Il P M chiede l'assoluzione piena per il commissario e l'agente di ps

Il P M chiede l'assoluzione piena per il commissario e l'agente di ps Al processo per i "(atti di luglio., a [leggio Emilia Il P M chiede l'assoluzione piena per il commissario e l'agente di ps Il funzionario è accusalo di quattro omicidi colposi; l'altro deve rispondere di omicidio volontario - La requisitoria si conclude oggi (Dal nostro corrispondente) Milani), 22 giugno. Al processo per i fatti del luglio 19G0 a Reggio Emilia, in corso all'Assise di Milano dal dicembre scorso, stamane ha preso la parola il P. M. dr. Bandirali il quale — a conclusione della requisitoria — ha chiesto per i due maggiori imputati, l'agente di P. S. Orlando Celani, accusato di omicidio volontario, e il commissario capo di P. S. dott. CafariPanico, chiamati a rispondere d: quattro omicidi colposi e di lesioni colpose e giavi, l'assoluzione con formula piena «per non aver commesso il fatto ». Per Orlando Celani (assente, come sempre, perché ammalato) erano presenti i suoi difensori. Il rappresentante della pubblica accusa ha preso la parola in apertura d'udienza ed ha subito esaminato la posizione del Celani. L'agente di P. S.. attualmente in stato di arresto, c accusato di aver ucciso a colpi di pistola uno dei dimostranti, Afro Tondelli, nel corso dei drammatici incidenti del 7 luglio. Principale argomento di accusa contro il Celani — ha detto il P. M. — era una foto nella quale si vedeva un agente in tuta sparare contro la folla. In un primo tempo s'era ritenuto che questo agente potesse essere il Celani, ma una perizia fatta eseguire in proposito non ha potuto dimostrare, poi, la responsabilità dell'agente di P. S. Il P. M. ha iniziato quindi l'esame delle posizioni degli altri sessantadue imputati, tra cui il dott. Cafari-Panico, Dopo aver ricordato che il commissario capo dott. Cafari fu rinviato a giudizio « per eccesso colposo dell'uso legittimo delle armi», il P. M., riprendendo le testimonianze di alcuni testi, ha dichiarato che il reparto di polizia comandato dal funzionario di P. c., quando arrivò in via Spallan- /.ani e successivamente si inoltrò in piazza Cavour, fu fatto segno ad un fitto lancio di sassi da parte dei dimostranti. «Gli uomini del reparto posto agli ordini dì Cafari — ha aggiunto il dott. Bandiroli — ilebbono essere rimasti impressionati anche dai colpi di rivoltella e di mitra sparati j. scopo intimidatorio dal brigadiere dello, polizia postale per allontanare i dimostranti che, dai tetti dei caseggiati adiacenti via Sessi, lanciavano sassi contro la polizia. Il brigadiere della polizia postale non poteva essere visto dagli agenti in quanto sparava stando all'interno dei locali posti al primo piano del Palazzo delle Poste ». «Perche i dimostranti, dopo i primi feriti fra i civili e forse dopo la prima vittima, non si allontanarono? La spiegazione ragionevole può venirci dal fatto che tra le file, dei dimostranti circolavano delle voci false: e cioè che la polizia sparasse a salve ». Dopo aver definito « lesivo l'uso dei sassi da parte dei dimostranti», il rappresentante della pubblica accusa ha così continuato: «Abbiamo un pubblico ufficiale nell'esercizio legittimo di adempiere al proprio dovere per cui il reparto posto al suo comando poteva usare le armi di ordinanza. Quindi uso legittimo delle armi: l'azione della polizia è continuala, fino all'arrivo dell'autocolonna dei carabinieri comandata dal magg. Giudici, per cui non può sussistere l'accuso di uso indiscriminalo delle armi-i: 11 rappresentante della pubblica accusa ha quindi esaminato la posizione di 11 dei sessantun') dimostranti rinviati a giudizio per oltraggio e resistenza: per alcuni di costoro ha chiesto la degradazione del reato di resistenza e oltraggio, e quindi la con-1 cessione della amnistia, per altri l'assoluzione per insufficienza di prove. Il dott. Ban-! dirali concluderà la sua requisitoria domani sera, gr, rn.

Luoghi citati: Emilia, Milano, Reggio Emilia