Vacanze austere

Vacanze austere Inchiesta nei centri di villeggiatura Vacanze austere I torinesi al mare e ai monti sono diminuiti, rispetto all'anno scorso, del 10-15 % - Causa del fenomeno l'aumento dei prezzi in alberghi, alloggi, negozi - Ritorno alla campagna, ai piccoli centri, alla cascina dei « vecchi » Parecchi torinesi sono ancora in ferie, ma decine di migliaia sono già tornati. Pei1 molti il periodo di riposo è nzflstato più breve del solito e'tanche Questo è un segno: lei rvacanze di quest'estate appa-|ciono più austere. | Abbiamo condotto una breve inchiesta nei principali centri della riviera ligure e della costa adriatica; nelle valli d'Aosta, di Cuneo, di Lanzo e di Susa; e inoltre nel Canavese, nelle Langhe nel Monferrato. I dati che abbiamo raccolto ci consentono anzitutto di stabilire che da San Remo a La Spezia, da Ravenna a Pescara, l'afflusso dei villeggianti torinesi è diminuito, rispetto all'anno scorso, del 10-15 per cento La causa principale del fenomeno, a quanto ci risulta, è l'aumento dei prezzi veri iìcatosi in tutte le località climatiche marine per alberghi pensioni, affìtto delle cabine, degli ombrelloni, delle sedie a sdraio. La pensione completa oscilla in media dalle 3 alle 4 mila lire al giorno per salire a 6-8 mila quando si tratta di locali più eleganti con punte di 12-14 mila lire per le categorie di lusso. Mangiare e dormire non è l'unica spesa del bagnante; c'è quella, considerevole, del la « spiaggia >. Gli stabilimen ti chiedono per una cabina due sedie e l'ombrellone da 40 a 50 mila lire al mese; talvolta anche di più. Il con to per una famiglia tipo di 4 persone è presto fatto: una vacanza di dieci giorni al ma re, scegliendo la sistemazio ne più economica, costa dalle 160 alle 200 mila lire, annes si e connessi esclusi. Cioè più di quanto la maggioranza de gli operai e degli impiegati guadagnano in un mese. Secondo i nostri corrispon denti dalle varie località bai neari, sono aumentati anche i canoni degli alloggi e delle camere d'affitto; ma non tan to da scoraggiare i villeggian ti. Il rialzo più preoccupante a loro parere, si è verificato nei prezzi praticati dai negozi, dove tutte le merci, anche di produzione locale, sono sensibilmente rincarate. Altrettanto si può dire per l'alta montagna. Nei centri alpini più frequentati dagli abitanti della nostra città, si è notata quest'anno un'analoga diminuzione di villeggianti torinesi: circa il 10-15 per cento in meno rispetto alle vacanze del '63. La causa? Sempre la stessa: sono aumentati i prezzi, ma in misura ancora maggiore di quella registrata nelle località balneari, almeno per (pianto riguarda le tariffe degli alberghi. Vero è che in montagna la villeggiatura costa in complesso un po' meno che al mare, visto che alla spesa dell'alloggio e del vitto non va aggiunta quella indispensabile della spiaggia. Ma c'è il corredo alpinistico che costa di più. Anche in montagna i prezzi delle pensioni hanno indotto parecchi a preferire l'alloggetto e il pasto preparato in casa. Gli alberghi hanno segnalato il tutto esaurito soltanto nella settimana di Ferragosto; i negozi hanno registrato un volume d'affari nettamente inferiore a quello de¬ dnaaflecNdStnszaspCMdlapzdbl{tansusol'foi. « deviRconvdvstgqumddinbmtu«lrcdcgii anni precedenti. I valligia- |c■ ■IlllllltlllllMlllllllllll1llllllll1tl1IM1lllllllitlllttl ni lamentano la « concorrenza > delle cosiddette «case per ferie >: pensioni popolari per lavoratori che per un discre¬ to numero di famiglie hanno risolto il problema delle vacanze. Il rincaro dei prezzi ha in- dotto parecchi torinesi a rinunciare ai bagni di mare o all'aria stimolante delle vette alpine. Non pochi hanno preferito, per le vacanze estive, località più vicine alla città e di solito scarsamente ricercate. Non sono delusi, anzi. Nei piccoli centri delle valli di Lanzo, nella bassa valle di Susa o nel Canavese hanno trovato paesaggi ridenti, buona cucina, cibi genuini. Ma soprattutto più pace e silenzio. Tornano con rimpianto, e assai più riposati. Tra le località scelte quest'anno per le ferie ci sono pure alcuni centri del basso Cuneese, delle Langhe, del Monferrato. Paesi in cui da decenni non si vedevano villeggianti fatta eccezione per alcune persone anziane, scrupolose osservanti delle prescrizioni mediche. La situazione di questi piccoli centri è cambiata: molte le famiglie gio- vani; i nativi immigrati da tempo a Torino, che hanno rinunziato al mare e ai monti per la cascina dei < vecchi >; gli amanti delle specialità gastronomiche e dei buoni vini del luogo. I dati raccolti nella nostra inchiesta in villeggiatura sono confermati dai commercianti della città. Negozi di abbigliamento, di articoli sportivi, grandi magazzini, tutti d'accordo denunciano una riduzione di oltre il 20 per cento sulle vendite per l'estate. Per chi va in campagna o sì rifugia nella pace dei colli, non c'è bisogno di grosse spese.