Un prodìgio di tecnica

Un prodìgio di tecnica Un prodìgio di tecnica Già altra volta abbiamo avuto occasione di parlare dei satelliti Syncom, il primo dei quali fu messo in orbita il 14 febbraio del 1963, ma non potè essere adoperato per le comunicazioni perché cessò di trasmettere poco dopo raggiunto l'apogeo; mentre il secondo di essi, lanciato nel luglio dello stesso anno, ebbe migliore fortuna (e si ricorda, tra l'altro, quella conversazione telefonica trasmessa per suo tramite fra il presidente degli Stati Uniti e il primo ministro nigeriano). A questo nuovo Syncom, terzo della serie, viene in particolare assegnato il compito imminente di trasmettere dal Giappone su un terzo del globo, e in particolare sul continente americano, immagini televisive dei prossimi giochi olimpici. E' dunque un'impresa che in parte si collega con il grande sforzo tecnico, su cui forse avremo occasione di ritornare, diretto a far rivivere, a beneficio degli appassionati di tutto il mondo, le parti significative delle quattromila gare dei prossimi giochi. (Proprio il 18 corrente è stato inaugurato nella capitale giapponese il più grande centro di calcolo di tutta l'Asia, comprendente otto calcolatori elettronici Ibm, per un totale di ottantasei t.nità, al fine di puntualizzare e diffondere con assoluta immediatezza i risultati delle gare stesse). L'idea di costituire una rete di comunicazioni con satelliti sincroni fu esposta la prima volta nel 1945 da A. C. Clarke, uno scrittore inglese di materie scientifiche ben noto anche in Italia. Tre di questi satelliti, egli suggerì, basterebbero al l'intera superficie terrestre, mettendo in comunicazione due qualsiasi punti di essa. Per ottenere questa prestazione, bisogna che i satelliti siano altissimi sulla terra e opportunamente distanzia ti l'uno dall'altro. Poiché l'altezza di un satellite determina il tempo necessario a una rotazione di esso intorno alla terra, si è scelta un'altitudine sui trentaseimila chilometri, corrispon^ denti a un periodo di rotazione di ventiquattro ore, Perciò un tale satellite, se lanciato verso oriente da una stazione equatoriale, rimarrebbe in permanenza sospeso sopra uno stesso punto dell'Equatore, se guendo esattamente il movimento della terra. La circostanza che Capo Kennedy (luogo da cui sono lanciati i Syncom) non si trovi sull'Equatore, impone la scelta fra due soluzioni: o accontentarsi di un satellite quasi equatoriale,, il quale descriva una curva a 8 magra e allungata, al di sopra di un certo punto dell'Equatore terrestre (tali furono i Syncom I e II) ; oppure, ben più difficile, dotare il satellite stesso di mezzi idonei a correggere l'iniziale rotta inclinata, fino a raddrizzarne la traiettoria, portandola parallela e sovrastante all'Equatore Non è stata finora realizzata la prevista serie completa dei tre (o meglio quattro) satelliti spaziati a distanze uguali. Questo Syncom III, destinato al servi zio Olimpiadi, dovrebbe essere collocato sopra un punto dell'Equatore a mezza strada circa fra Asia America, con che sarebbe servita anche l'Australia Si pensa che alcune brevi scene potranno essere tra> smesse anche in Europa, usando come tramite successivo un altro satellite per le comunicazioni, il Relay II, quando questi si trovi durante i suoi più rapidi giri, nelle posizioni opportune per eseguire questo servizio. Il Syncom ha la forma di un tamburo, tutto tappezzato dei cristalli delle batterie solari, atti a rifornirlo di energia elettrica; l'interno contiene la strumentazione elettronica. Didimo

Persone citate: Capo Kennedy, Clarke

Luoghi citati: Asia, Asia America, Australia, Europa, Giappone, Italia, Stati Uniti