Mille quintali di caffè importati di contrabbando dal Belgio a Torino

Mille quintali di caffè importati di contrabbando dal Belgio a Torino La denuncia della Guardia di Finanza alla Magistratura Mille quintali di caffè importati di contrabbando dal Belgio a Torino L'accusa riguarda la ditta « Bonetto » di via Brindisi, di cui sono soci i fratelli Aldo e Giorgio Barberis, grossisti di prodotti coloniali - Il caffè che non pagava la dogana (da 800 a 900 lire il chilo) veniva venduto a prezzi molto inferiori a quelli di mercato - L'elenco degli altri 21 imputati: camionisti e negozianti di Torino, Milano e Genova - Frodati circa 80 milioni Anche due agenti della dogana sotto inchiesta e Lo «scandalo del caffè», pur senza alcuna connessione con il caso Tubino ili Genova, si è esteso anche alla nostra città. L.i differenza tra il prezzo di acquisto in un porlo franco — 400 lire il chilo — e quello di vendita in Italia, gravato di 800-900 lire di imposte, stimola evidentemente il sorgere di organizzazioni criminose. Unn di queste e stata smascherata — secondo la denuncia presentala alla magistratura — dal Nucleo di polizia Tributaria di Torino. In meno di un anno sarebbero stati frodati circa 80 milioni. L'inchiesta è durata sei mesi e si è conclusa nel giugno scorso: un fascicolo delle dimensioni di un'enciclopedia è slato trasmesso alla magistratura. Ventitré persone, fra cui due belgi, sono sotto inchiesta por «contrabbando aggravato dall'uso di mezzi di trasporto e dalla manomissione di sigilli ». E' stata contestata anche l'aggravante dell'associazione contrabbandiera. L'istruttoria è affidata al sostituto procuratore dott. Moschella, che dovrà vagliare la posizione degli imputati. Al «uo collega dott. Marzachl è affidata un'istruttoria parallela, per gli stessi fatti, a carico di due guardie di finanzi che sarebbero coinvolte nella vicenda. La difesa è stata assunta dagli avvocati Geo Dal Fiume, Marco Gillo e Carlo Aitata. E' stato accertato che, attraverso il valico del Moncenisio, sono stati introdotti in Italia, dal Belgio, con 16 viaggi compiuti mediante autocarri TIR, 103 miln chili di caffè. Due camion sono stati sequestrati, per un totale di 20 mila chili; 83 mila chili sono stati immessi illegalmente al consumo. Le sedici partite di caffè, tranne le due sequestrate, vennero acquistate dalla società « Bonotto e C », con sede in via Brindisi 12. N« sono soci i fratelli Aldo Barberis, 28 anni, e Giorgio, 39 anni, che abitano al numero 10 della stessa via. Ad essi si erano associati Raimondo Rocci Ris. 38 anni, via Camillo Riccio 25; il commerciante di biancheria Oreste Gianinetti, 36 armi, abitante a Pino Torinese in via Roma 42; un dipendente delle Ferrovie dello Stato. Vittorio Cavaliere 38 anni, corso Unione Sovietica 161 e alcuni autotrasportatori di Torino. Milano e Genova. Questi ultimi sono: Giuseppe Matta, 28 anni, via Lera 7; PiciCarlo Grosso, 29 anni, corso Francia 132: Ferruccio Bossoni, 42 anni, corso Casale 209: Fulvio Marchesiello. 3L anni, corso Peschiera 289; Giuseppe Bruno. 40 anni, via P. Paoli 47: Bruno Zichele. 59 anni, con il figlio Gianfranco. 29 anni, abitanti a Genova in via Tortosa 5; Giovanni La Gioia, 26 anni, abitante a Pavia: Demetrio Zuffo. 30 anni, corso Sempione 60. Milano: Daniele Mozzi, 27 anni, viale Fulvio Testi 93. Milano: Sereno Trani, via Abradesse 36. Milano e Carmelo Chiodo, 32 anni, via Londonio 26. Milano. Altri quattro torinesi. Livio Ratto, Giuseppe Scavone. Angelo Marlinasso e Carlo Dominicci. sono in posizione secondaria: a quanto pare avrebbero acquistato partite del caffè coni rabbandalo, e rispondono perciò dello si esso reato, ma non delle trasgressioni valutarie. I due belgi denunciati per complicità sono Noe! Blondel e Robert Cannile. L'inchiesta della Finanza cominciò dinante le feste natalizie, quando alcuni grossisti segnalarono che sul mercato torinese erano state immesse delle partite di caffè a prezzi di 300-400 lire al chilo inferiori a quelli correnti. « Ci deve essere qualcosa di losco — dissero i commercianti — perché nessu\no potrebbe vendere a quel iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii prezza dopo aver parlato regolarmente tutte le imposte ». Gli accertamenti presero le mosse dal Gianinctti e dal Matta, che erano già noti ai finanzieri: erano stati infatti processati un anno prima a Sanremo proprio pei' contrabbando di caifè. Il primo era stato condannato, il secondo assolto per Insufficienza di prove. Vennero coni rollati I pedinati, e a poco a poco si cominciò a delineate l'intera rete. In febbraio venne collo sul fatto e sequestralo il primo camion, di Milano, con un carico di oltre 100 quintali. Ma dagli autisti, interrogati, non si potè risalire ai principali responsabili. Allora, vennero messi sotto controllo 1 telefoni di alcuni indiziati: e le informazioni cosi raccolte, permisero, in maggio, di sequestrare un secondo carico, un autotreno genovese, con una novantina di quintali. Quesia volta, l'inchiesta prese l'avvio e si concluso un mese dopo con la. denuncia alla magistratura Come era stalo possibile Introdurre illegalmente in Italia Ili camion di calli? La Finanza ha ricostruito il sistema dei contrabbandieri. Un autocarro, in Belgio, caricava una parlila di merco qualsiasi; spesso olii minerali o macchine. Alla dogana, l'automezzo veniva controllato e sigillalo; i piombini, secondo la convenzione TIR, gli avrebbero permesso di giungere alla dogana di Torino senza altri controlli. Ma, ad Anversa, i sigilli venivano allargali fino a sfilarne la cordicella, si apriva e si caricava il caffè. Poi, il viaggio avveniva senza intralci fino a Torino, dove il caffè era scaricato. Rimessi i sigilli i camionisti si presentavano regolarmente alla dogana per farli rompere: si consta¬ e e a a i , a i , i a , o , l i a ¬ tava che l'olio minerale corrispondeva a quello dichiarato sul foglio di via, venivano pagati i diritti relativi e il colpo era fatto. Al magistrato è sorto il sospetto che i camionisti avessero dei complici: due finanzieri sono sotto inchiesta; se verrà provata la loro connivenza, sarà più facile spiegale come venissero manomessi con tanta facilità i sigilli senza che nessuno se ne accorgesse. La vicenda ha avuto un'appendice che ha sollevato illazioni romanzesche, ma inesatte. Addosso al Matta, durante una perquisizione, è stata trovata una sfera di fibre compresse, delle dimensioni di una pallina di naftalina. Si pensa sia uno stupefacente, l'haschisch. La perizia è stata affidata al tossicologo prof. Tappi e al farmacologo prof. Beccar!, dell'Università di Torino. Il Matta è l'unico dei ventitré accusati che sia stalo arrestato, sotto l'accusa di contrabbando di droghe. E' stata pure smentita dallo autorità giudiziarie ogni relaziono della vicenda con la denuncia del tutto fantastica presentata da una giovane di Sanremo, di cui si occuparono a fine luglio i giornali, quando venne trovata seminuda in mezzo alla strada nei pressi di La Spezia. La ragazza disse di essere stata drogala da camionisti e scaraventata dall'autotreno. Il suo racconto non ha riferimento con lo « scandalo del caffè ». llIIIIIIIIIItlllIliniltll1IIIIIMIIIIIIIIII>lllllll1MllMtl