Danceili, primo a Brescia, conquista la maglia rosa di Vittorio Varale

Danceili, primo a Brescia, conquista la maglia rosa Una fuga di cinque corridori dopo 100 km. ha deciso la seconda tappa del Giro d'Italia Danceili, primo a Brescia, conquista la maglia rosa Il giovane vincitore ha staccato nel finale i compagni d'avventura • Il toscano Vitali al secondo posto. Chiappano al terzo, quarto Moser e quinto Brugnami - Un tentativo di Anquetil, in compagnia di Zilioli, De Rosso. Baldini, Altig e altri, stroncato dal gruppo che è arrivato con oltre un minuto di ritardo - Oggi si corre la Brescia-S. Pellegrino Terme di 170 chilometri DAL NOSTRO INVIATO Brescia, lunedì mattina. Sul traguardo di Brescia, ai primi tre posti, tre ragazzi non molto conosciuti. Primo si è classificato Danceili, elio ha conquistato anche la Maglia Rosa. E' nato a Castenedolo, in provincia di Brescia, 1*8 maggio del '42, e attualmente è militare. Lo scorso anno ha vinto il titolo italiano dei dilettanti, passando professionista nel liliale di stagione. E' stato terzo nel Giro di Lombardia 1903 e, nel 1964, ha al suo attivo un secondo posto nella Saint Vincent-Meda ed un terzo posto nel Giro della Campania, dopo una volata piuttosto burrascosa. Appartiene ad una famiglia numerosa, è stato costretto a lavorare giovanissimo, da muratore. Ha un hobby: la pittura. Secondo, Vitali. Ha venticinque anni compiuti e gareggia attualmente per la Springoil. Recentemente si è piazzato quarto nel Giro di Toscana. Nel Giro d'Italia 1963 fu secondo nella tappa di Treviso. Era insieme con Magnani, scivolò alla ultima curva e perse così una eccellente occasione. Terzo Chiappano. E' nato a Varzi, nel Pavese il 18 marzo del '41. Abilo scalatore, si mise in luce, tra i dilettanti, gareggiando per una società di Pinerolo. Lo scorso anno si comportò brillantemente nelle tappe iniziali del Giro d'Italia, poi cedette nel tinaie. La Legnano conta su di lui per un buon posto in classifica nella graduatoria conclusiva. Su, in fondo alla rampa che porta al castello dove era posto il traguardo, al cospetto dei suoi giubilanti concittadini. Michele Dancelli lia vinto la tappa, contemporanea ment" conquistando il diritt» a indossare, già stamattina partendo per la terza tappa, la Maglia Rosa, sabato andata ad Adorni. Il giovane corridore faceva parte d'un drappello di cinque unità che in due riprese, intorno al centesimo chilometro, avevano preso il largo dal gruppo. Oltre a lui c'erano il veneto Enzo Moser, il lombardo Chiappano, il perugino Brugnami e il toscano Vitali. Ognuno rappresentava una squadrr. diversa, tuttavia ben presto essi trovarono l'accordo per insistere nella fuga davanti a un gruppo che chiaramente mostrava di non voler reagire a fondo per evitare la sconfitta; e la conseguenza fu ch'essi si avvantaggiarono di quel tanto sufficiente per tagliare il traguardo un minuto e rotti davanti ai « notabili > (la Maglia Rosa Adorni naturalmente fra essi). E in tal modo vincendo Danceili la tappa precedendo, nell'ordine. Vitali. Chiappano, Moser e. Brugnami, la classifica generale ora si apre appunto col suo nome. Ma che vi possa rimaner a lungo, questo è un discorso ohe si farà un altro giorno, quando le circostanze lo renderanno necessario. Per oggi, quello che importa raccontare è come Danceili e soci hanno lasciato per la strada gli altri centoventicinque corridori partiti da Riva, e se, e per quali ragioni, essi non si sono difesi con la dovuta energia. Mettiamoci dunque a dare una rilettura al nostro taccuino di viaggio. La corsa s'è svolta in gruppo fino a poco prima del centesimo chilometro. Venendocene lungo la Gardesana occidentale, e poi da Peschiera piegando a destra per entrare nella provincia di Brescia, tentativi di rompere la compattezza del gruppo ne vedemmo parecchi, ma tutti con esito negativo. Rileggo i nomi dei successivi protagonisti: due volte il belga Brandts, il trio Neri - Sarti - Partesotti, poi Balletti. A un certo momento, c'è un tratto di strada in riparazione, ed Anquetil che parte. Ma seppur velocissimo, il suo non è uno scatto da fuga; tuttavia è quanto basta perché il gruppo sì spezzi in vari tronconi, e col francese rimangono in una dozzina soltanto — fra essi Zilioli, De Rosso, Alomar, Baldini, Soler, Altig, Vigna, — con un paio di centinaia di metri di vantaggio. Il pericolo fu avvertito da chi inseguiva, e cinque minuti bastarono per ristabilire la situazione. Altrettanto si verifica in vista di Desenzano a seguito d'una iniziativa partita da Brugnami e qualche altro; ma l'approssimarsi del traguardo trico¬ lore a premio (con primo Ciampi) induce gli inseguitori a tale reazione che anche questo tentativo si affloscia. Stessa storia avvicinandosì a Salò. Stavolta c'è Balmamion (col suo scudiero Zandegù) nella pattuglia che se l'è data a gambe, e c'è anche Defilippis, e Motta e due gregari di Anquetil: ma non è ad una compagnia che comprende il due volte Maglia Rosa che si lascia via libera. Gli otto compagni di Balmamion rimasti nel gruppone hanno un bell'ostacolare i cambi per favorire i fuggitivi che sono trecento me¬ tri davanti: in un quarto d'ora la caccia è finita, ci si erano meBsi in tanti, l'ultimo colpo l'aveva dato Taccone. Tutto ciò entro il 92" chilometro, per la precisione. La storia, o la cronaca, dei rimanenti 48 chilometri ha avuto l'esito detto in principio. A prendere la iniziativa della fuga riuscita è stata la coppia Dancelli-Moser, piuttosto incerti al principio, ma imbaldanziti allorché dopo una decina di minuti gli si aggiunse il trio Brugnami, Chiappano, Vitali. Già un minuto e mezzo di ritardo il gruppo accusava al HO" chilometro. Questo particolare non poteva passare senza commenti nella carovana. Un minuto e mezzo è tanto — ci dicevamo; e quando, al piede della salita del Colle di Sant'Eusebio lo scarto risultò salito a 2' e 45", allora potemmo tutti quanti anticipare un bilancio che, salvo qualche inezia, è quello finale della giornata. Perché i fuggitivi venivano lasciati pressoché indisturbati nella loro impresa? O non lo sapevano, quelli che stavano indietro, che appena giù dall'altro versante del colle, Brescia è a 15 chilometri? Due motivi stanno alla base di questa passività: 1) la barriera protettiva che i quarantacinque compagni di squadra dei fuggitivi (nove corridori moltiplicati per cinque) subito avevano messo in opera; 2) la persuasione, nei * favoriti » del Giro, che a perdere un minutino o poco più in classifica non è poi un gran pericolo. Nessuno dei cinque in fuga rappresentando un serio pericolo. C'è ancora tanta strada davanti, tante e poi tante salite... Così, sebbene ci fosse qualcuno (quelli della Ibac ad esempio) disposto a impegnarsi a fondo e sul serio, la caccia non ebbe ostito. E la tappa è andata a finire come già si sa, con Moser che tentava di sorprendere gli avversari sulla rampa dell'ultimo km., guadagnando qualche lunghezza, ma negli ultimi duecento metri perdeva terreno e Danceili, Vitali e Chiappano Io superavano, arrivando nell'ordine, mentre Brugnami era (plinto. Un minuto dopo, la volta del gruppo, forte di oltre cento corridori, con alla testa l'olandese Jongen. Oggi si va da Brescia a S. Pellegrino Terme, lungo 270 km. Vittorio Varale Danceili sia per tagliare il traguardo di Brescia precedendo di 2" Vitali (Telefoto)