Prodigiosa «lieve ripresa» di Segni che da dodici giorni resiste al male di Gigi Ghirotti

Prodigiosa «lieve ripresa» di Segni che da dodici giorni resiste al male L'annuncio dei medici ridesta le ansiose speranze degli italiani Prodigiosa «lieve ripresa» di Segni che da dodici giorni resiste al male La forte fibra del Presidente risponde in modo mirabile alle cure dei clinici - La terapia si basa specialmente sull'idrocortisone (composto F) per impedire la stagnazione di liquidi nel sangue, sul « potassion », su prodotti vasodilatatori e antispastici in larga dose - Ieri l'augusto infermo ha potuto ricevere una dieta liquida arricchita di proteine e vitamine - Merzagora, Bucciarelli Ducei, Moro, Rumor, Taviani, Colombo, Russo, Fanfani, Malagodi, Ingrao e Terracini, tra i visitatori di ieri al Quirinale (Dal nostro invialo speciale) Roma, 18 agosto. La bandiera sul balcone del Quirinale sventola sempre a tutt'asta; diciamo coni perché nei giorni passati, il primo sguardo di citi giungeva avanti al palazzo presidenziale saliva alla bandiera, se per caso non pendesse abbrunata e a mezz'asta. Non siamo certo al cessato pericolo, ma il presidente Segni, che alcune agenzie straniere qualche giorno ja avevano dato per morto (Qui a Roma non iioclii ci eran caduti, e si voleva persino che misteriose, imprecisate ragioni di Stato consigliassero di tener segreto il luttuoso evento in attesa di non si sa che cosa, e non si sa chi) pare abbia superato anche la sua terza crisi. Il inimo bollettino della giornata segnala una « lieve ripresa ». Eccolo nel suo testo integrale: « Dopo aver trascorso una notte tranquilla, ininterrottamente assistito dai medici e dai familiari, il Presidente della Repubblica questa mattina alterna periodi di profondo sopore ad altri in cui il sensorio è più vigile. Questa lieve ripresa ha consentito di ritornare ad una parziale alimentazione per via orale. L'organismo dell'illustre infermo, benché duramente provato da undici giorni di grave malattia, risponde tuttavia alle intense e continue misure terapeutiche ». Il comunicalo, firmato dai professori Challiol, Fontana e Giunchi, c stato emesso alle 0,30: quest'annuncio ha confermalo le buone previsioni che in via confidenziale erano state, anticipate ieri nell'anticamera dell'illustre infermo. In serata, alle 20,3.1, l'addetto stampa del Presidente della Repubblica ha cletto ai giornalisti il seguente bollettino medico: « Durante la sgiornata odierna le condizioni sdel Presidente della Repubbli- t ca sono rimaste invariate ». A voler essere obiettivi si sperava che qualejie progres so in più potesse essere sta to rilevato: la laconicità del bollettino serale ha introdot-\to una nota di cautela, quasi!l'invito a non abbandonarsi ai \ facili ottimismi. Le notizie delln\giornata, tuttavia, sono buone, pur nel drammatico quadro d'una permanente grecità. Il Presidente ha ripreso ad alimentarsi «quasi da solo», ci si dice, mezzo litro di latte arricchito di vitamine ed altri principi nutritivi essenziali, e ciò ha permesso il ritorno parziale alle funzioni della deglutizione, e ciò sarebbe già ottima cosa, ina non v tutto: nei giorni scorsi, si notava uno scnordinamento nei movimenti dei muscoli. L'attacco al sistema cerebrale aveva sconvolto gli equilibri interni. Che il presidente Segni abbia potuto ingerire il liquido, è un fatto da cui se ne ricava un altro: U coordinamento motorio sarebbe ritornato, le devastazioni nel sistema cerebrale sarebbero state contenute, se non proprio eliminate. In via ufficiosa, si fa notare che tutto ciò è dovuto alla « tempestiva, eccezionale, continua somministrazione terapeutica praticata al Capo dello Stato »; il che è un nuovo invito a non lasciarsi prendere dalla fretta di considerare i pericoli tramontati e il male prossimo alla sconfitta. E' questione di misura, e tuttavia non va scordato e taciuto il senso della lezione di questi giorni trascorsi al Quirinale tra alti e bassi di spe¬ ranze e disinganni. L'esperien za insegna che non bisogna nemmeno aver troppa fretta nel chiudere il cuore alla fi ditela: il giorno di Ferragosto i tre clinici, Challiol, Fontana e Giunchi, sembra avessero già allargato le braccia nel gesto dell'impotenza. Impotenza clinica, cioè il riconosciuto sopravvento della malattia sull'antidoto. Rimaneva l'imponderabile. Ma, ugualmente, i tre professori sembravano accingersi a disporre la rimozione di tutti gli apprestamenti medicali impiantati nei giorni scorsi intorno al capezzale dell'infermo. La scienza credeva d'aver esaurito il suo compito: tutto ciò che può sopravvenire a riscattare l'uomo dal torpore di morte in cui è precipitato il Presidente (il ballettilo parlava di « coma cerebrale ») sarà al di fuori delle nostre previsioni e capacità di terapeuti. Se il discorso sia stato proprio questo, non sapremmo dire con sicurezza: ma a queste considerazioni debbono essersi ispirati i tre clinici nel decidere di lasciar che il Presidente infermo fosse risitato da tutti i suoi familiari. Il Presidente Segni era adesso nelle mani del buon Dio, e i suoi familiari cos'i lo ricevettero, e quasi si dispoìievano alla rassegnazione, che è virtù cristiana anch'essa, quando i due figlioli medici del Presidente, Giuseppe e Paolo, (en- a a o a à o r l à . e i o e o ù i - trombi prestano l'opera loro a' « Gaslini » di Genova), per un'intuizione metà filiale e metà professionale, si convinsero che le terapie, clic si credevano sperimentate fino all'ultima risorsa, forse non tenevano conto dell'eccezionale e imprevedibile forza del cuore dell'infermo. Insistettero, dunque, perché le attrezzature cliniche non fossero rimosse, e perché i consulti venissero continuati, le cure riprese ed anzi si diedero essi stessi ad assistere il malato accanto al prof. Giunchi, e ai suoi assistenti, il prof. Paoluzzi e il prof. Ortona, a studiare nuove combinazioni terapeutiche. La febbre sembrava consumare di momento in momento l'esile filo che ancora tratteneva Antonio Segni alla vita. I consulti ripresero, furono fatti altri esami. S'instaurò la terapia dcll'idracortisane: il cosiddetto « Composto F » (quattro volte più potente del normale cortisone) per impedire la formazione di edemi e. la stagnazione di liquidi nel circolo sanguigno. Nelle vene del malato fu iniettato il < Potassion » per bilanciare gli effetti delle terapie diuretiche che avevano causato la perdita ai sali potassici nell'organismo. Per sorreggere il cuore, nuovo massiccio impiego di analettici, e vasodilatatori per tenere aperte le « luci » delle arterie minacciate, e onlispastici in targa dose, perché la sofferenza non ha mai abbandonato il Presidente nei suoi risvegli. II sen. Merzagora, il presidente della Camera, Bucciarelli Ducei, il presidente del Consiglio on. Moro e gli uomini politici particolarmente cari al Presidente, il segretario della democrazia cristiana, on. Rumor, i ministri Colombo, Russo e Taviani, l'on. Piccoli, l'on. Cossiga, e pochissime altre personalità si recano nell'ant icamera dell'appartamento presidenziale, nelle ore in cui è stabilito il consulto medico, e qui si trattengono finché il consulto è terminato e il bollettino stilato. Tra i visitatori di oggi, il ministro Reale, gli ex ministri Bosco e. Falchi, il vicepresidente del Senato, Zelinli Lanzini, l'ex presidente del Consiglio, Fanfani, il sen. Terracini, presidente del gruppo senatoriale comunista, l'on. Ingrao, presidente del gruppo dei deputati comunisti, il sen. Secchia, vicepresidente del Senato, l'on. Malagodi segretario generale del partito liberale, il presidente della Corte costituzionale, Ambrosini, il prof. Luigi Gedda, presidente del Comitato civico nazionale, il comandante della Guardia di finanza, gen. Formato. Gruppi di turisti stranieri, tra cui numerosi cittadini malesi, una colonia di orfanelli \accompagnati dalle loro suore hanno apposto la loro firma sui registri augurali della sale delle Bandiere. Finora le firme sono circa 220 mila, i registri già colmati ventidue. Gigi Ghirotti mqnpcaapsp Molti visitatori ieri si sono recati al Quirinale per firmare il registro nella «Sala delle Bandiere» (Tel. Moisio)

Luoghi citati: Genova, Roma