Trovati morti dentro un profondo crepaccio i due euneesi dispersi sulle Grandes Murailles

Trovati morti dentro un profondo crepaccio i due euneesi dispersi sulle Grandes Murailles UN'ALTRA TRAGEDIA ALPINISTICA IN VALLE D'AOSTA Trovati morti dentro un profondo crepaccio i due euneesi dispersi sulle Grandes Murailles Si presume che siano caduti lunedì sera quando si trovavano a un'ora di cammino dal rifugio - Forse perché affaticati procedevano affiancati sull'insidioso ghiacciaio - Deve aver ceduto un ponte di neve - Uccisi sul colpo dopo un volo di 30 metri - I loro corpi trasportati a Bionaz (Dal nostro inviato speciale) Place Mnulin, 5 agosto. / due alpinisti euneesi dati per dispersi da lunedi sul ghiacciaio delle Grandes Murailles al di sotto del massiccio della Dcnt d'Hérens sono morti. Le guide del Soccorso alpino di Valpelline li hanno ricuperati stamane in un crepaccio profondo trenta metri, a meno di un'ora di marcia dal rifugio Aosta. Presumibilmente precipitati verso le 19 di lunedi.sono morti sul colpo avendo riportato gravi lesioni al capo. I loro corpi riposano ora nella cappella mortuaria del cimitero di Bionaz, in attesa di essere traslati domani a Cuneo. Gianfranco Novelli e Giorgio Troncherò sono stati trovati legati alla medesima corda a una distanza di eiualche metro l'uno dall'altro. Il rinvenimento è avvenuto ieri verso le 18 da parte delle guide del Soccorso alpino che in numero di nove avevano lasciato Bionaz a mezzogiorno. Del gruppo facevano parte il prof. Giovanni Pezzali, presidente della Società delle guide della Valpettine, che ha assunto la direzione delle operazioni, le guide Angelo Bozzetti, Mario Petitjacques e Piero Rosset, i portatori Guido Bredy e Giovita Diemoz e i volontari Dino Pe- tey, Emilio Robin e Amedeo Daleni. « Siamo arrivati al rifugio poco prima delle 17 di ieri — ci ha detto il prof. Pezzali al suo ritorno — e ci siamo diletti immediatamente nella zona dove i due giovani erano stati visti per l'ultima volta dai due alpinisti svizzeri che avevano dato l'allarme nella mattinata. Le nostre ricerche — ha proseguito il Pezzoli — si sono iniziate dalle propaggini del ghiacciaio delle Grandes Murailles e alle 18 circa, in un crepaccio di trenta metri, abbiamo scoperto i loro corpi, press'a poco sotto la Testa di Valpelline, una cima alta 3100 metri posta sulla sinistra della Dent d'Hérens. Erano ancora legati e non davano più segni di vita». «Che fare? — ha proseguito il prof. Pezzoli — non c'era che da attendere l'alba dell'indomani perché sarebbe stato impossibile riportarli alla superficie nella notte ». Stamane alle cinque, dopo avere trascorso la notte al rifugio Aosta, le guide hanno iniziato l'operazione delicatissima del recupero. -4/citni si sono calati nel crepaccio, mentre altri dai bordi superiori assicuravano la loro discesa Ben cinque ore è durata l'ape razione. Alle dieci circa le salme dei due sventurati alpinisti erano ambedue tratte alla superfìcie e pietosamente composte negli appositi teli. Non rimaneva che metterle sulle barelle e discenderle a valle. «Noi arrivammo poco prima », ci dice Franco Bollali, di Cuneo. Era partito alla mezzanotte con un gruppo di altri sei appartenenti alla sezione del Cai locale. «Eravamo amici carissimi di Novelli e Trancile io. Avevamo letto la notizia della loro scomparsa stili' ultima edizione di "Stampa Sera" e non volevamo crederci. Ambedue erano alpinisti in gamba e ci sembrava impossibile che fossero scomparsi su un ghiacciaio come quello della Dent d'Hérens, anche se veniva detto travagliatissimo, come infatti lo abbiamo trovato. Quando arrivammo nei pressi di dove si trovavano le guide della Valpelline. che debbo elogiare per la loro tempestività e abnegazione, comprendemmo che non vi era più nulla da fare. E' stata proprio una fatalità. Erano ormai alla line di tutte le difficoltà. Avevano forse ancora un centinaio di metri e forse meno di ghiacciaio da percorrere. Pochi mimiti ancora, poi sarebbero sta¬ ti sulla morena. Proprio sfor tunati, poveri ragazzi ». Prima che giungessero le guide con le salme dei due a Place Moulìn, Franco Bollati si incaricò di portare la tragica notizia al fratello del No-ì velli, geom. Italo, che attcn-1 deva con ansia al cantiere i' risultati delle ricerche. Eranoì circa le 17 di oggi quando la \ notizia giunse al cantiere dove si costruisce la diga di Place Moulin. Il direttore, ingegner Proverbio, dava l'ordine di far uscire dall'autorimessa l'ambulanza, che si porta qualche decina di metri oltre il piazzale sulla mulattiera per Praraier. Gli operai, abbarbicati sulla diga in costruzione, gli addetti ai mastodontici macchinari, capirono che qualcosa di grave stava accadendo. Si intrecciarono le notizie da un costone all'altro della montagna. Cautamente fu avvertito il fratello del Novelli e gli si disse una pietosa bugia — che i corpi sarebbero stati scesi all'indomani — perché non dovesse assistere alla tragica scena che di lì a altaiche ora ebbe testimoni centinaia di operai, muti. Le due salme alle 19,30 circa in groppa a un mulo comparvero dal senlierino che s'iner pica dalla sponda destra verso il cantici'-: le guide della Valpelline ed alcuni alpinisti euneesi seguivano it mesto corteo. Quando giunsero presso l'autoambulanza si fermarono mentre la gente si scopriva. Poi, scaricate le salme, furono deposte l'una accanto all'altra e il cappellano del cantiere, don Agostino Wuillermoz, giovane prete valdostano e alpinista, cominciò a recitare le preci dei defunti. I corpi straziati furono trasportati a Bionaz e composti nella cappella »nor-| luaria, ove sono vegliati dagli amici. Domani si provvederli alla traslazione a Cuneo. Abitiamo chiesto a Piero Rosset di dirci ituali siano sta'c le cause probabili della sciagura e la guida, che è stato uno degli uomini di punta della generosa pattuglia, ci ha risposto: < Difficile a dirsi, ma molto probabilmente i due giovani camminavano l'uno a fianco dell'altro sul ghiacciaio; forse camminavano cosi vicini per sorreggersi; non videro il crepaccio e il ponte fragile di neve, non resistendo al peso di entrambi si ruppe facendoli precipitare nel baratro ». / due svizzeri dissero anche che lunedi, verso la Dent d'Ili rens, c'era un vento fortissimo {giunti m Valle d'Aosta perm, ,. ~n „i ohe soffiava ad oltre 70 km al- l'ora: Gianfranco Novelli e Giorgio Tranchero, che erano compiere alcune ascensioni sia]nel gruppo del Rosa che in\quello del Cervino, erano par-)tifi all'alba di quel lunedì per compiere quell'ascensione che seppure ostacolata dal vento, era andata bene. Italo Vaglienti j Le salme degli alpinisti euneesi scendono a dorso di mulo dalle Grandes Murailles { ì 1 ' ì \ Le due vittime della montagna: Gianfranco Novelli di 26 anni (a sinistra) e Giorgio Tranchero, ventisettenne