Hanno ucciso un gruppo di cani servendosi di fucile e di tridente

Hanno ucciso un gruppo di cani servendosi di fucile e di tridente Hanno ucciso un gruppo di cani servendosi di fucile e di tridente Denunciati un macellaio e due suoi amici - In una casa disabitata di Lombriasco una cagna pastore piemontese aveva partorito in due volte dodici cuccioli - Se ne sono salvati soltanto tre (Dal nostro corrispondente) Carmagnola, 12 agosto. Un episodio brutale, indegno di persone civili: tre uomini hanno fatto barbaramente strage di un gruppo di cani e sono stati denunciati alla Procura della Repubblica. Si sono occupati dell'episodio gli agenti zoofili Mario Maselli e Angiolino Bistrorio della « Protezione animali ». Avuto sentore della gravità dei fatti, essi hanno indagato fino a ricostruirli interamente e ad identificare i responsabili. Questi sono il macellaio Giuseppe Golzio, di 26 anni, abitante in via Gruffa 2 a Lombriasco, suo cognato Luigi Lomello, di 23 anni, e l'amico Bartolomeo Gastaldi, di 36 anni. A Lombriasco il Golzio possiede una casa disabitata, della quale si serve per deposito di ossa e per ospitarvi talvolta le bestie bovine in attesa di mandarle al macello. Nel gennaio scorso in questa casa trovò rifugio una cagna randagia «pastore piemontese». Era gravida e dopo pochi giorni partori cinque cuccioli. Li allevò in una cuccia che si era preparata fra alcuni rottami, nel cortile. I vicini incominciarono a portare giornalmente da mangiare ai cani che, miti e affettuosi, giocavano con tutti. Il Golzio non si curava delle bestie. Ma quando, ai primi di luglio, la cagna partorì altri sette cagnolini, il macellaio manifestò l'intenzione di ucciderli tutti. I vicini cercarono di dissuaderlo, intervennero anche il sindaco del paese per niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii suggerire di rivolgersi alla < Protezione degli animali » la quale avrebbe provveduto a ritirare le bestie. Il Golzio non ascoltò il consiglio. Un giorno si recò nella casa insieme con il cognato: fecero una buca in terra e vi cacciarono dentro i sette cuccioli più piccoli, quindi — secondo quanto è risultato dalle indagini svolte dagli agenti Maselli e Bistrorio — li coprirono con la terra, rapidamente, per evitare che, nel disperato tentativo di salvarsi, essi si aggrappassero alle pareti delia fossa e riuscissero a venire fuori. Una volta coperte le sventurate bestiole, i due uomini montarono sul cumulo di terra e lo calpestarono per essere certi che i cani non trovassero qualche spiraglio per respirare. I vicini di casa nel pomeriggio di quello stesso giorno dovettero assistere a un nuovo barbaro episodio. 11 Golzio giunse in compagnia del Gastaldi che era armato di fucile. 11 cacciatore sparò sui gruppo della cagna e dei suoi cinque figli del primo parto. Morirono immediatamente la cagna e un cucciolo, un altro rimase ferito e i rimanenti fuggirono terrorizzati guaendo. Il Gastaldi sparò un secondo colpo al cane ferito che nel frattempo si era rifugiato in un fosso, ma ancora io colpì soltanto di striscio. Allora afferrò un tridente e con esso si avventò con ferocia sul povero animale finendolo a colpi di punta. I tre cani superstiti nella nogutaDtealpiil toGstna 12■diiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii znsvgGetqtutspt notte tornarono nel cortile e guaire. Una signorina che abi ta nella casa vicina, Girella Donetto, ne raccolse uno per tenerlo presso di sé. Anche gli altri due si sono salvati perché più tardi hanno abbandonato il cortile senza farvi più ritorno. Per il reato commesso dal Golzio, dal Lomello e dal Gastaldi la legge prevede la pena della reclusione da 6 mesi a i anni e della multa fino a mdld1tgdaSPptf120 mila lire. a. f. ■ittiiiiiiiftutitiiiiiififiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitiiniiiii

Luoghi citati: Carmagnola, Lombriasco