Il sacrificio di Giacomo Matteotti ricordato ieri da Saragat a Roma

Il sacrificio di Giacomo Matteotti ricordato ieri da Saragat a Roma Grande manifestazione nei 4-0° anniversario della morte Il sacrificio di Giacomo Matteotti ricordato ieri da Saragat a Roma Il ministro degli Esteri ha pronunciato un discorso politico - Messi a fuoco i principali problemi della vita nazionale - «Priwa o dopo si avrà una unità concreta del socialismo democratico in un grande partito aderente all'Internazionale socialista » Roma, lunedi mattina. Il quarantesimo anniversario del sacrificio di Giacomo Matteotti f> stato commemorato nel corso di una manifestazione nazionale promossa, ieri dal p.s.d.i. Hanno parlato il segretario del partito, on. Mario Tonassi, il segretario generale dell'Internazionale socialista Albert Carthg, il ministro degli Esteri on. Giuseppe Saragat, il quale ha pronunciato un discorso politico in cui ha messo a fuoco i principali problemi della vita politica nazionale: difesa della libertà e della democrazia, prospettive della coraggiosa esperienza di centro-sinistra, piano per la stabilizzazione economica anche mediante un prestito a lunga scadenza, congresso nazionale del partito di maggioranza relativa, unificazione delle forze socialiste. li'on. Tonassi ha affermato, tra l'altro, che la bandiera di Giacomo Matteotti è stata raccolta, dopo il fascismo, dal psdi che, sotto la guida di Saragat, si propone di raggiungere gli obbiettivi che furono del martire socialista. Il segretario dell'Internazionale socialista, Albert Carthy, a sua volta, ha affermato che. «nello spirito di Matteotti confermiamo che il socialismo senza la democrazia sarebbe una cosa morta e. che la. democrazia senza, il socialismo sarebbe sterile ». Ha, poi, parlato Saragat rilevando, anzitutto, come sia confortante che altri movimenti rievochino anch'essi il «riformista.» Matteotti. Ciò f- segno di una evoluzione: la presa di coscienza che tra comunismo burocratico e socialismo democratico non c'è alcun legame e, soprattuto, che non si può contrapporre il socialismo democratico ad un altro socialismo, pur esso democratico, ma depurato dalle scorie, del riformismo. «Il socialismo democratico — ha poi soggiunta Saragat. — non code mai nella falsa unità frontista e, in una celebre lettera ai comunisti, Matteotti si fece assertore, dell'unica unità possibile: quella di tutti i lavoratori sul solido terreno della democrazia». La decisa, anche se non confessata, volontà dei comunisti di intralciare lo sviluppo della democrazia, li porta a combattere senza esclusione di colpi la coragigosa esperienza di centro-sinistra, proprio come fanno le. forze, conservatrici che temono una politica sociale coraggiosa la quale, dando maggiore spazio alla iniziativa, della collettività, attuerebbe il dettato della Costituzione secondo cui la Repubblica italiana è fondata sul lavoro. E' artificiosa, — secondo Saragat — la artificiosa dissociazione, che si è voluta creare tra riforme di struttura e misure anticongiunturali, perché il reddito na- zionale viene distribuito nella misura del 62 per cento ai salariati dipendenti. «Se per dare fiducia agli operatori economici detentori dei capitali è necessario tener conto della situazione obiettiva e degli incentivi necessari, per dare fiducia ai lavoratori salariati, indipendentemente dagli infiniti motivi di carattere politico c morale, si deve, tener conto di questi incentivi: una occupazione garantita, un salario decente, una casa decente, un sistema di sicurezza sociale, e di assistenza sanitaria decente, pensioni per la vecchiaia decenti. Tutte .cose, queste, contemplate, insieme a. molte altre, nel programma di centro sinistra. «Non si possono deludere le attese, della classe lavoratrice, non si può tornare indietro. La situazione economica si può fronteggiare: il disavanzo della bilancia dei pagamenti potrà raggiungere, alla fine di questo 1961, un miliardo e 300 milioni di dollari che sottoporranno ad una notevole usura le riserve della Banca d'Italia che al 31 marzo scorso erano di 2 miliardi e ISO milioni di dollari, ai quali vanno aggiunti 500 milioni di dollari di disponibilità elei fondo mom.:ario. «Solo prestiti a lunga scadenza potranno alleqgi.rire la nostra, situazione, ma tali prestiti — ha aggiunto testualmente Saragat — sono condizionati dalla volontà del governo « perseverare in una. politica responsabile. Una Italia responsabilmente governata troverà presso i suoi alleati tutto ciò che le occorre, ciò che preoccupa maggiormente v il problema dei costi; ove essi non cessassero di crescere, sarebbe, in pericolo la competitività della nostro industria, ciò che rappresenterebbe una minaccia per il livello dell'esportazione dell'occupazione operaia ». Ma Saragat ho detto ancora di più: «Se una chiara volontà politica sorreggerà il governo e le forze che lo compongono, tutte le difficoltà, nel corso dei prossimi /R mesi, potranno rsser. superate*. In case, diverso « non ci troveremmo solo di fronte ad una crisi di governo, ma di fronte od un vuol» cht attirerebbe totalmente le forze contrarie alla, libertà e. olla giustizia sociale». Perciò è pericoloso il possibile affermarsi, nei portiti della coalizione, di < quelle forze centrifughe portate le une a guardare verso la destra conservatrice le altre ad indulgere alle manovre dell'opposizione comunista ». Dal nono congresso nazionale della dr. che. sarà celebrato tra poche, settimane, a Roma, deve uscire rafforzala la politica di centrosinistro «senza attenuazioni ed oscillazioni » r. rafforzata l'autorità di Moro. Saragat ha poi criticato, pur senza farne il nome, Fanfani e i suoi amici per i loro attegqiam-nti che. «paiono voler garantire, per un eccesso di prudenza, pure nel rispetto dell'attuale politica, eventuali soluzioni di ricambio di cui troppo si parla, anche, se nessuno ancora ha saputo dire in che cosa consistano» Da ultimo Saragat. ha trattato dell'unificazione delle, forze socialiste. «Il psi che ■<ta a poro a poco il suo travaglio ha detto — c ogni riluttarne a porre il problema dello sviluppo del socialismo democratico nei suoi termini concreti», perché il nostro non e ancora un paese progredito. Tuttavia «c'è una vischiosità per cui molli dirigenti socialisti si adagiano 1" concezioni arcaiche da cui non sanno evadere per guardare ai più vasti orizzonti della politica veramente moderna». Permangono motivi di dissenso tra psdi e psi a cominciare da quello sul problema sindacale, ma la crisi internazionale del movimento comunista che sottolinea la validità delle posizioni del socialismo democratico e quindi delle sue concezioni sul movimento sindacale, fa sperare che prima 0 dopo questo problema troverà soluzione. D'altra parte nell'ambito della politica governativa le posizioni del psi e del psdi si avvicinano sempre di più. La difficoltà maggiore in cui il psi s< dibatte ed in cui spreca, tante energie «è di voler trovare fra socialismo democratico e comunismo, una terza via che non esiste ». Saragat ritiene che prima o dopo si avrà una unità concreta del socialismo democratico in un grande partito aderente all'Internazionale socialista, un partito che si richiamerà agli insegnamenti di Giacomo Matteotti, l'assertore eroico della democrazia. Vittorio Staterà L' S L'on. Saragat durante il discorso commemorativo di Giacomo Matteotti (Telefoto)

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