Annegato il cameriere che obbligò due turiste a spogliarsi sotto la minaccia di una pistola

Annegato il cameriere che obbligò due turiste a spogliarsi sotto la minaccia di una pistola Da 24 ore ricercato per fa grave rapina compiuta nella campagna pisana Annegato il cameriere che obbligò due turiste a spogliarsi sotto la minaccia di una pistola Un torinese di 31 anni - Lunedì, presso Pontedera, ha aggredito un'australiana e una sudafricana che facevano l'« autostop » - E' fuggito con i loro abiti, le valigie e i soldi - Ieri si è fatto portare in taxi da Torino ad Avigliana - Qui si impadronisce di un motoscafo e va a bere una bottiglia di cognac in mezzo al lago - Il motore si blocca : cerca di ritornare a nuoto, ma sprofonda a 50 metri dalla riva - Sull'imbarcazione, il denaro rubato e la rivoltella - Nel '61 aveva venduto il suo bar di corso Casale e si era trasferito a Firenze - Spinto alla disperazione da un dramma coniugale? li caso del cameriere tori-1 nese che l'altro ieri, presso Pontedera, ha costretto due turiste stranieie a denudarsi sotto la minaccia della pistola e le ha rapinate, si è chiuso in modo tragico e imprevedibile. Il giovane è annegato ieri alle 13,30 nel lago grande di Avigliana. Si chiamava Giu¬ tseppe Grana, nato 31 anni fa ; a Torino. Il corpo è stato re- cuperato dai sommozzatori e( trasportato nella cella mortila-iM11 ■ r 11111 < ■ ■ ri j ■ 111 inumi uni iiiiiiiii ria del cimitero di Avigliana. II brigadiere dei carabinieri Cilia, che ha condotto Fìnchie- sta sulla morte, ha provveduto a far revocare l'ordine di cattura che era stato diramato a tutti i posti di polizia d'Italia Si è conclusa così una vita disordinata e avventurosa. Giuseppe Grana possedeva, nel i960, un piccolo bar al nume ro 446 di corso Casale. Lo ge stiva con l'aiuto della moglie Marisa. una veneta diciottenne, iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii j o » a a i i o i i a a Il 30 settembre 1961, il Grana vendette il bar a un immigrato meridionale, Salvatore Musolino. Si impegnò nel contratto a fermarsi ancora un mese, per insegnargli il mestiere. Ma il giorno dopo la firma, caricò la moglie e un paio di valigie su una vecchia « 1400 » e scomparve. Le ragioni di tanta fretta apparvero chiare nei giorni successivi: c'erano ancora da pagare la macchina per l'espresso, i fornitori di liquori, zucchero, caffè. Solo molto più tardi si seppe che era andato a Firenze, presso una sorella della moglie. In Toscana nacque una bimba, Elena, ma il matrimonio sarebbe in seguito naufragato. Rimasto solo, il giovane trovò lavoro in un bar presso il Ponte Vecchio. I proprietari lo accolsero come un figlio, lo aiutarono a trovarsi una casa, gli anticiparono i soldi per l'affìtto. Ma ai primi di gennaio dovette lasciarli: si era ammalato gravemente. Restò in ospedale per quattro mesi e riprese il lavoro a maggio. Ma era debole; sfinito. Il 7 luglio arrivò nel bar sconvolto: «Ho trovato — disse — una lettera di mia moglie, indirizzata a uno sconosciuto. Devo | trovarla per chiederle spiega- j •rioni ». Il 15 luglio, il Grana si fece liquidare e prese a noleggio una «Giulietta» da un amico, Franco Berchielli di 35 anni, proprietario di un garage. Si è fatto di nuovo vivo lunedì della scorsa settimana, per chiedere ai padroni del bar se 10 avrebbero ripreso a lavorare. Gli è stato detto di sì ed ha aggiunto: «Tornerò fra otto giorni, dopo aver sistemato tutto con mia moglie». Da quel momento, nessuno lo ha più visto a Firenze. Doveva essere rimasto senza soldi, perciò ha commesso la rapina alle porte di Pisa, sulla strada per Firenze. Qui, alle 10 di mattina, due giovani turiste sono in attesa di qualcuno che offra loro un passaggio. Sono la giornalista australiana Jeanne Debelle, 24 anni, e la segretaria d'azienda sudafricana Joan Sheila Vance, 22 anni. Il Grana, galante, ferma la sua «-Giulietta» e le carica con le loro valigie. Ma, dopo pochi chilometri, abbandona la « statale » per imboccare una scorciatoia. In un bosco presso Pontedera ferma, estrae la pistola e la punta contro le due giovani: «Scendete », ordina. Quando sono a terra, le obbliga a inoltrarsi nel folto. Poi intima: «Spogliatevi, altrimenti sparo ». Le lascia nude e terrorizzate, fuggendo con i loro bagagli e il loro denaro: quindici sterline australiane, 23 mila lire e un blocchetto di « traveller's chèques * della National Bank of Australia. Punta verso il nord. Probabilmente, ha abbandonato l'automobile ad Alessandria ieri mattina, quando ha letto sui giornali che una delle due giovani aveva rilevato il numero di targa. Ha proseguito in treno tino a Torino: dopo la sua morte, gli è stato trovato in tasca il biglietto ferroviario. Alle 10, è al posteggio dei taxi davanti alle Molinelte. « Mi porti ad Avigliana », chiede al tassista Antonio Pantaleo, 47 anni. Sul lago, davanti all'albergo Florida, paga e lascia mille lire di mancia: «Torni oggi pomeriggio, ver-.,, [, nt a prendermi », gli raccomanda. Poi. acquista una bottiglia di cognac francese e si avvia all'imbarcadero presso l'albergo, i: sorpreso Jal figlio della titolare Antonino Ottoinbrino d' " ^inii, mentre salta su una barca a motore e prende 11 largo Grida al ragazzo: «lstdIsbpcSGOrnad «Vado a prendere il caffè sul l'altra sponda ». Antonino lo segue con lo sguardo: il motoscafo gira :iullo specchio d'acqua, ogni tanto si ferma. I' Grana si è spogliato, spesso beve a garganella dalla bottiglia di cognac, poi riparte. Anche dall'altra sponda qualcuno ne segue le evoluzioni. Sono la proprietaria del bar Gino, Mariticela Allais. il figlio Osvaldo di 14 anni, e un turista tedesco. Vedono il Grana immergersi nell'acqua ed avanzare a nuoto, sospingendo davanti a sé l'imbarcazione. \ Forse il motore si è bloccato o è mancato il carburante. « Come nuota male », osserva Osvaldo. Poi lancia un grido di allarme: «Annega, annega». Il bagnante, a una cinquantina di metri dalla riva, annaspa disperatamente. La donna, il ragazzo e il turista saltano su una barca e vogano energicamente verso di lui: ma quando giungono presso il motoscafo, sull'acqua c'è solo qualche bolla d'aria. Il motoscafo viene rimorchiato a riva. A bordo c'è «La Stampa» aperta alla pagina che narra l'aggressione alle due turiste straniere. In una borsa da viaggio, ci sono i « traveller's cheques » della banca australiana, le quindici sterline, la pistola: una Beretta cai. 22 con il colpo in canna. Nel portafogli, con la patente e il passaporto, un biglietto da mille lire. Sull'identità del giovane, non ci sono dubbi. Il suo corpo viene ripescato quattro ore dopo, a tredici metri di profondità dai sommozzatori del vigili del fuoco, Franco Cattaui e Mario Bianco. Forse il Grana, entrato in acqua accaldato per il cognac bevuto — la bottiglia è vuota a metà — è stato colto da una congestione. Ma non si può escludere che, sconvolto per il dramma che aveva turbato la sua vita familiare, abbia cercato la morte. Viene trasportato nella cella del cimitero, mentre dalla stazione dei carabinieri parte un fonogramma per la Questura di Firenze: «Giuseppe Grana, ricercato per la rapina a due turiste, c annegato oggi alle 13,30 nel lago di Avigliana». Giuseppe Grana. Uno dei sommozzatori si inabissa nel lago di Avigliana per cercare il cadavere. Il cognac, gli «chèques» rubati, la pistola trovati sul fuoribordo