Il Presidente della Croce Rossa si uccide gettandosi dal terrazzo del suo alloggio
Il Presidente della Croce Rossa si uccide gettandosi dal terrazzo del suo alloggio Ieri mattina a Roma, di ritorno da una funzione religiosa Il Presidente della Croce Rossa si uccide gettandosi dal terrazzo del suo alloggio Il generale Guido Ferri aveva 74 anni ed era stato direttore della Sanità militare - Non si conoscono i motivi del tragico gesto - Da due mesi la Procura di Roma aveva iniziato un'istruttoria sulla gestione della Cri, dopo i rilievi mossi dalla Corte dei Conti - A giorni il magistrato inquirente avrebbe dovuto decidere i primi provvedimenti e a o l i ¬ (Nostro servizio particolare) Roma, 25 giugno. Il presidente della Croce rossa italiana gen. Guido Ferri si è ucciso, questa mattina alle 11, gettandosi da un balcone del suo appartamento al piano attico in via della Balduina 66. Aveva quasi 74 anni essendo nato a Bibbiena, in provincia di Arezzo, il 12 settembre 1800, e gli era stata affidata la presidenza della Cri iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii da quando, nel 1935, aveva lasciato la direzione generale della Sanità militare per avere raggiunto i limiti d'età. Da tragedia, è sopraggiunta nel modo più improvviso ed imprevisto anche se qualcuno ha creduto, in un primo tempo, di collegarla con una inchiesta, ancora nella fase preliminare, che la Procura generale presso la Corte d'Appello di Roma sta conducendo da due mesi sulla gestione della Cri. Questa mattina, il gen. Guido Ferri era uscito di buon'ora per recarsi in automobile al «Preventorio per spastici e poliomielitici » organizzato dalla Croce rossa sulla via Portuense, alla periferia della città, dove aveva assistito alla Cresima e alla prima Comunione di numerosi bimbi. Con mons. Angelini che aveva impartito la Cresima e la Comunione ai ragazzi s'era dilungato a parlare dei suoi programmi per potenziare e ammodernare la Croce rossa italiana. Alle 10 s'era congedato dai dirigenti del preventorio ed aveva ordinato al suo autista di accompagnarlo a casa. Era molto commosso, ma apparentemente tranquillo. Giunto in via della Balduina, all'altro capo della città, aveva pregato l'autista Domenico Camerco di attenderlo sul portone della sua abitazione. «Aspettami. Torno subito. Ho bisogno soltanto di qualche minuto per cambiarmi d'abito» gli ha detto. E l'autista è rimasto ad aspettarlo. Durante il tragitto, gli aveva s/iiegato che doveva andare subito in ufficio in via Toscana. Erano le 10,!,0. Il gen. Ferri è salito nel suo appartamento all'attico, ha salutato la moglie Dianora, che non ha notato in lui nulla di anormale o chv lasciasse supporre quanto ini:ece stava per accadere; si e chiuso nella stanza da letto; si è cambiato d'abito in dossando un completo grigio: In sistemato sul comò in evidenza una lettera, ha aperti Iaibavcimismlaleptrvsgudccla finestra, e si è affacciato,m ai balcone, ha scavalcato («[balaustra e si è gettato nel vuoto E' caduto da un'altezza di circa 13 metri piombando sul marciapiedi. La morte è stataìistantanea. Nello stesso mo- mento la moglie entrava nel-'la stanza, notava sul comò la\lettera indirizzata a lei, l'a-\priva, si rendeva conto dellaUtragedia, correva al balcone e\vedeva il conio del marito sull'asfalto. Nella lettera, il generale ha scritto soltanto una frase: «Ti chiedo perdono ». La Magistratura ha subito compiuto una indagine per accertare quali possono essere i moini che hanno ivdotto l'an-[ siano ufficiale ad uccidersi. E stato subito escluso che potesse avere preoccupazioni finanziarie o familiari: ha tre figli, dei quali due femmine sposate rispettivamente con un colonnello dei carabinieri e con un ingegnere, e un maschio che è magistrato. Il generale soffriva di disturbi epaUici, e da poco era guarito di '"ia broncopolmonite, Alla Procura della Repubblica si mende in considerazione l'ipotesi che sia .-,tato spinto al suicidio da un neve nimento che lo aveva sconvolto in questi ultimi tempi: la inchiesta della Magistratura sasulla contabilità e sui bilanci) della Cri dopo le osservazio- o a a ni fatte dalla Corte dei Conti. L'indagine, del magistrato — l'inchiesta è stata affidata al sostituto dott. Massimo Severino — è rivolta ad accertare se siano riscontrabili gli estremi del reato nei rilievi della Corte dei Conti secondo la quale nella gestione della Cri sarebbero evidenti le tracce di un notevole disordine ani ministrativo, di una chiara violazione delle norme relative alla concessione degli appalli e alla utilizzazione dei fondi stanziati dallo Stato. Questa istruttoria aveva tur \bato profondamente l'anziano generale non perché qualcosa di illecito potesse essergli at tribuito, ma per il sospetto che dei suoi funzionari si fos sero comportati in modo non corretto. Nelle ultime settima ne il dott. Severino aveva disposto il sequestro di tutta la contabilità della Cri e aveva interrogato numerosi dirigen ti, ma non aveva sentito il ge iterale. Che qualcosa stesse maturando da tempo nell'animo del gen. Ferri, comunque lo proverebbe un episodio: l'altro ieri il presidente della Cri si \c recato da un coinquilino, il leni figlio avrebbe dovuto sposarsi fra due mesi, per consegnargli il suo regalo di nozze. Alla osservazione che mancava ancora tempo al matrimonio, aveva risposto: «Non si può mai prevedere alla mia età quello che può accadere domani*. Nessuno in quel momento fece attenzione alla frase che, oggi, dopo quanto è accaduto, assume un valore impressionante. Questa mattina la notizia del suicidio c arrivata al Procuratore Generale dott. Giannantonio quando mancavano pochi minuti a mezzogiorno. Il magistrato ha convocato subito il suo sostituto dott. Severino, che sembra sul punto di prendere qualche provvedimento in merito alla inchiesta sulla Cri, e con lui si è intrattenuto i) un'ora a colloquio per oltreGuido Guidi Il gen. Guido Ferri, presidente della Cri ai balcone ha scavalcato («[siano ufficiale ad uccidersi E
Persone citate: Angelini, Domenico Camerco, Guido Ferri, Massimo Severino
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