Divertente processo a Londra per il «topless» tre condanne in base ad una legge del 1900

Divertente processo a Londra per il «topless» tre condanne in base ad una legge del 1900 Aula gremita per il primo verdetta contro gli abiti audaci Divertente processo a Londra per il «topless» tre condanne in base ad una legge del 1900 Imputate erano una signora di 27 anni, madre di due bambini, e due sorelle attricette di varietà - La prima fu sorpresa a petto nudo sul ponte di Westminster - Il giudice chiede ad un teste: « Siete rimasto scosso dall'esibizione? » - « Cosa vuole, ho 70 anni » - Le altre due dichiarano: «Non l'abbiamo fatto per pubblicità, ma per seguire la moda» - La sentenza: 12 mesi di carcere con la condizionale a ciascuna delle accusate (Nostro servizio particolare) Londra, 21 agosto. Tra risate e descrizioni anatomiche sterilizzate dal linguaggio asciutto di funzionari di polizia e di legali, si è si-olto oggi, nel tribunale di Bou: Street, il primo processo inglese contro i topless. Sul banco degl'imputati si sono alternate tre donne: prima la signora Diana Gorton, ventisettenne, madre di due figli e, subito dopo, le sorelle Marion e Valerie Mitchell, artiste di cabaret. L'accusa, eguale per tutte e tre, era di essersi presentate in pubblico a petto scoperto: la Gorton su! iionte di Westminster, le due sorelle in un cinema del West End. Ed anche la condanna è stata eguale, piuttosto pesante, dodici mesi con la condizionale e cinquemila lire di spese processuali per ciascuna di esse. La piccola aula in cui si è svolto il processo era gremita di folla che, in silenzio dapprima, rumorosamente in seguito. sembrata divertirsi mi mondo alla lettura dei particolari dei capi d'accusa. Diana Gorton si alza, giura, si dichiara innocente, fornisci le generalità: 27 anni, madrr di due bimbi, abitante a Bletchey, nel Buclinghamshire. Il magistrato Brian Leary ricorda che l'accusa è basata su una norma di legge del 20 marzo 1900, « per aver provocato lo sdegno dei presenti con atti indecenti ». Erano U 11,1,5 del 3 luglio, quando la signora Gortnn espose le sue nudità agli sguardi dei numerosi passanti sul ponte ai Westminster. Quel che e peggio, le espose anche agli occhi di due scolaresche che stavano uscendo da una scuola vicina. Era accompagnata da due uoi '.ni. uno dei quali il marito. Indossava un vestito nero ed uno scialle dello stesso colore. Quando il gruppetto giunse vicino alla fermata degli autobus, Diana Gorton lasciò cadere negligentemente lo scialle e si rivelò quale era: in topless. // marifo si allontanò di qualche passo, scattando alcune fotografie — otto per l'esattezza — tutte in primo piano. Quando ritornò accanto alla moglie, vi trovò alcune dozzine di curiosi. Qualcuno cominciò a mormorare: « Che indecenza! ». Il signor Gorton protestò e ordinò alla moglie di rimanere com'era, a petto nudo. Qualcuno corse a chiamare un poliziotto e finalmente Diana Gorton dovette ricoprirsi A parte la testimonianza dei poliziotti, viene chiesta anche quella di un passante, il fotografo ambulante Léonard Winter. « Scorsi questa donna seminuda — comincia a raccontare il Winter — insieme a due uomini. Uno di questi scattò otto fotografie (risate genera¬ li in aula). Mi avvicinai e dissi alla donna che meritava di essere messa in galera». <Non avete mai visto nulla del genere, prima?» chiede il magistrato. «Sì — risponde candido il fotografo — mia moglie» «Ma ciò è avvenuto nella sdi a il il vostra casa e non sul ponte di Westminster, di venerdì po meriggio. Siete rimasto scosso da questa esibizione? », confi tuia paziente il pretore. -•Cosa vuole, ho 70 anni!». Il pubblico esplode in una risata ancor più sonora delle la,precedenti. Ritornato il silen¬ zio, il magistrato riprende: « Siete andato quindi a chiamare un agente. Perché lo avete fatto? ». «Perché ero indignato, si capisce. Perché aveva portato il marito con sé? Io soltanto ho la licenza per scattare fotografie in quel luogo». Quando è venuto il suo turno, Diana Gorton, dopo essersi dichiarata innocente, ha spiegato: * Non l'ho fatto con l'intenzione di offendere nessuno. Volevo soltanto indossare un abito alla moda e questi topless sono la voga corrente. Ben diversamente l'ha pensata il magistrato. < Benché l'epoca in cui viviamo ci abbia abituati ad un sacco di stranezze, credo che i tempi non siano ancora maturi per i topless », è stato il suo coni mento, seguito subito dopo dalla condanna: dodici mesi con la condizionale e cinquemila lire di spese. Uscita la signora Gorton, sono entrate in aula Marion Mitchell, di 23 anni e la sorella Valerie, di il, abitanti in Kensington. Ossigenate, al te, disinvolte, eleganti, in due abiti accollati fino al mento le due sorelle si sono dichia rate innocenti. Il 9 luglio, poco prima delle nove di sera. Marion e Valerie erano entrate nel cine ma <Jacey*. in Piccadilly, se guite da un codazzo di curio si. Indossavano entrambe un abito da sera nero, topless con una stola sul braccio. Si fermarono nel foyer chiacchierando disinvoltamente con i loro amici. L'ispettore di polizia Willars fece no tare la sconvenienza dei loro abiti e le iiuifò a coprirsi. «Avete osservato accurata mente l'abbigliamento delle due imputate? » gli ha chiesto il magistrato. « Sì. Le ho prima osservate di fronte, quindi di profilo e infine di dietro. Non c'erano dubbi », è stata la precisa risposta. L'agente di iiolizia Wood ha quindi riferito che alle 22,1,3, alVuscita del cinema, Marion e Valerie esibivano sempre il seno agli sguardi del nume roso pubblico. Non rimaneva altro da fare che procedere secondo la legge. Cosa che i avvenuta. Anche per le sorelle Mit cheli, analogo sermone finale del magistrato, analoga con danna. All'uscita, le due arti ste di cabaret hanno commen tato: « Non l'abbiamo fatto per pubblicità, ma per segui re la moda. f. d. g. Le sorelle Marion, a sinistra, e Valerie Mitchell ieri a Londra dopo essere state condannate con la condizionale per aver indossato un abito stile utopless» (Tel.) poliziotti viene chiesta anche li in aula) Mi avvicinai e disvostra casa e non sul ponte

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