Ritrovata viva la Dassault Arrestati tre rapitori: sono «gangsters»

Ritrovata viva la Dassault Arrestati tre rapitori: sono «gangsters» Nella foresta di Beauvals, a 60 km da Parigi Ritrovata viva la Dassault Arrestati tre rapitori: sono «gangsters» La consorte del magnate amico di De Gaulle era tenuta prigioniera in una fattoria disabitata: la sorvegliava un uomo armato - All'arrivo dei poliziotti in perlustrazione la donna balza in cortile e dice: «Sono la signora Dassault, liberatemi» - Uno dei banditi è un rapinatore còrso; gli altri due sono ex appartenenti all'«0as» ma non sembra che l'organizzazione terroristica abbia avuto parte nel ratto - Caccia al quarto malvivente: sarebbe il capo della «gang» Oal nostro corrispondente PARIGI, lunedi matt. Dopo trentacinque ore ili ansia e di allarme in tutta la Francia, il « giallo » del linis de Boulogne è risulto. Madeleine Dassault di 03 anni, moglie del magnate amico del generale De Gaulle, è stata ritrovata viva, ieri mattina, nella foresta di Beauvals, a 60 chilometri da Parigi. Era tenuta prigioniera con la minaccia delle armi in una fattoria abbandonata. Appena liberata, ha detto: «Non mi hanno fatto del male. Sono stati gentilissimi ». La polizia ha arrestato tre rapitori che avevano chiesto un riscatto di 10 milioni di franchi pari a un miliardo e duecento milioni di lire): il quarto è riuscito a fuggire. Si tratta di "gangsters", tutti pregiudicati in reati comuni. L'« Oas » non avrebbe avuto una parte diretta nel rapimento. Il primo ad accorrere c stato il marito, Marcel BlochDassault di 73 anni, deputato gollista e notissimo costruttore aeronautico. Era accompagnato dal figlio Serge e dalla nuora: « Sono felice, felice! » ha singhiozzato il miliardario abbracciando e baciando la moglie. I banditi arrestati sono Mutinoli Costa di 26 anni, nato a Manco (Corsica) e i fratelli Pierre-Gabriel e Gaston Daiinou. di 38 e 33 anni, nativi di Geryville (Ora- "IIIII"IIIIII"I"IIIM"""1"1"11""1"""""1"1 no), ex appartenenti all'» Oas» e-rimpatriati di recente dall'Algeria. Quello che è. riuscito a fuggire sarebbe il capo della « gang » e si chiamerebbe Dominique. Gigantesca operazione Ieri mattina alle 10,30 i gendarmi Dupont e Lejebvre ili 44 e .',6 anni, appartenenti alla polizia di Villers-sousSaint-Leu — un paesino dell'Oise, non lontano da Senlis — perlustravano la foresta di Beauvais. Essi facevano parte della gigantesca operazione di polizia diretta personalmente dal ministro dell'Interno Roger Frey per rintracciare Madeleine Dassault. Gli inquirenti erano convinti che la consorte del magnate dovesse per forza trovarsi in un raggio di uno chilòmetri da Parigi e quattordicimila agenti (tremila delle « Compagnie Repubblicane di sicurezza», cinquemila della «Polizia municipale» e seimila gendarmi) erano scattati per l'« allarme generale », un piano messo a punto all'epoca delle nefaste attività dell'* Oas» e tuttora applicato in Francia nei casi di gravi violazioni della legge, di evasioni di detenuti, di sommosse organizzate, il loro compito era quello di setacciare con la massima scrupolosità boschi, strade campestri, case abbandonate, villini estivi chiusi, locali malfamati o sospetti. Alla gendarmeria di Villersous-Saiìit-Leu, sabato notte — mentre la radio e la televisione narravano in una serie di emissioni straordinarie come la signora Madeleine Dassault fosse stata rapita da due uomini mascherati, in piena Parigi, mentre scendeva col marito dall'auto dinnanzi alla loro elegantissima casa dell'Aveniie du Marcella!. Maunoitry, sul ciglio del celebre Bois de Boulogne — giungeva una segnalazione anonima: uomini sospetti sarebbero stati scorti entrare nel villaggio e poi dirigersi verso una fattoria abbandonata. Cinque agenti compivano una perlustrazione ma senza trovare nulla di allarmante. Ieri mattina alle 9, tuttavia, il comandante decideva di compiere un rastrellamento in tutta la zona e ai gendarmi Dupont e Lefebvre veniva dato l'incarico di perla- strare alcune cascine nei dintorni del paese. Fra queste v'era anche una piccola fattoria, acquistata tempo fa dai fratelli Pierre-Gabriel e Gaston Darmon, due rimpatriati dall'Algeria, i quali tuttavia vi comparivano di rado. Col mitra imbracciato i gendarmi eseguivano le ispezioni ordinate. Giunti in prossimità di questa fattoria gli agenti si arrestavano sorpresi: il cancello era spalancato. « Conoscevamo benissimo il posto — hanno raccontato più tarili Dupont e Lefebvre — e sapevamo che la casa era praticamente abbandonata. Perciò siamo rimasti stupiti ed abbiamo fiutato qualche cosa d'insolito ». « Non ve ne andate» Dupont è rimasto di guardia, col mitra, spianato, il suo collega è andato in una cascina poco distante ed ha interrogato due contadini. Ha così appreso che, da sabato sera, attorno alla fattoria abbandonata c'era stato uno strano viavai di persone e a tarda ora, ancora, alcune finestre erano apparse illuminate. Lefebi-re è tornato di corsa da Dupont, entrambi hanno deciso di entrare nel cortile della fattoria. « Cè nes¬ suno, qui? » ha gridato Dupont spalancando con un calcio l'uscio di un ripostiglio. Un istante e poi i gendarmi hanno udito una voce di donna: « Sì, non ve ne andate »La porta d'ingresso s'è aperta ed è comparsa, pallidissima, Madeleine Dassault. In pugno stringeva un giornale, t Sono la signora Das3ault. Sono stata rapita! ». Dupont ha chiesto: «Le credo, ma lei deve farmi vedere una iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiii carta di identità». «Non ho documenti con me —, ha replicato la moglie del magnate — ma. ecco qui, guardate la fotografia di questo giornale ». In quel preciso momento un tramestìo dall'interno della fattoria ha fatto scattare i gendarmi oltre la soglia. Nella stanza c'era un uomo bruno, giovane, sui trent'anni. Teneva le mani in alto. « Mi arrendo, mi arrendo! — Ila gridato precipitosamente. — Sì, quella è la signora Dassault. Giuro che non ne sapevo niente di questa faccenda. Non ero neanche al corrente del progetto. La notte di venerdì alcuni amici sono venuti a dirmi: "C'è una donna da custodire. Se vuoi guadagnare un po' di soldi puoi incaricarti di questo lavoro". Ho accettato e mi hanno condotto alla fat- toria. Ma ieri ho letto i giornali e ho capito che si trattava della signora Dassault ». Dupont ha ammanettato immediatamente l'uomo — poi identificato per Mattiteli Costa — e lo ha.-portato al comando. La signora Dassault con un'auto di passaggio è stata, trasportata alla caserma di Crril e di lì alla sottoprefettura. di Senlis. Erano le undici e tre quarti di ieri domenica. A quell'ora, a Parigi, decine di giornalisti avevano già invaso i locali del terzo piano della polizia giudiziaria, al Quai des Orfrvres, dove il commissario Bouvier, capo delta Brigata crimini e incaricato delle ricerche, ha il suo ufficio. Bouvier, sin dall'inizio della faccenda, aveva scrupolosamente osservato la regola del silenzio per non compromettere l'esito dell'inchiesta, e non mettere in pericolo la vita della signora Dassault. Pertanto, al Quai des Orfèvre, e dinanzi all'abitazione dei Dussault, i giornalisti non potevano raccogliere alcuna informazione: « Nulla di nuovo » dicevano i poliziotti. In effetti, dopo le rocambolesche telef onate ai giornali ed alle agenzie di stampa. nessun elemento nuovo era scaturito. Marcel Dassault ed i suoi familiari avevano trascorso la notte seduti davanti al telefono. Ad un certo momento, l'industriale, colto da malessere, si era andato re coricare, ma per poco tempo. In capo ad un'ora era tornato re sorvegliare il telefono, che rimaneva silenzioso. Il telefono squillava invece nell'ufficio del commissario Bouvier, esattamente alle 11,45: era il capo della gendarmeria di Creil, cittadina sita presso Chantilly, ad una cinquantina di chilometri a nord di Parigi. « Abbiamo ritrovato la signora Dassault », ha detto una voce eccitata. Pochi secondi dopo, la notizia veniva trasmessa in casa Dassault. L'industriale, accompagnato dal figlio Serge e dalla nuora, prendeva subito posto nella sua « Cadillac » che partiva per Creil, procedendo ad una velocità oraria di 150 chilometri. Paurosa avventura L'incontro fra Madeleine Dassault, il marito, il figlio e la nuora avveniva alle 1B,15 alla presenza di una piccola folla di curiosi e di decine e decine di giornalisti, francesi e stranieri, che si erano lanciati all'inseguimento del magnate non appena questi aveva abbandonato precipitosamente, in auto, la sua abitazione del Bois de Boulogne. Sorridente, seppure pallida e ancora sotto lo «choc*, la signora Dassault narrava tutti i particolari della sua paurosa avventura. « Non ho avuto paura — ha detto — ma era facile indovinare che i miei rapitori erano uomini risoluti e capaci di tutto. L'altra notte dopo avermi costretta a salire sull'automobile con la quale sono sta'- rapita, i quattro uomini mi hanno imbavagliata e stordita con il cloroformio. Poi mi hanno distesa sul pavimento della vettura e mi hanno coperto il viso con un panno. Successivamente ho perso i sensi. Quando ho ripreso conoscenza, ho udito una voce (Continua m 3& pagina) Madeleine Dassault racconta ai radiocronisti parigini le drammatiche fasi della sua prigionia (Tel. «Ansa» La freccia indica la località in cui si trova la fattoria dove la Dassault era tenuta prigioniera dai banditi Il tenero abbraccio, nella rito poco dopo la avventu Prefettura di Senlis, tra Madeleine Dassault e It marosa liberazione (Telefoto A. P. » a « Stampa Sera»)