli hanno perforato il cranio, laspalla destra e la coscia sini- stra, è ricoverato al centro neurochirurgico del Policlinico di Milano; l'uomo, ventinovenne, versa sempre in disperate condizioni. Tuttavia è stato possibile interrogarlo ed ha detto chiaramente: «E' stata Maria a sparare ». La sanguinosa vicenda è avvenuta ieri alle 20.45 in località Baritto di S. Maurizio d'Opaglio, un paesetto situatosulla sponda occidentale del Lago d'Orta. Poco prima delle 20 Santo Isabella, nativo di Ri-">a Candida, frazione di Pie- tre Bianche (Catanzaro) e ti- tolare con i fratelli di un la- boratorio per la pulitura dei jmetalli situato alla frazione |Berzonno di Pogno, si reca a-|a, bordo della sua < 600 » dale 1 amica Maria Carosio, origin-lnana di Martirano Lombardo o- j(Catanzaro) e operaia presso ul la rubinetteria Giacomini di l- Alzo. e I vicini di casa, fra i quali c-ji' vice-sindaco di S. Maurizio e- i d'Opaglio, Pietro Meazza, veei dono il giovane lasciare l'auto g- e, come al solito, entrare nella li camera della donna; un unico a|locale al pianterreno, male ari- redato, con ingresso dal cor o ioeaa a vao ncpcgtnsllrq«dcLsstile, che serve da cucina e da stanza da letto. Nessuna di scussione vi è tra i due; pare anzi che conversino pacata mente. Poi, la donna serve il caffè, ripone le tazzine sul tavolo mentre l'Isabella, spoglia- tosi, si sdraia sul letto. Quando Pietro e Franco Meazza, e Virgilio Pattaroni, | vicini di casa della Carosio, I olodono i primi spari stavano Iel [guardando la televisione. I tre e |si precipitano fuori e vedono la|i-(donna nel cortile, a due me-e- tri dall'uscio della sua abita- .i- zione. mentre esplode l'ultimo a- dei sette proiettili contenuti (ei (nel caricatore di una pistola i semiautomatica Beretta calibro ",C5. Subito dopo dall'interno della stanza, nella quale è stata spenta la luce, i vicini scorgono uscire barcollante l'Isabella, coperto di sangue; l'uomo si aggrappa allo stipite della porta, poi" rientra, gira l'interruttore della luce, mentre la donna, ancora con la pistola in pugno, esclama: «Adesso c finalmente finita!-*. Alla vista del sangue sparso sul letto, sul pavimento e sui pochi mobili, e dell'uomo che accosciato cerca di fermare con le mani il sangue che fluisce copioso dalla fronte e dalla spalla, i vicini di casa corrono a chiamare il medico ed i carabinieri mentre il vice sindaco Meazza disarma la donna. La Carosio, un istante dopo, si dilegua dietro la casa: pochi minuti più tardi è già alle porte di Alzo (non si sa come abbia potuto fare cosi presto), mentre il brigadiere Cardi, comandante della stazione, a bordo di una camionetta sta dirigendosi verso il luogo della sparatoria. Alla vista dei carabinieri la donna si dà alla fuga, ma viene raggiunta e rinchiusa nella camera di sicurezza della caserma. Il medico condotto dott. Vittorio Avondo, viste le gravissime condizioni dell'Isabella, lo fa ricoverare al nosocomio di Borgomanero; qui i medici, constatata l'urgenza di un delicato intervento chirurgico alla testa, lo inviano al Centro neurochirurgico del Policlinico di Milano. Verso le 2 la Carosio viene portata su' luogo della tragica scena: alla vista del sangue la donna scoppia in pianto dirotto e grida: « Ora è finita, finita per sempre-». Poi si chiude in un ostinato silenzio. Riportata in caserma l'interrogatorio riprende e dura Ano a questa mattina, quando la Carosio dichiara: «Ho sparato all'Isabella quando ho saputo che Santo intendeva troncare la relazione con me e prendere moglie... » La donna non vuole invece di re nulla sulla provenienza del l'arma: < L'ho trovata per caso un giorno su una delle due sedie della sua stanza » Sulle cause che hanno pro- e - vocato il fatto di sangue, sulla provenienza della pistola e più ancora sull'inspiegabile rapi | dita con cui la Carosio ha per I corso in pochi minuti la dio Istanza fra la sua abitazione e ed Alzo (circa quattro chiloa|metri) le autorità stanno ancora indagando e mantengono - .il riserbo. Pare comunque quao si certo che il dramma è stato (causato dalla gelosia (in effet iti l'Isabella doveva sposare una ragazza di Borgo Ticino). Santo Isabella e Maria Carosio, che si conoscevano fin dall'infanzia, pare si fossero anche fidanzati quando la donno aveva sedici anni. Poi fra i due l'amore era finito. La Carosio, otto anni fa, si era sposata con Giuseppe Vescio, un operaio del suo paese, dal quale però dopo un anno si separava per incompatibilità di carattere. L'Isabella si era rifatto vivo, aveva nuovamente corteggiato Maria e l'aveva portata cor. só a S. Maurizio d'Opaglio. dove già lavorava un fratello di Santo. Negli ultimi tempi fra i due non correvano più buoni rapporti, forse appunto perché l'uomo intendeva formarsi una propria famiglia. Un anno fa la Carosio aveva lasciato l'amante ed era tornata al suo paese, sperando forse di riconciliarsi con il marito. Ma l'Isabella l'aveva raggiunta nel febbraio scorso e l'aveva riportata ancora a San Maurizio d'Opaglio. In questi ultimi mesi tra gii amanti i rapporti si erano fatti molto tesi e frequenti erano le liti, scaturite, quasi certamente, dalla intenzione dell'Isabella di troncare la relazione e sposarsi. Questo proposito dell'uomo, riferito al cognato della Caro¬ sio, Federico Folino di 20 anni aveva provocato un violento litigio tra i due uomini i quali avevano deciso di « regolare i conti » con un duello rusticano che doveva aver luogo la sera del 27 maggio scorso. Fortunatamente il brigadiere Cardi, comandante della stazione di Alzo, venuto a conoscenza della sfida aveva sorpreso l'Isabella ed il Folino prima che il duello avesse luogo. g. c. I ll]||||||l|||linilllllllllll|llinillllll!Mlll[||IMIiMI Santo Isabella, ferito dall'amante, in ospedale (Telet.