Il consumo della carne nel nostro Paese è aumentato del 16% nel corso del '63

Il consumo della carne nel nostro Paese è aumentato del 16% nel corso del '63 Un fatto positivo per il reqime alimentare, ma preoccupante per il costo Il consumo della carne nel nostro Paese è aumentato del 16% nel corso del '63 Siamo costretti a forti acquisti dall'estero, con grave esborso di valute - Fra i Paesi del Mec, l'Italia è quello dove è più accentuata la preferenza per la carne bovina rispetto a quella ovina, al pollame, ecc. - Il dibattito radiofonico al «Convegno dei cinque» (Nostro servizio particolare) Roma, 6 luglio. Il problema dei consumi alimentari, c in particolare di c/uclli carnei, è stato oggetto stasera di un dibattito radiofonico nel corso del settimanale « Convegno dei cinque». Il quesito al quale i partecipanti dovevano rispandere era il seguente: « Com'è possibile orientarci nei nostri consumi, tenendo presente la duplice esigenza di soddisfare le necessità dell'organismo e di diminuire le importazioni dall'estero'.' ». // prof. Aldo Mariani dell'istituto 'nazionale della nutrizione ha impostato il dibattito nei suoi termini tino alitai ivi e qualitativi. Negli ultimi anni si è avuto in Italia un forte aumento dei consumi di carne: dai 2lt eh ilo grammi per ululante del triennio 1057-59 si è passati ai ito del triennio 1960-62 e ai 32,5 del l'.)t>3. Contemporancamente, si sono registrati notevoli incrementi nei consumi di latte, di formaggi e di uova, ossia di alimi mi pure ricchi di proteine animali Nel 11)63 siamo così pervenuti ad unii disponibilità quotidiana di 33,2 grammi di proteine per abitante, superando per la prima volta ma di stretta misura la quantità di 32 grammi e mezzo al giorno raccomandata dai dietologi. Tenuto conto degli sprechi e delle sperequazioni nei consumi, è perciò auspica bile che tale disponibilità continui a crescere, così da consentire a tutti gli Italia ni di potersi nutrire a -ulii cienza. E' infatti noto comi nel nostro paese l'alimentazione delle grand' massi dilla popolazione non fossi ili ■ fidente sotto l'aspetto calo rivo, ma proprio sotto l'aspetto proteico i in particolare per iiunntn riguarda le proteine di origini animali. Se il miglioramento delia dieta va quindi giudicalo positivamente, non si possono lacere le pn occupa zio ni per le consegui nze che il forte aumento dei consumi di carne Idei 16 per cen lo nel solo 1963) ha aiuto e potrà avere, sulla nostra bilancia dei pagamenti Dola l'insufficienza ibi vostro patrimonio bovino, sia mo infatti costretti ad ef fruttare dall'estero importazioni seni/ire più mussati e a costi unitari sempre ere scenti. Il consumo di curii' bovina nel mondo i in au mento assai più rapido del la produzione, su (In persi no in Argentina risulta og ai difficile, l'approvvigiona mento Nascono a questo punto gl'interrogativi formulati dal prof Tagliacurne: conviene mangiare carne bovina a pesce che riabbiamo importare, o mangiare suini o polli che possiamo allevare più facilmente in Italia? Conviene importare carne, a 500 lire il chilo, oppure importali il mangime necessario per produrre un citilo di carne di maiale o di pollo che costa 120 lire? Su questo tema attualissimo si terrà a Roma un convegno, fra pochi gtor- ni, per iniziativa dell'Unione italiana delle camere di commercio. A questo punto il dott. Fucili, funzionarlo della cee, ha fatto notare come la percentuale di carne bovina sui consumi complessivi di carne sia in Italia assai più elevata che. negli altri paesi del Mercato comune. Il nostro fio per cento va infatti raffrontato col !tl per cento della Francia e dell'Olanda, col 38 del Belgio e. col 32 della Germania. Egli ritiene perciò realistico uno spostamento dei consumi dalla carne, bovina agli altri tipi di carne, piti abbondanti e più a buon mercato. Infatti, Jtm grammi di proteine costano oggi circa 700-800 lire se provenienti dal manzo, S00 lire se fornite dal pollo, solo IfUO lire se fornite dal latte. ar. ba.

Persone citate: Aldo Mariani, Dola