bimbo Il germe che ancora prima insidia il di vedere la luce di Angelo Viziano

bimbo Il germe che ancora prima insidia il di vedere la luce Concluso ieri a Genova il "Simposio medico,, bimbo Il germe che ancora prima insidia il di vedere la luce Come dalla madre (ignara di essere infettata durante la gestazione) il protozoo della «toxoplasmosi» può passare nel nascituro - Le conseguenze della malattia: pericolose ripercussioni sulla vista Nostro servizio particolare Genova, lunedi mattina. La seconda giornata del Simposio medico sulla «toxoplasmosi », conclusosi ieri, ha focalizzato innanzitutto il problema clinico di tale malattia infettiva in gravidanza. L'infezione dovuta allo specifico parassita (toxoplasma) subita dalla gestante, mentre può passare inapparente in essa, rischia talvolta di tradursi in un danno per l'embrione od il feto. Ma — ci si domanda — in quale entità e con quale frequenza? A questo interrogativo ha risposto la relazione del prof. G. Valle, direttore della clinica ostetrico-ginecologica di Bari, e dei suoi collaboratori Ferraris e Rozi-Beretta. Dal diverso gioco delle possibili combinazioni di alcuni fattori dipende di volta in volta la vulnerabilità o meno del prodotto del concepimento. Tali fattori sono di due ordini; gli uni legati al parassita, cioè la virulenza e la carica dei toxoplasmi; gli altri connessi alla gestante, cioè Io stato della placenta impegnata a far da barriera al passaggio dell'agente infettivo dal sangue materno a quello fetale, e lo stato di difesa immunitaria, ossia della più o meno rapida e sufficiente formazione degli anticorpi anti-toxoplasma, stimolata dalla infezione stessa nel sangue della donna. E' facile comprendere che quando è il caso di un'infezione contratta per la prima volta, cioè in un soggetto che non abbia mai avuto un certo stimolo ad immunizzarsi automaticamente contro il parassita in questione, e si tratt3 di una di quelle acute ad elevata e virulenta carica patogena, sia ben possibile che il toxoplasma forzi le maglie della, placenta prima che, a neutralizzarne l'attivo sviluppo nel periodo di permanenza nel sangue della donna, si siano formati a sufficienza gli anticorpi difensivi. In tali evenienze quali i danni provocabili alla creatura crescente nei grembo materno? Essi posso^ no andare dall'aborto alla morte endouterina, dalla nascita di feti malconformati od ammalati a quella di feti apparentemente sani, a seconda del momento in cui trovavasi la gravidenza all'epoca dell'attacco del toxoplasma. Allorché, invece, si tratta di riacutizzazione di forme cro.iicizzate o latenti, che la stessa gravidenza può riaccendere, dato che per precedente infezione la difesa immunitaria è stata pure già in precedenza avviata, è probabile che il risveglio del parassita nel sangue materno sia tempestivamente frenato, si da ridur¬ re notevolmente o annullare addirittura il pericolo per il nascituro. A questo punto c'è da rilevare un altro aspetto del complesso problema che si riallaccia alla accresciuta importanza che taluni studiosi hanno recentemente attribuita alla toxoplasmosi negli aborti abituali. In sostanza il ritrovamento di toxoplasmi nella sfera sessuale femminile ha indotto ad accreditare (da parte di Langer, Schmidtke, ed altri) la possibile esistenza di forme infiammatorie di origine toxo plasmica della parete interna dell'utero, si da rendere difficile la nidificazione dell'uovo o la prosecuzione a termine della gravidanza. Di notevole interesse è stata la relazione del prof. L. Martoni, direttore dell'Istituto universitario di puericultura di Bologna, su particolari aspetti della toxoplasmosi nell'età infantile. Attraverso una propria casistica l'oratore ha dimostrato quanto sia variabile la sintomatologia e la gravità della malattia contratta prima della nascita, e quanto pure siano notevoli le difficoltà diagnostiche nel periodo neonatale, anche quando si disponga delle reazioni sierologiche. Pertanto è consigliabile l'attuazione di una terapia specifica pure nei casi dubbi. Poiché l'occhio è l'organo particolarmente vulnerabile nella toxoplasmosi il relatore in materia, prof. A. Grignolo, direttore della clinica oculistica di Genova, ed il suo collaboratore Camboggi hanno illustrato i vari quadri clinici oftalmologici che possono far sospettare l'infezione, sia nella forma congenita che in quella acquisita, chiarendo la portata del mezzi per dimostrarne o rigettarne l'attendibilità. SI è così anche saputo che attualmente sono in via di sperimentazione altre reazioni (oltre le già correnti) da praticarsi sia sul siero di sangue che sull'umore acqueo dell'occhio, per cercare di trarre utilità dal confronto della concentrazione di anticorpi antitoxoplasmatici nei due liquidi organici. Ha fatto la sintesi conclusiva dei lavori del Simposio il presidente, prof. Tolentino. Noi possiamo dire: Convegno scientifico e pratico ben riuscito e promettente di riflessi utili in campo sociale, secondo l'intendimento degli organizzatori. Angelo Viziano

Persone citate: Beretta, Ferraris, Grignolo, L. Martoni, Langer

Luoghi citati: Bari, Bologna, Genova